USTICA / 43 ANNI SENZA GIUSTIZIA. VERGOGNA

43 anni esatti dalla strage di Ustica senza uno straccio di giustizia per le 81 vittime e i loro familiari.

E adesso anche per la seconda inchiesta avviata dalla procura di Roma – lo storico ‘porto delle nebbie’ – sta per partire la rituale richiesta di archiviazione al gip: incredibile ma vero, pur in mezzo ai tanti pezzi di ‘verità storica’ ormai venuti a galla, proprio come i pezzi del relitto del DC9 Itavia dopo quella tragica notte del 27 giugno 1980.

Francesco Cossiga

Quella seconda inchiesta partì dopo il clamoroso j’accuse dell’ex capo dello Stato Francesco Cossiga, che in un’udienza davanti al tribunale civile di Palermo, poco prima di morire, fece riferimento ad un missile francese partito da una portaerei – con ogni probabilità la ‘Clemanceau’, rivelò – che si trovava quella notte in quella zona del Mediterraneo, per compiere – a quanto pare – un’operazione ‘top secret’.

Giorni fa la ‘Voce’ ha pubblicato una fake griffata Carlo Giovanardi, ex trombone Dc che nel corso di una intervista rilasciata a ‘Cusano Tv’ ha avuto la faccia tosta di accreditare ancora una volta la pista – supersputtanata – della bomba a bordo dell’Itavia, per la precisione nella toilette. Mentre le svariate perizie effettuate in seguito hanno tutte demolito la ‘pista bomba’.

Circostanza confermata – se ce ne fosse ancora bisogno – da uno dei legali dei familiari delle vittime, Daniele Osnato: “Nessuna traccia di un ordigno interno. Basta pensare che l’asse del water è stato trovato intatto in fondo al mare”. Per cui Giovanardi può tranquillamente evitare di dire stronzate, infangare la memoria delle povere vittime, ed invece accomodarsi su una panchina ai giardinetti più vicini.

Di fronte alla richiesta di archiviazione bis da parte degli inquirenti romani, sbottano gli avvocati Osnato e Alessandro Gamberini: “Oggi l’unica certezza che abbiamo è la negazione della verità. E nel frattempo i nostri assistiti continuano a chiedere perché i loro figli o i loro familiari sono morti. Da chi sono stati uccisi?”.

Eppure qualcosa i magistrati romani avrebbero potuto fare. Soprattutto dopo aver ottenuto dall’AISE, il servizio segreto militare che ha preso il posto del Sismi, 32 documenti fino a pochi mesi fa ancora secretati. Si tratta di carte relative al periodo di anni tra il 1979 e il 1982, e riguardano i rapporti all’epoca intercorsi tra il Sismi e l’OLP, ossia l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Proprio quelle carte che fanno ridicolmente dire a Giovanardi che la pista palestinese è ora, oggi più forte che mai. Una cavolata autentica: perché da quelle carte la pista palestinese non esce affatto, anzi viene del tutto smontata.

I pm romani, poi, hanno interrogato alcuni avieri francesi, i quali hanno concordemente dichiarato che durante quella tragica notte del 27 giugno 1980 nella base aere ubicata in Corsica “c’era un grosso traffico di velivoli”.

Come mai – ci siamo chiesti più volte e lo abbiamo ribadito nel pezzo dedicato alle fakegriffate Giovanardi – il governo italiano non ha mai avuto il coraggio di chiedere sia all’esecutivo francese che a quello statunitense (che era bene a conoscenza di quei ‘movimenti’ nel Mediterraneo) il posizionamento delle portaerei transalpine quella notte?

Perché la super premier Giorgia Meloni che ultimamente ha spesso incontrato il presidente francese Emmanuel Macron non gli ha chiesto un piccolo sforzo di chiarezza, legalità & trasparenza?

Chiedono invece con forza gli avvocati Osnato e Gamberini: “L’inchiesta bis non può finire così, perché ha il compito di tirare le fila. Attendiamo di leggere questa richiesta di archiviazione in cui speriamo si possa dare qualche elemento in più rispetto a quello che già conosciamo”.

E ci sarà mai un gip a Berlino (o meglio a Roma) deciso a chiedere di proseguire l’inchiesta e di far luce, finalmente, su quel vergognoso buco nero della nostra storia dopo 43 anni di inchieste taroccate & depistaggi?

 

Link Voce 

USTICA / RIECCO LA PISTA PALESTINESE! LA BALLA GRIFFATA GIOVANARDI


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