ARIECCO I VACCINI ANTI COVID / COME DIFENDERSI DAL KILLER SPIKE?

I media e le autorità scientifiche stanno facendo di nuovo suonare il campanello d’allarme: il covid sta tornando e per questo motivo occorre fronteggiarlo subito, con i vaccini appena studiati e messi a punto dalle solite star di Big Pharma, ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ of course.

E l’EMA – ossia l’ente europeo del farmaco – consiglia (per ora non obbliga) che a farne uso non siano solo i soggetti a rischio (over 60, fragili, personale sanitario) ma ‘tutti’. Unendo, se opportuno, il solito vaccino antinfluenzale.

Nessuno, a quanto pare, se ne fotte di mettere in guardia dagli ‘effetti avversi’ prodotti dai vaccini a mRNA, proprio come quelli che stanno per essere ‘lanciati’. Vaccini che hanno un impatto diretto sul sistema genetico, e stanno provocando in mezzo mondo decine di migliaia di vittime, colpite mortalmente o in modo grave soprattutto all’apparato cardiocircolatorio, ma non solo (anche tumori in forte aumento e grossi rischi per le donne in stato di gravidanza).

Peter McCullough

Eppure – perfettamente ignorati dal mainstream – alcuni scienziati di livello internazionale (per fare un solo nome, il celebre cardiologo statunitense Peter McCullough, docente alla Texas A&M University e capo di Medicina interna al Baylor University Medical Center) e autorevoli organismi – anche stavolta, per fare un solo nome, il ‘World Council for Health’), non solo da mesi e mesi stanno puntando i riflettori e mettendo in guardia tutti i cittadini da quei pericolosi e spesso letali effetti avversi, ma hanno anche redatto specifici ‘protocolli di cura’ per far in modo che la ‘proteina killer’ contenuta in quei vaccini a mRNA, ossia la famigerata ‘Spike’, possa essere gradualmente neutralizzata dall’organismo, con le cure e i farmaci del caso, che esistono in commercio ed è necessario assumere per evitare che i danni prodotti dai vaccini diventino un insostenibile e tragico flagello per tutta l’umanità (e figuriamoci con le prossime inoculazioni di prodotti sempre a RNA messaggero con la killer Spike a dettare la sua legge di morte).

Riprendiamo, a questo punto, il filo del discorso, partendo dalle news per poi affrontare il delicato tema delle ricerche sui nuovi protocolli in campo ed evitare – o quanto meno arginare – le future stragi di innocenti.

 

IN ARRIVO I ‘NUOVI’ VACCINI ‘PFIZER’ & ‘MODERNA

Eccoci quindi agli allarmi di fine estate.

A suonare il primo Sos, al solito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), praticamente guidata dal deus ex machina Bill Gates, da anni il secondo finanziatore a livello internazionale (immaginate, alle spalle solo degli Usa!).

Quella stessa OMS che ad inizio anno aveva sbandierato ai quattro venti “la fine dell’emergenza pandemica”, ha poco dopo fatto marcia indietro, preannunciando nuove, ancor più catastrofiche varianti, in grado di infettare oltre il 60 per cento della popolazione mondiale!

Due recenti libri di Giulio Tarro

Tanto per ‘terrorizzare’ meglio i cittadini, come è stato ‘scientificamente’ fatto in tutto l’Occidente, a partire dagli Usa (per questo sono sotto inchiesta da un anno e mezzo i papaveri della Casa Bianca, ma i media tacciono, oscurano e censurano!) per arrivare in Italia, come ha perfettamente documentato nel suo libro ‘Covid 19 – Il virus della paura’, uno dei pochi virologi autentici in circolazione, Giulio Tarro, che previde quei ‘meccanismi’ di paura/terrore nel suo profetico volume uscito a pochi mesi dallo scoppio della pandemia, giugno 2020.

Ed ora l’OMS torna alla carica, e in una fresca nota mette in guardia: “Il Covid rimane una grave minaccia e perciò esortiamo tutti gli Stati membri a mantenere, non a smantellare, la propria infrastruttura Covid”.

Eccoci, poi, ai caldi ‘consigli’ per la prossima campagna vaccinale d’autunno, a base dei nuovi ‘prodotti’ (non è mai il caso di chiamarli ‘vaccini) griffati Pfizer e Moderna.

Sottolinea Marco Carleri, responsabile della strategia vaccinale per EMA: “I nuovi vaccini amRNA non sono utili soltanto per combattere la sottovariante Xbb.1.5, ma funzionano ottimamente anche contro le nuove varianti, come ad esempio la Ba.2.86, soprannominata PIROLA”.

Incalza la presidente della ‘Società Italiana d’Igiene’, Roberta Siquilini: “I vaccini presto disponibili di Pfizer e Moderna sono sicuri ed efficaci per prevenire la patologia severa ed è perciò consigliata la somministrazione anche a chi non rientra nelle categorie a rischio, ancor più se a contatto con anziani e con il pubblico”.

Con quale effettiva cognizione di causa si può parlare di ‘efficacia’ e soprattutto di ‘sicurezza’ a proposito di vaccini sempre su base genica, sempre a mRNA e sempre prodotti dalle solite Pfizer e Moderna?

Le nostre autorità scientifiche, dal Ministero per la Salute all’Istituto Superiore di Sanità, dall’AIFA fino all’EMA, sono a conoscenza di ‘novità’ sostanziali rispetto ai vaccini precedenti che hanno causato e stanno causando caterve di ‘effetti avversi’?

In concreto. A parte l’efficacia contro le nuove varianti, quali nuovi ‘elementi’ sono stati introdotti nei nuovi vaccini per contrastare l’effetto killer prodotto dalla proteina Spike? Ci sono studi, ricerche, autorevoli novità scientifiche sotto questo delicatissimo e trascuratissimo fronte?

Francamente non risulta. Anzi, c’è il più assordante silenzio.

Del resto sono stati regolarmente ‘oscurati’ i drammatici dati forniti da medici e ricercatori coraggiosi (da noi, anche stavolta per fare un solo nome, l’endocrinologo Giovanni Frajese) e da associazioni (un solo nome, il ‘Comitato Ascoltami’, giorni fa addirittura boicottato da Facebook) su quegli ‘effetti avversi’.

Che perfino fonti ‘ufficiali’ come i ‘Centers for Deseases Control’ (CDC) americani hanno reso drammaticamente pubblici un anno fa: 10 milioni di effetti avversi (la cifra è comunque largamente per difetto, dato che si tratta di auto-denunce) negli Stati Uniti da quando sono iniziate le campagne dei vaccini anti-covid, di cui il 50 per cento definiti ‘gravi’, e soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio (pericarditi, miocarditi, trombosi, ictus e infarti).

E anche da noi, le statistiche e i numeri ‘ufficiali’ degli ultimi due anni parlano da soli: e documentano un vertiginoso aumento delle patologie tumorali, cardiache e non solo, guarda caso proprio dopo che sono cominciate le inoculazioni dei vaccini anti-covid.

Da noi nessuno, a quanto pare, se ne fotte. E, anche da noi, ad ottobre – quando arriveranno grossi quantitativi dei nuovi vaccini (anche molto più cari) prodotti da Pfizer eModerna – cominceranno le inoculazioni. Ribadiamo: con quale SICUREZZA per i cittadini che vi saranno sottoposti, stavolta non in via obbligatoria (come è stato fatto per molti mesi, in modo totalmente criminale) ma perché ‘consigliati’ dalle autorità (sic) scientifiche e politiche?

Giovanni Frajese

Il nostro Ministero della Salute ha appena diramato una circolare in cui viene illustrata la nuova disciplina in materia di ‘tamponi’. Ma vengono anche caldamente consigliati i nuovi vaccini anti varianti prodotti da Pfizer e Moderna: il primo ha appena ricevuto l’ok dall’EMA, il secondo lo riceverà a metà settembre. E verranno immessi sul mercato (quindi arriveranno in tutte le farmacie) per ottobre. Tutto ok, tutto pianificato, in modo ‘scientifico’.

 

Ma resta il grande buco nero. Quello della SICUREZZA, irrisolto. E sul quale nessuna ‘autorità, appunto, né scientifica né politica ha ‘osato’ dire la sua, né fornire rassicurazioni, né dire una mezza parola.

Ai confini della realtà.

 

IL J’ACCUSE FIRMATO PETER MCCULLOUGH

Eppure, solo pochi giorni fa, a metà agosto, il già citato Peter McCullough, sulla sua pagina ‘Substack’ – significativamente titolata ‘Courageous Discourse’ – ha pubblicato un intervento che dovrebbe far molto riflettere. Un vero e proprio j’accuse rivolto all’establishment medico-accademico a stelle e strisce circa la incredibile minimizzazione, se non addirittura l’insabbiamento, dei casi di infarto provocati dai vaccini anti-covid.

Sottolinea il cardiologo americano: “Mentre sempre più persone muoiono inaspettatamente, senza alcuna spiegazione medica, il mondo sta diventando molto nervoso per le iniezioni di codice genetico di lunga durata per la letale proteina Spike di Wuhan”. Quella usata da Pfizer e Moderna per i loro ‘prodotti’, anche quelli che verranno distribuiti dal prossimo ottobre.

E continua: “Ho chiesto a molte personalità dei media e persone comuni, nessuno può ricordare un solo personaggio pubblico che affermi che i vaccini sono sicuri ed efficaci e che sono sani e privi di covid-19 alla loro settima iniezione. Se la mente umana non può ammettere un errore catastrofico fatto al proprio corpo, è possibile che il continuo pensiero di gruppo basato sulla paura possa influenzare le redazioni, gli editori e i media nella soppressione dei dati sulla morte improvvisa indotta da vaccino?”.

Ancora: “Nonostante i meccanismi di morte ben documentati siano la miocardite, la progressione della malattia cardiovascolare aterosclerotica, le aritmie ventricolari primarie, l’emorragia intracranica, l’embolia polmonare, lo shock anafilattico e il disturbo infiammatorio antisistemico, la letteratura medica è priva di documenti che emergono dicendo che i vaccini stanno causando la morte”.

Non è finita: “Le morti improvvise in associazione ai vaccini covid-19 sono i segnali sentinella definitivi, che indicano come quei vaccini probabilmente non sono sicuri come reclamizzato. La perfida soppressione di questo segnale dall’ufficialità medica è un’altra sveglia sui pericoli della politicizzazione e dell’asimmetria del potere che affliggono la classe medica”.

E proprio pochi giorni fa proprio Frajese aveva usato parole molto simili per un altrettanto potente j’accuse contro questa ‘ricerca’ e ‘medicina’ asservite al potere di Big Pharma. Nel corso di un dibattito su ‘Scienza e Potere’ organizzato da ‘Byoblu’, ha rammentato un caso ai confini della realtà: uno studio finalizzato ad indagare sulle correlazioni tra vaccini anti-covid e morti improvvise è stato prima pubblicato e poi subito ‘ritirato’ dalla ‘prestigiosa’ (sic) rivista scientifica ‘The Lancet’. “La scienza è venduta agli interessi dei potenti”, denuncia. Basata sull’analisi di 44 studi contenenti 325 casi di autopsie effettuate su decessi post vaccino anti-covid, la ricerca è arrivata alla conclusione che ben il 74 per cento delle morti prese in esame possono essere direttamente o significativamente collegate alle inoculazioni.

Ma chi aveva firmato quella ricerca oltremodo scomoda? Proprio Mc Cullough…

Commenta Frajese: “C’è una narrativa, una cabina di regia e c’è un piano che poi, stranamente, porta sempre alle stesse conseguenze e cioè: isolamento delle persone, ridistribuzione della ricchezza che significa diminuzione della ricchezza della maggior parte delle persone in favore dell’accumulo nelle mani di pochi”. E aggiunge: “Dobbiamo allargare lo sguardo, non si tratta solo della vaccinazione. Se dal vertice arriva un ordine, a catena, dal primo all’ultimo, bisogna rispettarlo ed eseguirlo. Ma queste non sono le regole della democrazia, e nemmeno quelle della scienza”.

 

IL PROTOCOLLO PER DISINTOSSICARCI DA SPIKE

E terminiamo il ‘tour’ tornando a bomba, con il solito coraggioso McCullough, che ha appena co-firmato quel fondamentale protocollo di farmaci e cure in grado di combattere contro la Killer-Spike, la chiave di tutti i vaccini genici come quelli griffati, appunto, Pfizer eModerna.

Il noto cardiologo-contro ha appena partecipato al ‘ReAwaken America Tour’ che ha fatto tappa a Las Vegas. E’ stata l’occasione per dire, ancora una volta con grande coraggio, la sua, e soprattutto al fine di illustrare il protocollo da lui stesso elaborato, in collaborazione con tre ricercatori, per “espellere la proteina Spike dall’organismo di un soggetto vaccinato”, sono le sue parole. Il protocollo è fresco di autorevole pubblicazione, sul ‘Journal of American Physicians and Surgeons’

Ecco cosa ha detto, in sostanza, nel suo intervento.

I vaccini covid-19 sono stati il più grande esperimento umano mai fatto nella storia. Hanno lasciato circa il 15 per cento di coloro che li hanno assunti con qualche forma di problema medico”.

Moltissimi tra i vaccinati contro il covid hanno ancora in circolo, nel proprio organismo, la proteina spike. E’ nelle loro cellule, nei loro tessuti”.

Il corpo umano non sembra avere enzimi in grado di abbattere questa proteina ed eliminarla. Semplicemente perché questa proteina non è naturale: perché è stata progettata in un laboratorio di biosicurezza cinese utilizzando progetti provenienti da ricercatori statunitensi, completamente finanziati e supportati dal National Institute of Health e dal National Allergy Immunology branch gestito dal Dr. Anthony Fauci”.

Anthony Fauci

Quanto ha da tempo denunciato la ‘Voce’, in svariate inchieste; fatti gravissimi, ovviamente oscurati dai media, e sui quali da un anno e mezzo hanno puntato i riflettori i procuratori della Louisiana e del Missouri, con una deflagrante inchiesta, non solo a carico di Fauci – of course, che da un anno è andato in pensione – ma anche dei vertici della Casa Bianca (a questo punto coinvolti sia nel ‘Giallo Wuhan’ che nelle indebite pressioni sui social media).

E’ proprio la proteina Spike – continua McCullough – entrando in circolo nel sangue, alla base dei problemi cardiaci, come le sempre più frequenti miocarditi e i ‘malori improvvisi’”.

Come liberarsi quindi della Spike, prima arginandone i nefasti effetti e poi gradualmente espellendola dall’organismo?

E’ a questo punto che entra in gioco il ‘protocollo’ di disintossicazione dalla Spike, che si basa sull’assunzione di tutta una serie di farmaci e cure molto semplici, esistenti sul mercato e quindi disponibili in tutte le farmacie, e alle quali aveva fatto riferimento lo studio elaborato dal ‘World Council for Health’.

Le sostanze fondamentali, comunque, sono tre. E le illustra bene uno dei pochi siti di autentica contro-informazione sul fronte dei vaccini, ‘il Paragone’, fondato e animato dal giornalista ed ex parlamentare Gianluigi Paragone.

Ecco cosa dettaglia: “Il protocollo di disintossicazione consente alle persone di affrontare in modo proattivo il problema utilizzando tre sostanze naturali: nattochinasi, bromelina ecurcumina. Tutti prodotti ‘da banco’, facilmente reperibili. La nattochinasi è un enzima derivato dalla fermentazione della soia. E’ stato tradizionalmente utilizzato in Giappone per i suoi presunti benefici cardiovascolari. Studi preclinici dimostrano che degrada la proteina Spike. La bromelina, invece, è un insieme di enzimi derivati da steli di ananas, approvata dalla Food and Drug Administration statunitense e dell’EMA come trattamento per le ferite. Come la nattochitosi, ha anche dimostrato di accelerare l’espulsione della proteina Spike. Infine, la curcumina è il composto attivo nella curcuma, ampiamente utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie, utile a mitigare ulteriori danni derivanti dalla proteina Spike”.

Continua ‘il Paragone’: “Le dosi raccomandate nel protocollo del dottor McCullough vanno seguite ‘per almeno tre mesi’, pur precisando che coloro i quali hanno ricevuto iniezioni multiple potrebbero aver bisogno di prenderlo ‘per dodici mesi o più’: la nattochinasi si assume attraverso 2000 unità di fibrina (100 milligrammi) per via orale due volte al giorno a stomaco vuoto; circa la bromelina, ne vanno assunti 500 milligrammi per via orale una volta al giorno; infine la curcumina si assume attraverso 500 milligrammi per via orale due volte al giorno”.

E così conclude: “Peter McCullough asserisce di aver osservato che le persone sperimentano sollievo da sintomi come intorpidimento, formicolio, battito cardiaco, mal di testa e perdita dei sensi”.

Sorgono spontanee, a questo punto, alcune domande.

Come mai tutte le autorità scientifiche (e politiche) internazionali e nazionali se ne fottono degli effetti avversi, come più volte sottolineato?

E come mai, adesso, snobbano, ‘oscurano’, ignorano quanto viene autorevolmente proposto per arginare se non stoppare quei tragici effetti avversi provocati dai vaccini?

E vi rammentiamo un’altra ‘story’ più volte segnalata. Nel volume ‘Covid 10 – La fine di un incubo’ uscito poco più di un anno fa e firmato da Giulio Tarro, l’allievo prediletto di Albert Sabin (che scoprì il vaccino antipolio) auspicava l’adozione – da parte delle autorità politiche e scientifiche di casa nostra – di TEST GENETICI ad hoc per chi deve sottoporsi al vaccino, al fine di verificare se l’organismo può sopportare o meno l’impatto dei vaccini, soprattutto ovviamente quelli a mRNA e in particolare a livello cardiaco.

Come mai, anche in questo caso, le nostre ‘Autorità’ (sic) non vedono, non sentono, non parlano?

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A questo punto, cliccando sul link in basso, potete leggere il testo integrale (in lingua originale) dello studio firmato da McCullough e altri tre ricercatori (Anthony Kyriakopoulos, Grey Nigh e Stephanie Seneff), pubblicato dal ‘Journal of American Physicians and Surgeons’ e titolato “Proteolytic Targets for SARS-CoV-2 Spike Proteine Degradation: Hope for Systemic Detoxication”.

Un vero manuale di sopravvivenza.

 

 

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kyriakopoulos

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