Lasciatela in pace, è sotto stress

Premiato con un ministero prestigioso, per aver diretto il Tg2 come longa mano diretta di Fratelli d’Italia, chi dovrebbe promuovere la diffusione della cultura (autore del capolavoro “Dante? Era di destra”)  è stato cooptato impudentemente nella giuria del Premio Strega e ha votato, ma come ha rivelato una domanda provocatoria della conduttrice Cucciari, senza aver letto i libri in competizione. Il rude presidente del Senato (ma come a osato nominarlo la Meloni?) per difendere il giovane virgulto di casa La Russa, accusato di violenza sessuale, si è auto nominato giudice delle indagini preliminari e ha dichiarato: “Ho interrogato a lungo mio figlio e ho accertato l’assenza di reati di natura penale!”. Per dare credibilità alla presunzione di innocenza, ha praticamente accusato la vittima di aver inventato lo stupro.

Siate buoni con lei, solidali, amichevolmente garantisti, benevoli, affettuosamente partecipi delle sue ambasce: la povera creatura non avrebbe accettato di abitare Palazzo Chigi se la cartomante le avesse predetto la quantità di guai in famiglia. Oggi l’assalto mediatico dei ‘cattivi’ di Repubblica, che da mesi infieriscono puntualmente sulla borgatara della Garbatella, alias “Yo soy Giorgia, donna, madre…”, alias Meloni, diventa coro con il tiro al bersaglio della premier di altre testate che mirano al cuore della sorella di Fratelli d’Italia. Ne sono responsabili Massimo Giannini, della Stampa director, il Fatto Quotidiano, con storica moderazione il Corriere della Sera, il Domani. Il ‘dire’ logorroico della signora in questione, in musica si direbbe un andante con (molto) brio, invade l’informazione televisiva, i social, i quotidiani platealmente destrofili, ma se i ‘Fratelli’ ne combinano di tutti i colori inverte la tendenza e diventa fuga, silenzio tombale, assenza. Solo ieri un paio di compagni di cordata, (un pensiero collaterale suggerisce di chiamarli ‘camerati’) hanno confermato il trasformismo della loro ‘capintesta’ che in chiara difficoltà si ispira alle tre scimmiette: non vede, non sente, non parla. Cadono nel nulla gli inviti di Elly Schlein, di Conte, Fratoianni. “Muta sono” le farebbe dire Camilleri, con un flebile sussurro. S’implementa il dossier delle silenti complicità, con rare eccezioni per liquidare in due parole e senza ‘pezze d’appoggio’ l’assoluzione di Nordio, Piantedosi, Valditara, Salvini, Roccella, Sgarbi, scheletri nell’armadio di Palazzo Chigi.

Insomma, siate buoni. La Meloni sovraccarica di grane non parla perché i medici le hanno consigliato di evitare stress supplementari, di contrastare i danni causati da un anno di Governo che fa molte chiacchiere e pochi fatti con soggiorni in ‘Resort’ pentastellati (ironia della sorte) nella ridente Puglia, in confidenziale prossimità con la tenuta dell’amico Vespa.  Se ne facciano una ragione i quotidiani ‘nemici’, la patriota non può sprecarsi per giustificare sudditi ‘indisciplinati’.


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