LA SCENEGGIATA ‘NAZIONALE’ / IL PREVEDIBILE ‘BEAU GEST’ FIRMATO AURELIO DE LAURENTIIS

Mi perdonerà il grande amico e compagno di una vita, Luciano Scateni, se per una volta invado il suo campo calcistico e, addirittura, tiro in ballo il Napoli e il suo patron Aurelio De Laurentiis.

Per commentare appena la ‘sceneggiata’ di queste calde ore ferragostane, via ‘Nazionale’.

Ad aprir le danze il Commissario tecnico Roberto Mancini, protagonista di un epico (favorito da un altrettanto epico fondoschiena) Europeo, e poi primattore nella ridicola eliminazione per i Mondiali in Qatar ai quali anche un Empoli o un Sassuolo si sarebbero agevolmente qualificati.

Roberto Mancini. Sopra, Aurelio De Laurentiis

Non si è dimesso in quell’occasione, l’intrepido Ct, lo ha fatto ora, dopo aver ricevuto addirittura carta bianca come supervisore di tutte le nazionali e aver potuto scegliere i suoi collaboratori fidati.

Sbraita, ora, il super Ct, perché si sente ‘maltrattato’ – poverino- dai media, che hanno osato far cenno al contratto faraonico propostogli – a quanto pare da 60 milioni, euro più euro meno – dall’Arabia Saudita per condurre al successo la sua Nazionale in vista dei mondiali afro-asiatici.

Sorge spontanea la domanda: perché l’intemerato Ct non ha il coraggio di raccontare una verità che tutti sanno e della quale non è poi il caso di vergognarsi, visto lo shopping arcimilionario di tutte le star che ha iniziato da mesi lo straricco superfondo saudita, un vero pozzo senza fine in grado di stravolgere tutte le regole (se mai ce ne sono state) che governano il mondo pallonaro a livello internazionale?

Perché mister Mancini non dice chiaro e tondo che quell’offerta è irrinunciabile perché in un botto gli cambia la vita e invece rovescia la frittata, accusa i media e parla di misteriosi ‘motivi personali’? A questo punto, se si siederà sulla poltrona di Ct maximo dai sauditi, alla prima partita che caso mai quella ‘sua’ nazionale giocherà in Italia, non potrà non essere subissato da una marea di fischi e pernacchi. Oppure, meglio, da un irridente silenzio tombale, per non dar troppo peso ad un signor Nessuno.

Perché mai la verità, la schiettezza e la sincerità non devono abitare nell’universo pallonaro? Boh.

Atto secondo. La scelta, nel giro di poche ore sotto la canicola ferragostana, nel nuovo Allenatore maximo: visto che per fine settimana devono addirittura essere diramate le convocazioni per le due prossime partite di qualificazione all’Europeo.

E’ cominciata, of course, la frenetica caccia. Due gli obiettivi: l’ex numero uno di Juve, Inter e Nazionale, Antonio Conte, e l’ultimo allenatore del Napoli stellare, Luciano Spalletti. La scelta si è subito ridotta a un solo nome, il toscanaccio capace di portare il terzo scudetto dopo 33 anni all’ombra del Vesuvio, per la gioia dell’indimenticabile Diego Armando Maradona.

Luciano Spalletti

Ma ecco subito il cavillo, da superare per forza di cose in poche, iper frenetiche ore. Spalletti, infatti, come ormai sanno anche le pietre, ha firmato un contratto biennale con il Napoli: ma dopo aver vinto lo scudetto a sorpresa si è dimesso, e gli è poi subentrato il francese (e già allenatore della Roma) Rudy Garcia.

Ma in quel contratto con il Napoli griffato De Laurentiis, appunto, era prevista una clausola: di non allenare una squadra potenzialmente avversaria del Napoli per un anno, pena una sanzione da 3 milioni di euro.

Sono subito scesi in campo stuoli di legali per fornire il loro parere. In particolare il super esperto Mattia Grassani: a suo parere non se ne esce se la nostra Federcalcio non sborsa la clausola prevista nel contratto: poco importa che non si tratti di un club ma di una Nazionale, quella cifra va pagata. E, in via teorica, potrebbe farlo lo stesso Spalletti, auto-liberandosi.

C’è un retroscena che, per chiarire meglio il contesto, va raccontato, prima di arrivare al finale di partita. A quanto pare Spalletti sarebbe stato già contattato dalla Juve, via Cristiano Giuntoli, ossia il nuovo responsabile del mercato bianconero arrivato proprio dal Napoli, e quindi in ottimi rapporti con l’allenatore fresco di scudetto. In questo ‘scenario’, la Juve avrebbe intenzione di ‘prenotare’ Spalletti, in caso di flop per Massimiliano Allegri, al quale è stata concessa l’ultima spiaggia (ossia vincere lo scudetto 2024) per non ricevere il benservito. Non sarebbe quindi campata per aria l’ipotesi, per il campionato 2024-2025, di una nuova coppia Spalletti-Giuntoli, stavolta all’ombra della Mole.

A questo punto, la rottura con Mancini e l’offerta arrivata a stretto giro dal numero un della Federcalcio, Gabriele Gravina, arriverebbe come il cacio sui maccheroni: impedendo quindi, nei fatti, che Spalletti tra un anno possa andare all’odiata (da De Laurentiis) Juve, perché dovrebbe sottoscrivere con la Nazionale un contratto almeno biennale.

Al tirar delle somme.

Il patròn del Napoli guarda sempre alla cassa e pensa sempre ai suoi business (visto che i cinepanettoni non tirano più). Ha venduto la rivelazione coreana Kim realizzando una plusvalenza da 40 milioni di euro; sta per vendere ai soliti sauditi il perno del centrocampo Zelinsky; potrebbe, di fronte ad una ‘offerta irrinunciabile’, privarsi della stella Osimhen e fare super-cassa. Ma ben pochi di quei danari andrebbero per rafforzare la squadra, che dove difendere lo scudetto e andare avanti con maggior successo in Champions.

E allora? Ci lanciamo in una previsione, di cui potremo verificare la bontà nel giro di poche ore, vista l’urgenza della scelta che dovrà operare la Federcalcio.

Non si tratta di una cifra monstre, come in un primo momento era balenato (addirittura 8 milioni di euro): ma ‘appena’ di 3 milioni, briciole oggi in un mondo pallonaro sempre più drogato da vagonate di milioni, oggi incentivate dai fondi arabi, e comunque sempre sottoposto ai voleri di procuratori sempre più famelici.

Alla fine il ‘generoso’ De Laurentiis farà il beau gest: regalo il mio Spalletti alla Nazionale. Al tempo stesso evito che tra un anno approdi a Torino, sponda Juve.

E così la Federcalcio, almeno per un paio d’anni, mi dovrà essere profondamente e concretamente riconoscente.

Intesi?


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