NUOVI SCENARI / IMPLODONO FRATELLI D’ITALIA E IL GOVERNO. ARRIVA IL GRANDE CENTRO GRIFFATO RENZI?

Un colpo da autentico campione di biliardo, quello messo a segno dal generale Roberto Vannacci: che ci ‘obbliga’ ad un secondo, consecutivo intervento.

Dopo aver fatto ‘implodere’ Fratelli d’Italia – come dettagliato nella new di ieri – è riuscito nell’ardua impresa di far entrare in fortissima fibrillazione il governo: non per le ‘spallate’ dell’opposizione – sempre più un fantasma che non riesce più neanche a mettere a segno un rigore su cento – ma per le ‘eruzioni’ interne alla maggioranza di governo. Che in queste ultime ore si sta sfaldando, anche in vista del voto europeo della primavera 2024.

Rimettiamo insieme i tasselli del puzzle.

Guido Crosetto. In alto Tajani, Salvini, Meloni e, sullo sfondo, Renzi

Il primo intervento, a botta calda, firmato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, mette le cose in chiaro, definendo ‘farneticanti’ le parole del generale e in pratica ‘dimissionandolo’ dal suo prestigioso incarico, quello di responsabile dell’Istituto Geografico Militare’ di Firenze, incarico fresco fresco, visto che la poltrona gli era stata assegnata appena a maggio 2023, in piena era-Meloni.

Abbiamo dettagliato ieri la serie di reazioni a catena immediatamente sviluppatesi, come dopo aver gettato ettolitri di benzina su un fuoco appena appiccato.

 

MELONIANI SPACCATI A META’ COME UNA… MELA

Fratelli d’Italia esce letteralmente spaccata a metà: da un lato l’ala governista, incarnata da Crosetto, e dall’altro quella nera-nera, plasticamente (e antropologicamente) rappresentata dal capo dell’organizzazione Giovanni Donzelli e dal viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami.

Muta, fino ancora a questo momento, la premier Giorgia Meloni: che prima o poi, vista l’aria, anzi la bufera che tira, non potrà restare equilibrista a vita.

 

… MENTRE FORZA ITALIA DIFENDE CROSETTO

Ma cosa è poi successo nelle ultime, frenetiche ore?

Rompe gli indugi, sul fronte di Forza Italia, il capogruppo alla Camera Giorgio Mulè, che prende nettamente le difese del ministro… della Difesa: “In questa storia – sottolinea – non c’è possibilità di sbagliare: si sta convintamente dalla parte di Crosetto”.

Giorgio Mulè

Sulla stessa linea, anche se leggermente più sfumata, Antonio Tajani, il neo segretario del partito dopo la morte del ‘presidente a vita’ Silvio Berlusconi: “Bisogna essere molto prudenti quando si occupano incarichi di grande responsabilità, perché le opinioni legittime e personali rischiano di diventare opinioni dell’istituzione che si rappresenta”.

Come è successo non solo con il caso-Vannacci ma in modo altrettanto clamoroso con le ‘altrettanto’ farneticanti ‘certezze’ (come ha sottolineato nel primo tweet, non ‘opinioni’, secondo la pezza a colori del secondo tweet) del responsabile della comunicazione della Regione Lazio, Marcello De Angelis, rimasto avvitato alla sua poltrona, con un presidente-mummia Francesco Rocca che non ha detto una sillaba, in pratica avallando quelle vergognose frasi assolutorie dei killer neofascisti della strage di Bologna.

Ma torniamo subito alla sequela di reazioni a catena.

Tajani – sicuramente scottato per il ruolo di ‘fattorino’ e non ministro degli Esteri, visto l’iper attivismo della premier Giorgia, in volo quasi quotidiano per mezzo mondo – ha colto la palla al balzo per chiarire una volta per tutte il contesto delle alleanze europee in vista del voto 2024: mai con i fascisti della francese Marine Le Pen, mai e poi mai con in neo nazisti di ‘Allianz fur Deutschland’ (AFD), che vorrebbero essere accolti a braccia aperte dal Popolari Europei.

Il niet di Tajaini può convincere, una buona volta, quei troppo ondivaghi Popolari a non cedere alle lusinghe e alle sirene nere: anche perché scottati dalla batosta spagnola, dove quei Popolari iberici che strizzavano l’occhiolino a super-franchisti di ‘Vox’ (in ottimi rapporti con lady Meloni) hanno ricevuto una sonora lezione, e ora è in fase di decollo un altro governo socialista guidato da Pedro Sanchez e appoggiato dalle formazioni di sinistra, soprattutto catalane e basche.

Una lezione che dovrebbero – da noi – imparare tutti quelli che hanno totalmente dimenticato cosa significa la parola ‘sinistra’: il primo motivo per cui, ad esempio, nonostante questi ‘macigni’, il governo Meloni ancora non s’è sfasciato…

 

L’IDEM SENTIRE TRA SALVINI & IL GENERALE

Passiamo al terzo protagonista dell’attuale esecutivo di destra-destra, il capo della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Che dopo aver messo a fuoco l’intera vicenda e una adeguata ‘spremitura’ delle ponderose e poderose meningi, ha espresso il suo Verbo, anche se in un improbabile italiano (ma gli vien perdonato, per via del lumbard che sempre rimembra): “Io mi comprerò questo libro del generale, perché prima di commentare e giudicare è giusto leggere”. Ovvio.

Ma anche il numero uno dell’ex Carroccio ha paragonato Vannacci al solito Giordano Bruno: il quale, poverino, si starà letteralmente rivoltando nella sua tomba, per i tanti che l’hanno tirato in ballo in queste bollenti settimane agostane, dal caso Vannacci al caso De Angelis.

Si è poi saputo che il tanto occupato ministro (il primo dei suoi pensieri resta comunque saldamente la folle realizzazione del Ponte sullo Stretto, con tutti i giganteschi problemi economici e sociali che abbiamo di fronte!) si è trattenuto in cordiale conversazione telefonica con il generale.

Il quadro, quindi, è ormai completo, a livello governativo.

Forza Italia a strenua difesa di Crosetto; la Lega a strenua difesa di Vannacci; Fratelli d’Italia spaccati a metà.

Un disastro – e un caos – che più totale non si può: non solo a livello nazionale – quello che ci interessa per il domani del nostro Paese, alle prese con una finanziaria che è un gigantesco punto interrogativo, come ha candidamente ammesso lo stesso ministro leghista Giancarlo Giorgetti – ma anche sul versante europeo.

Francesco Lollobrigida

Cosa può succedere nei prossimi giorni, perché la mina va disinnescata subito?

Quali pesci prenderà, dopo il rientro dall’ossigenazione pugliese, lady Meloni?

Attenta o no a non beccare quel granchio blu tanto pubblicizzato dal cognato (ha sposato la sorella Arianna Meloni, prossima candidata alle Europee, of course, per FdI) Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, come nelle più classiche dinasty politiche, un tempo di pretta marca democristiana, oggi appannaggio della destra governativa?

Staremo a vedere: sarà tsunami?

O si ricomporranno i cocci del vaso?

Su una cosa sa bene di poter contare la premier Meloni: la totale inconsistenza, anzi la letterale assenza di una reale opposizione. Che non esiste, non dà alcun segno di vita, continuando a blaterare parole senza senso e sventolando l’unica bandierina del salario minimo: un po’ pochino, con la massa dei problemi e delle urgenze sul tappeto in vista di un autunno che più bollente di sempre ormai s’annuncia; pur se la Cgil continua a dormire sonni tranquilli, avendo preannunciato, settimane fa, uno sciopero per il 7 ottobre. Con tutta la calma possibile….

Ma ecco in campo la variabile che non ti aspetti, ma è sempre dietro l’angolo, visto il ‘personaggio’-ispiratore.

 

TORNA LA BALENA BIANCA GRIFFATA RENZI?

Stiamo parlando di Matteo Renzi, l’uomo che dopo la clamorosa sconfitta (per usare un eufemismo ‘british’) al referendum ammazza-Costituzione avrebbe dovuto lasciare la politica e ritirarsi a vita privata.

E invece cosa rischia di combinare ora, il ‘bischero’ toscano?

Di progettare e lanciare subito in mare – profittando delle macerie sparse a destra e manca – un nuovo Grande Centro, la Balena Bianca post globalizzazione. Per solcare i futuri mari politici di casa nostra.

E quindi, voilà, può cominciare la pesca miracolosa griffata Matteo, pronto col suo Vangelo tutto Poltrone & Potere, come del resto è sempre stato nel suo stile, che ne fa l’emblema del peggio-del peggio-del peggio della politica italiana di sempre: il vero ‘sfascista’ (aveva cercato di picconare e massacrare la Carta Costituzionale) travestito da costruttore del Futuro! Da autentico Zelig…

Ecco il mosaico del suo Piano.

Pesca a destra: primo obiettivo Forza Italia, il ‘pesce’ più abbordabile, da sempre nel suo mirino. Del resto, con gran candore, lo ha sempre ammesso lo stesso Cavaliere, rispondendo alla classica domanda su un suo possibile erede politico: “Non vedo niente, nel mio partito. Se devo dire un nome, mi viene in mente solo quello di Matteo Renzi”. E lui, l’erede in pectore, non se lo fa certo ripetere due volte.

Quindi, il partito ora guidato da Tajani è la prima scelta.

C’è poi da pescare tra i ‘governisti’ di Fratelli d’Italia che, se delusi dalle prossime scelte della premier, potrebbero sbattere la porta e uscirsene, per virare al Centro, con il neo partito renziano pronto ad accoglierli a braccia aperte. Lo stesso discorso vale per i governisti-leghisti del tipo Giorgetti.

L’affare, a questo punto, già prende una sua consistenza.

Ma manca all’appello la pesca a ‘sinistra’ (sic), ossia in quel ‘campo aperto’ per ogni scorribanda possibile, figurarsi per uno politicamente così ‘navigato’ come il Matteo.

Elly Schlein

Con la rete a strascico, a questo punto, potrà raccogliere tutti gli scontenti dalla politica, considerata troppo a sinistra, del segretario Elly Schlein. Niente di più facile: frotte di ‘governisti’, mandrie di ‘poltronisti’ targati PD, abituati per anni a gestire potere e ora in attesa di un Messia, che guarda caso avrà il nome di uno dei più cari ‘discepoli’.

Ricordate i ‘miglioristi’ di un tempo, capeggiati dall’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano? Bene, la casa del Nuovo Grande Centro li attende con ansia. E, statene certi, sono tanti: e il partito di lady Schlein subirà una cura che più dimagrante non si può, tanto da ridursi a livello delle già sempre più cadenti 5 Stelle.

E tanti fra i big (almeno quelli ancora in vita) della mitica Balena Bianca arriveranno, attratti dal pifferaio magico.

Potrà resistere a quelle melodie un big del calibro del sempreverde Pierferdinando Casini?

Pier Ferdinando Casini

O un sempre mediaticamente presente Clemente Mastella?

Oppure l’appena fuoruscito (dal Pd) Giuseppe Fioroni?

Perfino ‘cuore pazzo’, al secolo ‘O Ministro Paolo Cirino Pomicino può tornare molto utile alla causa, provvedendo a stilare le prossime finanziarie.

A questo punto, statene certi, anche il ‘coniuge’, appena sbattuto fuori, al secolo Carlo Calenda, non avrà altra scelta: tra le braccia della ‘sinistra’ Schlein o il ritorno da figliol non troppo prodigo dal suo ex co-padrone Matteo? Un film già troppe volte visto. E dal finale scontato.

Sogno d’una notte di mezza estate, anzi di un’estate bollente ma già avanzata?

Non troppo.

Vista, appunto, l’aria che tira. E il caos che regna ‘sovrano’.

Ci vedremo presto per confermare, o meno, le ‘previsioni del tempo’…

 

 

LINK

 

UNA MEDAGLIA PER IL GENERALE / IL CASO VANNACCI FA IMPLODERE FRATELLI D’ITALIA

 

IL CASO DEL GENERALE VANNACCI / ISTIGARE ALL’ODIO NON E’ REATO

 

DE ANGELIS, IL PORTAVOCE NERO

 

CASO DE ANGELIS / IL DIRETTORE DE L’UNITA’, PIERO SANSONETTI, DA’ I NUMERI


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