Scoppia la bomba, negli Stati Uniti, e presto si allarga in tutto il mondo: la CIA ha pagato per occultare le prove sulle vere origini del Covid, sviluppato in modo ‘artificiale’ (e non naturale, come fino ad oggi sostenuto) nel famigerato laboratorio cinese di Wuhan.
Lo ‘scoop’ è stato appena messo a segno, il 12 settembre scorso, dal quotidiano statunitense ‘The New York Post’, con un reportage firmato da Josh Christenson.
Si tratta, in realtà, di uno scoop a metà, perché non rivela i veri motivi del più che anomalo aiuto fornito dagli Usa a una potenza palesemente ‘nemica’, anzi il vero avversario del secolo, ossia la Cina.
Perché mai Washington avrebbe aiutato Pechino a ‘occultare’ la pistola fumante che ha messo in crisi mezzo mondo?
Lo vedremo più avanti.
Tanto basta, comunque, per rappresentare un secondo, fortissimo colpo da ko, nel giro di pochi giorni, per Joe Biden, in piena corsa per le primarie democratiche che, in teoria, lo dovrebbero portare alla corsa presidenziale dell’autunno 2024.
E’ infatti scoppiata, giorni fa, la bomba ‘impeachment’, il cui percorso è appena iniziato davanti al Congresso Usa, per via delle pesantissime accuse (macigni di gran lunga più pesanti rispetto a quelli che deve fronteggiare il rivale Donald Trump, alle prese con la farsesca sceneggiata dell’assalto a ‘Capitol Hill’) contro il rampollo presidenziale Hunter Biden. Accuse soprattutto di corruzione, per via dei tanti ‘dirty business’ messi a segno, con la manifesta complicità del padre, quando Joe ricopriva la carica di vicepresidente all’epoca di Barack Obama numero uno della Casa Bianca. Affari da mille e una notte, tresche arcimilionarie, combine che vanno dall’Ucraina (il piatto forte) fino alla Russia e proprio alla Cina.
E quindi, le due ‘bombe’ rischiano di avere un effetto doppio: proprio perché, davanti al popolo a stelle e strisce in attesa di votare per il futuro presidente, rischia di presentarsi un Biden super azzoppato, addirittura capace di fare affari e tessere intese sottobanco con il grande nemico sempre sbandierato, la Cina.
Forse proprio per questo, un paio di giorni fa, un gruppo di esponenti democratici che contano hanno consigliato all’amico Joe di farsi da parte, per via dell’età, hanno motivato: non mandare all’aria quel che di buono hai fatto per voler correre ancora, ritirati ancora da vincente, gli hanno suggerito. Nulla di più facile che quei democratici abbiamo capito una cosa: puntare su quel cavallo è orami un vero suicidio. Basta contare sul fatto che anche i repubblicani hanno le loro gatte da pelare e non sanno ancora se Trump potrà partecipare alla competizione?
Tutti i dettagli sulla CIA-WUHAN connection li potete leggere direttamente dall’inchiesta pubblicata dal ‘New York Post’: prima nella versione tradotta in italiano, poi, se volete, cliccando sul link in basso, anche nella sua versione originale.
Diciamo subito che da noi la notizia non ha suscitato alcuno scalpore: oggi le agenzie non ne parlano neanche, ieri dai quotidiani solo poche righe relegate nelle pagine interne. A ulteriore dimostrazione che da noi, ormai, i media sono totalmente cloroformizzati, addomesticati, genuflessi davanti ai diktat della Casa Bianca. Una autentica vergogna, il diritto all’informazione calpestato in modo quotidiano.
Ma veniamo al ‘perché’ la notizia – che negli Usa circola, eccome – è ancora, comunque, dimezzata.
Dicevamo: la CIA ha corrotto, pagato, per il silenzio – o meglio il cambio di parere – di sei esperti, come viene abbondantemente spiegato dal ‘New York Post’. Di tutta evidenza non lo ha fatto di sua scelta, ma per rispondere ad un input politico, come ritualmente accade da decenni negli Stati Uniti. E allora, come mai gli Usa hanno teso la mano alla ‘nemica’ Cina?
LA CONNECTION DIRETTA DA ANTHONY FAUCI
Eccoci al nodo.
Che la ‘Voce’ ha raccontato in tante inchieste da due anni e mezzo a questa parte (trovate le principali cliccando sui link in basso) e che, negli Usa, ha raccontato, tra mille difficoltà e superando non poche intimidazioni, soprattutto Robert Kennedy junior, figlio di Robert e nipote di John Fitzgerald Kennedy.
E’ fondatore e animatore del sito ‘Children’s Health Defence’, da anni in prima linea per tutelare la salute dei più indifesi, i bambini, proprio sul fronte dei vaccini: quelli tradizionali, da usare con estrema cautela e seguendo il principio di ‘massima precauzione’, come in Europa hanno sempre sostenuto il premio Nobel (scoprì il virus dell’HIV che causa l’Aids) Luc Montagnier, e da noi Giulio Tarro, allievo prediletto di Albert Sabin che inventò l’antipolio (Tarro è stato in prima linea negli anni ’70 per combattere a Napoli prima il colera e poi il ‘male oscuro’ che aveva ucciso decine e decine di bambini).
E, soprattutto, Robert Kennedy – ora in corsa per le primarie democratiche contro Joe Biden – ha firmato quasi due anni fa (è uscito a novembre 2021) un libro che, soprattutto oggi, tutti dovrebbero leggere. S’intitola ‘The Real Anthony Fauci’, dedicato appunto ad una serie di fatti & misfatti messi a segno dal virologo che ha affiancato ben 7 presidenti Usa, da guinness dei primati.
Come da vero primatista è la guida, praticamente ‘a vita’, ossia ininterrottamente dal 1984 al 2022, del ‘National Institute for Allergy and Infectiouse Deseases’ (NIAID).
E’ un tassello fondamentale, il NIAID, in tutta questa ‘dirty story’.
Perchè ha finanziato a mani basse le ricerche che sono state svolte per anni nei famigerati laboratori di Wuhan, dove è andata in (tragica) scena la partnership Usa-Cina per sviluppare quel ‘gain of function’, ossia il ‘guadagno di funzione’, il ‘passaggio in più’ per trasmettere i virus più letali dall’animale all’uomo.
Ricerche più che border line, rischiosissime (come si è visto), e per questo vietate negli Usa da una precisa normativa varata dall’amministrazione Obama. Ebbene, Fauci ha pensato bene di fare in Cina quel che non poteva più fare negli Usa.
Su questa connection, sui fondi allegramente passati dal NIAID all’Istituto di Virologia di Wuhan, quasi due anni fa hanno puntato i riflettori due coraggiosi procuratori americani, precisamente della Louisiana e del Missouri.
Due, in particolare, i filoni d’inchiesta seguiti. Uno riguardava le pesantissime pressioni esercitate dalla Casa Bianca, soprattutto sui social media, per ‘assecondare’ la politica governativa in tema di guerra al Covid (sic), censurando soprattutto i pareri, anche autorevoli, di ricercatori e scienziati che la pensavano in modo diverso.
IL COMPAGNO DI MERENDE PETER DASZAK
Il secondo, proprio sulle origini del Covid, ancora avvolte nel mistero. E per questo, proprio alla vigilia del suo pensionamento a 81 anni suonati, nell’autunno 2021, Fauci è stato sentito per ben 7 ore di due procuratori a stelle e strisce. Come la Voce ha più volte dettagliato, una verbalizzazione ai confini della realtà, tutta condita di ‘non so, ‘non ricordo’, ‘è passato tanto tempo’. Ad una sola domanda il super virologo ha risposto con decisione: i procuratori, infatti, gli hanno chiesto quali erano stati i suoi rapporti con il ricercatore Peter Daszak. Immediata la risposta di Fauci: non lo conosco neanche.
Un falso che più clamoroso non si può, e se pronunciato in tribunale sotto giuramento, meritevole della galera (ma l’età lo aiuta). Perché Daszak è stato addirittura il ‘socio in affari’ di Fauci, il ‘compagno di merende’: essendo, infatti, al timone della ‘EcoHealth Alliance’, una Organizzazione Non Governativa (ong per i fans) paravento, attraverso cui sono passati i finanziamenti stanziati dal NIAID e approdati ai laboratori di Wuhan, come la Voce ha tante volte descritto.
Capito? Ma Fauci non conosceva Daszak…
Altra ciliegina sulla torta che prima o poi – visto che il Vaso di Pandora è ormai scoperchiato, grazie alle rivelazioni della ‘gola profonda’ della CIA – dovrà venir fuori è poi un’altra. E tira in ballo un organismo di grandissima caratura, e peso, a livello internazionale, soprattutto nel futuro, che sarà costellato di inevitabili pandemie scientificamente studiate a tavolino.
COMPLICITA’ & DEPISTAGGI GRIFFATI OMS
Stiamo parlando dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il cui deus ex machina, essendone il primo finanziatore a livello internazionale (solo alle spalle degli Usa) è Bill Gates: il quale nel 2010, al ‘World Economic Furum’ di Davos animato dal banchiere tedesco di simpatie nazi Klaus Schwab, profetizzò: il prossimo decennio sarà quello delle pandemie e poi degli ancor più catastrofici cambiamenti climatici.
Ebbene, ad un anno esatto dallo scoppio del Covid, ossia a gennaio 2021, l’OMS inviò una sua missione speciale a Wuhan per capirci meglio sulle origini del coronavirus e in che modo il virus potesse mai essere ‘fuggito’ dai laboratori. La missione fu un vero flop: i ricercatori non cavarono neanche un ragno dal buco.
Ma il motivo fu subito ben chiaro per chi ‘voleva vedere’.
Sapete chi era l’inviato speciale degli Usa all’interno di quella missione? Nientemeno che Daszak, l’amico del giaguaro!
Ovvio – come abbiamo più volte sottolineato – che non potesse mai tradire l’amico e ‘mandante’!
Ma c’è di più. L’OMS ha sempre promesso una seconda missione speciale a Wuhan per ‘andare fino in fondo’, come sbandierato ai quattro venti. Proposito finito in un altrettanto clamoroso flop, quando al vertice del dipartimento della Ricerca OMS è arrivato, a gennaio 2022, un grande amico di Gates e di Fauci, Jeremy Farrar.
Un’ultima notazione. Sulla più che singolar tenzone tra CIA ed FBI all’interno dei sempre più dilaniati Usa. Come potete leggere anche nel reportage del ‘New York Post’, è da oltre un anno che l’FBI ha redatto un dettagliato rapporto, secondo cui la il virus ‘nato’ a Wuhan è ‘artificiale’, quindi prodotto dall’uomo e in particolare dalle ricerche sul ‘gain of function’, il cuore vero delle future ‘biologic wars’. E quindi, FBI e CIA su versanti diametralmente opposti.
A seguire, quindi, ecco il testo tradotto (l’originale è consultabile attraverso il link) del pezzo pubblicato dal ‘New York Post’.
A seguire, alcuni link di inchieste della Voce. Consigliandovi come al solito, per saperne di più sui protagonisti e interpreti (sigle incluse) del giallo-Covid, di andare alla casella CERCA che si trova in altro a destra della nostra home page. A questo punto, basta digitare il nome del personaggio (ROBERT KENNEDY, oppure ANTHONY FAUCI o PETER DASZAK) o della sigla (ORGANIZZAZIONE MONDIALE SANITA’ o ECOHEALTH ALLIANCE) per trovarne a iosa, di articoli e inchieste degli ultimi tre anni.
La CIA ha cercato di pagare gli analisti per seppellire le scoperte secondo cui era probabile una fuga di notizie dal laboratorio COVID
La Central Intelligence Agency si è offerta di pagare gli analisti per seppellire le loro scoperte secondo cui il COVID-19 molto probabilmente è trapelato da un laboratorio a Wuhan, in Cina , sostiene una nuova testimonianza di informatori al Congresso.
Un ufficiale di alto livello della CIA ha detto ai leader della commissione della Camera che la sua agenzia ha cercato di ripagare sei analisti che avevano scoperto che la SARS-CoV-2 probabilmente aveva avuto origine in un laboratorio di Wuhan se avessero cambiato la loro posizione e avessero detto che il virus è passato dagli animali agli esseri umani, secondo un lettera inviata martedì al direttore della CIA William Burns.
Il presidente del sottocomitato selezionato sulla pandemia di coronavirus Brad Wenstrup (R-Ohio) e il presidente del comitato ristretto permanente sull’intelligence Mike Turner (R-Ohio) hanno richiesto tutti i documenti, le comunicazioni e le informazioni sui pagamenti al COVID Discovery Team della CIA entro il 26 settembre.
“Secondo l’informatore, al termine della sua analisi, sei dei sette membri del team ritenevano che l’intelligence e la scienza fossero sufficienti per effettuare una valutazione con scarsa certezza che il COVID-19 provenisse da un laboratorio a Wuhan, in Cina”, ha affermato la Camera. hanno scritto i presidenti del panel.
Secondo una lettera inviata al direttore William Burns, la CIA si è offerta di ripagare gli analisti per seppellire le loro scoperte secondo cui il COVID-19 molto probabilmente era fuoriuscito da un laboratorio a Wuhan, in Cina.Immagini GettyUn alto funzionario della CIA ha detto ai leader della commissione della Camera che la sua agenzia ha cercato di ripagare sei analisti che avevano scoperto che la SARS-CoV-2 probabilmente aveva avuto origine in un laboratorio di Wuhan se avessero cambiato la loro posizione.REUTERS
“Il settimo membro della squadra, che era anche il più anziano, era l’unico ufficiale a credere che il COVID-19 avesse avuto origine dalla zoonosi”.
“L’informatore sostiene inoltre che per arrivare alla definitiva definizione pubblica dell’incertezza, agli altri sei membri è stato dato un significativo incentivo monetario per cambiare la loro posizione”, hanno detto, sottolineando che gli analisti erano “funzionari esperti con significative competenze scientifiche”.
Wenstrup e Turner chiesero anche documenti e comunicazioni tra la CIA e altre agenzie federali, tra cui il Dipartimento di Stato, l’FBI, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e il Dipartimento dell’Energia.
In una lettera separata, i leader della commissione della Camera hanno identificato l’ex direttore operativo della CIA Andrew Makridis come colui che “ha svolto un ruolo centrale” nelle indagini sul COVID e gli hanno chiesto di sostenere un’intervista trascritta.
“Alla CIA ci impegniamo a rispettare i più alti standard di rigore analitico, integrità e obiettività. Non paghiamo gli analisti per raggiungere conclusioni specifiche”, ha detto al Post in una nota il direttore degli affari pubblici della CIA, Tammy Kupperman Thorp. “Prendiamo queste accuse estremamente sul serio e le stiamo esaminando. Terremo adeguatamente informate le nostre commissioni di supervisione del Congresso”.
Makridis non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.
L’FBI è stata la prima agenzia di intelligence statunitense a concludere che la pandemia di COVID-19 molto probabilmente ha avuto origine da una fuga di dati dal laboratorio. A febbraio, anche il Dipartimento dell’Energia ha concluso che era probabile una fuga di dati dal laboratorio , sulla base di nuove informazioni.
In una lettera separata, i leader della commissione della Camera hanno identificato l’ex direttore operativo della CIA Andrew Makridis come colui che “ha svolto un ruolo centrale” nell’indagine e hanno chiesto di intervistarlo.
La comunità dell’intelligence statunitense ha declassificato il suo rapporto di 10 pagine sulle origini del COVID a giugno, in cui rilevava “problemi di biosicurezza” e “ingegneria genetica” in atto presso l’Istituto di virologia di Wuhan, ma la maggior parte delle sue “agenzie valutano che SARS-CoV-2 non era geneticamente modificato.”
Anche diversi scienziati del laboratorio di Wuhan si sono ammalati nell’autunno del 2019 con sintomi “coerenti ma non diagnostici di COVID-19”, afferma il rapporto.
La CIA e un’altra agenzia di intelligence “rimangono incapaci di determinare l’origine precisa della pandemia di COVID-19, poiché entrambe le ipotesi si basano su presupposti significativi o affrontano sfide con rapporti contrastanti”, afferma.
Seleziona sottocommissione per la pandemia di coronavirus Il presidente Brad Wenstrup (R-Ohio) nella lettera richiedeva tutti i documenti, le comunicazioni e le informazioni sui pagamenti alla CIA.APIl presidente del comitato ristretto permanente sull’intelligence Mike Turner (R-Ohio) nella lettera ha affermato che gli analisti erano “ufficiali esperti con significative competenze scientifiche”.Immagini Getty
Ma alcuni ex funzionari dell’intelligence statunitense non sono d’accordo con la valutazione . Ad aprile, l’ex direttore dell’intelligence nazionale John Ratcliffe ha dichiarato al Congresso che la cosiddetta “teoria delle fughe di laboratorio” era l’“unica” spiegazione credibile per la pandemia, che da allora ha causato la morte di quasi 7 milioni di persone in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“La mia valutazione informata come persona con accesso pari a chiunque altro all’intelligence del nostro governo… è stata e continua ad essere che una fuga di notizie dal laboratorio è l’unica spiegazione credibilmente supportata dalla nostra intelligence, dalla scienza e dal buon senso”, ha detto Ratcliffe alla Camera. Selezionare la sottocommissione sulla pandemia di coronavirus in un’audizione.
“Se la nostra intelligenza e le prove a sostegno di una fuga di notizie di laboratorio fossero affiancate alla nostra intelligenza e alle prove che puntano a un’origine naturale o alla teoria dello spillover, il lato delle perdite di laboratorio del registro sarebbe lungo, convincente, persino travolgente, mentre il lato dello spillover sarebbe essere quasi vuoto e tenue”, ha aggiunto Ratcliffe, ex deputato repubblicano del Texas che è stato il secondo e ultimo direttore dell’intelligence nazionale del presidente Donald Trump.
Ad aprile, l’ex direttore dell’intelligence nazionale John Ratcliffe ha dichiarato al Congresso che la cosiddetta “teoria delle fughe di laboratorio” era l’“unica” spiegazione credibile della pandemia.AP
In qualità di ex funzionario numero tre della CIA durante la pandemia, Makridis ha coordinato la risposta della sua agenzia al COVID prima di ritirarsi nel 2022.
LINK ARTICOLO ORIGINALE
CIA tried to pay off analysts to bury findings that Covid lab leak was likely: whistleblower
LINK VOCE
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