Abbiamo preferito aspettare i rituali commenti e le lacrime di coccodrillo del solito, stucchevole codazzo politico prima di scrivere qualcosa a 5 anni dalla tragedia ‘stra-annunciata’ del ‘Ponte Morandi’ di Genova.
A cominciare dalla consueta litania del presidente-mummia (perché non prende il posto di al-Sisi in Egitto?) Sergio Mattarella il quale, come un aggeggio azionato ormai dall’intelligenza artificiale che detterà legge nel prossimo domani, ha ripetuto l’orridogingle, “bisogna fare giustizia”, come ormai in ogni occasione del genere, da Ustica alla stazione di Bologna.
Ma è colpa delle vittime, forse, se la giustizia è regolarmente negata, vilipesa, calpestata da trent’anni almeno ad oggi?
Con tutte le Stragi di Stato sempre impunite, al massimo alcuni esecutori materiali in galera, MAI i mandanti politici che restano costantemente ‘a volto coperto’? Lo vogliamo capire una volta per tutte che ‘le mafie’ sono state la manovalanza killer per eseguire stragi organizzate da Servizi che un tempo si dicevano deviati, ma volute da quelle ‘menti raffinatissime’ di cui parlavano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con evidente riferimento ai politici & piduisti di turno?
Ma torniamo al Ponte Morando, in cui una volta tanto non c’entrano i Servizi: mentre è pienamente coinvolta quella classe di imprenditoria ‘taroccata’, proliferata cioè grazie ai padrini politici, of course, per ottenere corsie preferenziali al fine di rastrellare appalti & concessioni stramilionarie quasi a vita.
Come nel caso dei Benetton, tipico esempio di ‘prendi i soldi per anni a palate e fuggi’.
Così infatti è successo con la magica concessione ottenuta da ‘Edizioni’, la holding del gruppo trevigiano, e dal suo braccio operativo, ‘Autostrade per l’Italia’ che ha potuto realizzare dal 2010 al 2018 – l’anno della strage di Genova – quelli che oggi chiamiamo ‘extraprofitti’ da mille e una notte, senza neanche rispettare i patti.
I Benetton, infatti, avrebbero dovuto realizzare investimenti & opere per quasi 5 miliardi di euro – tra cui di tutta evidenza quelle di necessaria manutenzione e miglioramento, come ad esempio la ‘Gronda di Ponente’ per alleggerire il traffico proprio sul Ponte Morandi – e invece niente: zero assoluto sugli investimenti, sulle opere più che necessarie, per la fondamentale manutenzione che si fa in ogni paese ‘civile’.
E hanno accumulato ‘extraprofitti’ anche nell’anno della tragedia, il 2018, per ben 640 milioni di euro.
Cosa è poi successo?
Sono riusciti a ‘fuggire’, a svignarsela con quella cassa e altra ‘cassa’, proprio nel momento bollente.
Cosa ha pensato incredibilmente di fare il nostro ‘Stato’? Invece di spedire in galera i killer, hanno confezionato per loro un bel regalino. Anzi un regalone: visto che la nostra pubblica ‘Cassa Depositi e Prestiti’, con la collaborazione finanziaria di due star dei ‘fondi speculativi’, ossia ‘Blackstone’ e ‘Macquire’, ha comprato la quasi totalità (l’88 per cento) di ‘Autostrade per l’Italia’. E sapete quanto ha sborsato, o meglio in gran parte abbiamo sborsato noi cittadini? Tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, una cifra stratosferica.
Mentre i signori Benetton sono riusciti a farla franca sul fronte giudiziario, perché nessuno di loro è sul banco degli imputati nel processo di primo grado in corso a Genova per la strage: dove sono in attesa della sentenza i 3 presidenti di Autostrade che si sono succeduti nel corso di quegli anni (Giovanni Maria Gros Pietro, Fabio Cerchiai, Giuliano Mari) e i due ex amministratori delegati (Vito Alfonso Gamberale e Giovanni Castellucci).
E il processo?
Rischia di finire nel solito, classico flop. Lo ha ammesso, amareggiato, lo stesso pm, Walter Cotugno: “Si rischia la prescrizione per alcuni reati gravi”. Come, ad esempio, l’omicidio colposo. Un reato che ci pare molto leggero: perché – a nostro sommesso parere – si tratta di reato ‘doloso’ o quanto meno ‘preterintenzionale’, come si diceva un tempo e ora, purtroppo, non si dice (e non si pratica) più.
Chi non ha fatto quei lavori di manutenzione necessari affinchè il ponte, prima o poi, inevitabilmente cedesse, ha messo deliberatamente in conto una possibile strage. Certo, non volevano uccidere, lorsignori, tizio e caio, in quell’infermale 15 agosto 2018: ma sapevano bene, benissimo che prima o poi, appunto, la tragedia si sarebbe verificata.
Altro che colposo!
Ma pur ‘colposo’ (proprio come succede per la strage ‘gemella’ di Viareggio), quel reato rischia seriamente di non essere appioppato a nessuno. Per via della solita, miracolosa prescrizione.
A tutt’oggi, infatti, restano da sentire – udite udite – ancora 500 testi; e dovranno essere ascoltati i 58 imputati.
Fatti due rapidi calcoli, tenuto conto del pur serrato ritmo delle udienze, si arriverà a fine processo alla fine del 2025, proprio per quel Natale. E appena dopo qualche settimana – fatti altri due semplici calcoletti – scatteranno le prime, fatidiche prescrizioni!
Ma cosa cavolo serve, se non per perdere tempo, ascoltare 500 testi? Quando nel corso delle tante udienze se ne sono già stra-sentite di tutti i colori, perfino le registrazioni di telefonate tra vertici, dirigenti e funzionari di Autostrade che se la ridevano e sghignazzavano nel fottere soldi allo Stato per non fare le opere di manutenzione?
E’ mai giustizia questa?
E’ rispetto per le vittime, in questo modo uccise per una seconda volta?
E’ rispetto per i familiari, che quotidianamente vivono sulla loro pelle quella tragedia?
Fa qualcosa di concreto per evitare questa prescrizione killer, questa giustizia campata per aria, il capo dello Stato e del CSM Mattarella?
Fa qualcosa il guardasigilli Carlo Nordio oppure il suo sponsor eccellente Giorgia Meloni?
Bastano le solite parole al vento per ridar fiducia agli italiani?
Per ridar fiato ad una Giustizia ormai ridotta al lumicino, e al solito solo capace di calpestare i normali cittadini e di non far pagare mai il dazio a lorsignori?
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