STRAGISTI & SFASCISTI / UN PRESENTE SEMPRE PIU’ ‘NERO’

Ormai hanno oltrepassato ogni limite. La misura – come si suol dire – è stracolma.

In qualsiasi paese che osi definirsi ‘civile’ questo governo verrebbe mandato via a pedate. Oppure tradotto direttamente nelle patrie galere.

Per immoralità, indegnità, illegalità e perché è – esso stesso – un’apologia del fascismo perfettamente incarnata. Siamo al nazi-fascismo allo stato puro: e pure peggio, con tutte le varianti sub-culturali nel frattempo stratificate.

Eccoci a due esempi che più lampanti non si può.

La tragica farsa griffata Marcello De Angelis, il portavoce della Regione Lazio, non del bar sulla Camilluccia; e gli stipendi d’oro per i supermanager che dovranno occuparsi dell’altra opera in farsa, il Ponte sullo Stretto.

Partiamo dal primo caso, dalla Vergogna di Stato.

Qualsiasi cosa oggi decida il numero uno della Regione Lazio, Francesco Rocca, dimetta il suo fedelissimo oppure no, la frittata è fatta.

Perché la prima pezza a colori messa dall’ex numero uno della Croce Rossa (farebbe meglio a tornarci come barelliere, anche se lì continuerebbe a far danni, Rocca) è totalmente risibile, anzi è da piangere. “La Regione non c’entra, De Angelis ha parlato a titolo personale”, osserva subito per proteggere l’amico.

Ma la carica di portavoce della Regione Lazio è stata fatta a titolo personale, come tra 4 amici al bar (o al Nar?), e quindi la Regione non è un ente pubblico ma un affare privato?

Di tutta evidenza Rocca e il partito che l’ha voluto lì, Fratelli d’Italia, la pensano così: questa è la loro visione del mondo, il ‘pubblico’ (sic) è una questione privata, da sbrigare tra camerati, nella migliore delle ipotesi; oppure fra terroristi e stragisti, per capirsi meglio, e comunque tra collusi, complici, negazionisti e collaborazionisti. Un vomitevole mix, non c’è che dire, quello nel quale questi sfascisti da fogna ci stanno piombando.

Esaminiamo per un momento meglio il caso-De Angelis. Ci sono solo due strade da percorrere, a questo punto, se le cose funzionassero come Dio comanda e ci fosse un minimo di logica in questa cloaca politica.

De Angelis è ‘uscito pazzo’, quindi per lui va applicato un TSO, ricoverato in un reparto psichiatrico e lì tenuto fino a che lo decidono i sanitari. Tale ipotesi può essere corroborata dalle farneticanti parole usate nell’uscita su facebook, soprattutto il passaggio nel quale si paragona a Giordano Bruno e si proclama pronto per il rogo.

De Angelis non è uscito pazzo, quindi racconta con ‘consapevolezza’ delle cose di cui, evidentemente, deve rispondere, essendo maggiorenne e vaccinato. Dovrebbe quindi essere arrestato, posto in fermo di polizia, processato per direttissima per collusione con gli stragisti di Bologna, ossia Fioravanti, Mambro e Ciavardini (suo cognato), e condannato ad una pena adeguata.

Roberto Fiore. In apertura Francesco Rocca e, sullo sfondo, Marcello De Angelis

Altrimenti dovrebbe fare dei nomi e cognomi, nonché ricostruire uno scenario credibile per quel sangue versato: ma di tutta evidenza la cosa appare ben poco credibile. Come mai, infatti, l’ex direttore del ‘Secolo d’Italia’ ed ex senatore De Angelis si sveglia solo adesso, a 43 anni da quella strage che più nera non si può?

E ricordiamo un dettaglio non da poco: la sua passata militanza in ‘Terza Posizione’, la formazione eversiva che aveva un ruolo ben preciso nella galassia nera. E in un pezzo di pochi giorni fa dedicato a Roberto Fiore, l’anima sempre nera di ‘Forza Nuova’, abbiamo ricordato come sia fuggito a Londra il candido Fiore – per evitare la condanna a 9 anni di galera – portandosi via una bella fetta dei soldi proprio dalla cassa di Terza Posizione.

E in conclusione. Il nostro Paese è in questi mesi ostaggio di una faida tutta interna a questi nazifascisti saliti al governo. Il caso De Angelis è un chiarissimo avvertimento indirizzato a Giorgia Meloni, una come loro che però, una volta incredibilmente diventata premier, ha dovuto per forza di cose farsi il ‘lifting’, e quindi ‘flirtare’ con i pezzi da novanta dei quali fino a pochi mesi fa diceva peste e corna: come i vertici europei e americani, dei quali ora è diventato il comodo scendiletto e dai quali un giorno sì e l’altro pure riceve (ed esegue) gli ordini.

Ogni tanto, però, ‘sgarra’: come è successo proprio per la commemorazione della strage di Bologna, di cui ha ‘dimenticato’ la matrice nera. Stranamente, invece, rammentata dal presidente del Senato, Ignazio Benito La Russa: che è stato messo in riga, e dopo averne dette per mesi di tutti i colori (una su tutte, la banda nazista delle Ardeatine spacciata per una banda di musicanti in pensione!), stavolta ha ingoiato il rospo e s’è fatto uscire dalla bocca le parole ‘quella di Bologna fu una strage fascista’. Cosa non si fa per sedere sulla poltronissima di Palazzo Madama!

Può un Paese essere condizionato dai regolamenti interni di un partito, Fratelli d’Italia? Sono tutti neri e resteranno neri per sempre, lo sappiamo bene: ma un pezzo ora cerca di ‘mimetizzare’ quell’indelebile nero, l’altro pezzo continua a vantarsene e a non farne mistero.

Eccoci, In breve, alla seconda gigantesca anomalia che i cittadini italiani sono costretti a subire.

Matteo Salvini

In queste ore il governo sta facendo le capriole – stavolta il leader leghista e ministro dei Trasporti Matteo Salvini in prima fila – per ‘sgarrare’ sul tetto agli stipendi dei manager pubblici. L’eccezione verrà fatta per quelli che si dedicheranno anima e corpo al futuro Ponte sullo Stretto.

A parte la totale inutilità dell’opera, che costerà barche da miliardi allo Stato e quindi ai cittadini (si parte da 15 miliardi di euro, cifra che verrà quanto meno triplicata nel corso degli anni e finirà in gran parte nelle casse di cosche e clan di mafia & ‘ndrangheta), è mai possibile prevedere uno strappo a quella minima regola per ingrassare le tasche dei manager che lavoreranno alla corte del Ciucci, il boiardo di Stato che dopo anni sotto la naftalina (furoreggiava ai tempi di Antonio Di Pietro ministro per le Infrastrutture 15 anni fa) è tornato prepotentemente alla ribalta e del quale la ‘Voce’ ha scritto qualche settimana fa (vedi link in basso)?

E poi aumentano i vitalizi.

E poi fanno una legge di bilancio che è una vera manna per gli evasori.

E poi l’immancabile Salvini attacca il fisco e se ne fotte degli extraprofitti di chi ha straguadagnato con la pandemia e con il continuo caro-benzina.

E’ un governo che ne fotte di chi non ha neanche il becco d’un quattrino e viene sempre più massacrato (vedi i pensionati con le minime da fame e l’ultimo ridicolo aumento da 8 euro e mezzo al mese, una mancia, dopo l’altra manica per il ‘carrello spesa’ da 380 euro all’anno!). Che se ne strafotte di chi non ha neanche più gli occhi per piangere e taglia il reddito di cittadinanza senza predisporre quelle forme di ‘reddito universale’ che in tutti i paesi occidentali esiste per chi è in condizioni di profondo disagio.

Che se ne strafrega del lavoro per i giovani costretti a pensare sempre di più ad un domani lontano dall’Italia.

E invece premia gli straricchi, gli evasori, chi beffa quelle poche leggi che esistono.

Dovrebbero andarsene tutti a casa (e parecchi in galera), questi sgovernanti sfascisti e neri. E invece se ne stanno lì, attaccati alle loro poltrone.

Maurizio Landini

Perché, al solito, l’opposizione è un fantasma, un ectoplasma capace solo di farfugliare poche parolette trite e ritrite.

E intanto il ‘compagno’ (sic) Maurizio Landini, numero uno della mummificata Cgil, parla di un possibile sciopero, e sapete per quando?

Domani, dopo domani?

No, per il 7 ottobre!

Oggi tutti sotto l’ombrellone per la tintarella!

E chissenefotte se l’Italia va a rotoli…

 

Link VOCE

PONTE SULLO STRETTO / CIUCCI & CAVALLI DI RITORNO


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