Agosto 2007, esattamente 15 anni fa.
Titolò la ‘Voce’: “SPIATI!”. E questo sommario: “Dal 2001 la Voce, i suoi redattori ed opinionisti sono stati oggetto di costante attenzione e dossieraggio da parte del Sismi di Nicolò Pollari. Ripercorriamo alcune delle inchieste che potrebbero, in questi anni, aver messo in allarme qualcuno molto in alto”.
Sembra, tessera più tessera meno, lo scenario che salta fuori oggi, con l’inchiesta su cui sta lavorando la procura di Perugia diretta dall’ex presidente dell’ANAC (l’autorità anticorruzione) Raffaele Cantone, partita a Roma dopo la denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto. Uno scenario da brividi, con pezzi dello Stato che lavorano per delegittimare politici e non solo a colpi di dossier.
Val la pena, quindi, di ripercorrere quella storia che vide, tra i protagonisti-dossierati, proprio la Voce.
Ecco l’incipit di quell’articolo di 15 anni fa: “Ci siamo scoperti ‘supercomplottisti’ ma, soprattutto, super spiati, giovedì 5 luglio, ore 7 e 30. Un collega romano ci butta giù dal letto con un ‘avete visto chi siete!” e poi un colorito ‘eravate voi, allora…’. E’ il day after la bufera al CSM, con i dossier del Sismi-Sismi sotto i riflettori, e non parto della fazione deviata. Nicolò Pollari e Pio Pompa, tutti e due a dossierare? Leggiamo di noi nel minuzioso resoconto di ‘Repubblica’. Dopo il titolo a tutta pagina ‘Quei giuristi militanti e il circo mediatico delegittimano il premier’, ecco il sottotitolo, ‘Una Voce da spegnere. Un inglese da spiare’”.
Cosa era successo, per dirla molto in breve? L’esecutivo Berlusconi, insediato nel 2001, aveva deciso, strada facendo, di affidare alle ‘amorevoli’ cure del Sismi guidato da Pollari una precisa attività di intelligence, dossieraggio di tutti quelli che venivano ritenuti avversari del premier. In prima fila magistrati, giornalisti, animatori di associazioni e alcuni politici.
Un ruolo preminente – secondo le minuziose ricostruzioni effettuate dal braccio destro di Pollari, Pio Pompa – in questo contesto ‘complottista’ o, se preferite, ‘eversivo’, veniva esercitato proprio dalla nostra Voce, autentico ‘crocevia’ (così venivamo dipinti) in cui si ritrovavano magistrati-contro, reporter-contro, associazioni-contro: insomma, un vero mosaico di ‘guerriglia informativa’ e non solo.
Tra i principali ‘eversori’ – oltre ad Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola, direttore e condirettore – diverse firme della Voce: come Giulietto Chiesa, Elio Veltri, nonché l’ultimo direttore anni ’70, Michele Santoro, e anche il suo (poi) braccio destro tivvù, Sandro Ruotolo. Ma soprattutto Percy Allum, che ha firmato articoli e reportage per molti anni e ritenuto, dall’affiatato tandem Pollari-Pompa, la ‘cellula’ inglese trapianta in suolo italico, per la precisione all’ombra del Vesuvio.
Ecco come veniva descritto il celebre politologo inglese (autore del mitico libro sul ‘Potere della DC’, la prima maxi inchiesta sulla Balena Bianca in Italia) nel dossier Sismi: “Percy Allum, cittadino inglese, il cui nome sarebbe Anthony Peter Allum che, oltre ad essere punto di riferimento di alcuni corrispondenti come quelli del Guardian, dell’Economist e del Financial Times, godrebbe di solidi legami (in ciò agevolato dall’essere docente presso l’Orientale di Napoli) con ambienti del fondamentalismo islamico, fungendo anche da collegamento con quelli attivi in Gran Bretagna”.
Ci manca solo l’ispettore Cluzot nella insuperabile versione interpretata da Peter Sellers e poi il quadro è completo!
Il reportage della Voce di quel bollente (proprio come oggi) agosto 2007, era poi impreziosito dall’intervento di una autentica nostra colonne per decenni, Ferdinando Imposimato, il grande magistrato autore di inchieste rimaste nella storia e vittima di una tremenda vendetta trasversale, l’uccisione del fratello, operaio e sindacalista alla Face Standard di Maddaloni a metà anni ’80. Così si intitolava il suo pezzo: ‘Chi vuol insabbiare il SISMIGATE?’.
Vi raccontiamo poi come tutto è andato a finire.
Abbiamo denunciato penalmente il Sismi, nelle persone di Pollari e Pompa, davanti – guarda caso – proprio al tribunale di Perugia, competente per territorio, visto che come parti offese (cioè nel mirino dei Servizi) c’erano diversi magistrati ‘scomodi’. Il processo è andato avanti per diversi anni, tra udienze e rituali rinvii. Poi è finito nel nulla. O meglio, in una bolla di sapone.
E sapete perché? Nonostante la Procura abbia raccolto una sfilza di elementi a carico degli ‘spioni’ e, soprattutto, di danni provocati agli ‘spiati’ con quella ignobile attività di spionaggio e dossieraggio, tutti i premier dei governi che si sono succeduti dal 2007 in poi (vale a dire da Berlusconi fino a Matteo Renzi), hanno ‘regolarmente’ opposto il ‘Segreto di Stato’, usato comodamente dai vertici dei Servizi (Pollari e Pompa, appunto) per non dover spiegare alcunchè. Tutto coperto dal ‘Segreto di Stato’, comodo lasciapassare per ogni nefandezza & illegalità.
A nulla è valso spiegare – da parte dei legali delle parti offese – che il segreto di Stato può essere ‘invocato’ solo da motivi di ‘sicurezza militare’, di pericolo per lo Stato stesso. Mentre in questo caso si trattava di beghe politiche personali, di azioni illegali perpetrate contro privati cittadini.
Tutto, quindi, tombalmente archiviato. Nessuna scusa, nessun danno prodotto, nessun risarcimento. Niente di niente. Come se ti passa addosso un TIR: poi un arrivederci e grazie.
E la GIUSTIZIA calpestata per l’ennesima volta.
Dopo 15 anni (nel frattempo chissà quanti altri dossieraggi mai venuti a galla) la storia si ripete. Verrà miracolosamente ‘scoperto’ qualcosa sui veri mandanti, visto che stavolta come ‘vittime’ ci sono anche alcuni big della politica?
Staremo a vedere.
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