Rischio eruzione per i Campi Flegrei, la popolosa zona occidentale di Napoli a ridosso con Pozzuoli? Se ne è parlato tante volte, spesso e volentieri a sproposito. Ma stavolta uno studio congiunto tra ricercatori italiani e inglesi fa davvero suonare un campanello di forte allarme.
La ricerca è stata appena pubblicata dalla rivista ‘Communications Earth & Environment’ e s’intitola ‘Potential for rupture before eruption at Campi Flegrei caldera, Southern Italy’ (ossia ‘Potenziale rottura prima dell’eruzione nella caldera dei Campi Flegrei, Italia meridionale’).
A coordinarla il professor Christopher Kilburn, docente all’University College di Londra, che dichiara: “Il nostro studio conferma che i Campi Flegrei si stanno avvicinando alla rottura. Tuttavia questo non significa che un’eruzione sia prevista in tempi brevi”.
E fornisce alcuni dettagli: “La rottura può aprire una crepa attraverso la crosta, ma il magma deve ancora essere spinto verso l’alto nel punto giusto affinchè si verifichi un’eruzione”.
Continua Kilburn: “Il nostro studio è stato descritto come il primo nel suo genere a prevedere la rottura di un vulcano attivo. Ciò rappresenta un cambio di passo nel nostro obiettivo di migliorare le previsioni delle eruzioni in tutto il mondo”.
Precisa ancora: “Questa è la prima volta che applichiamo il nostro modello, che si basa sulla fisica di come le rocce si rompono, in tempo reale, per qualsiasi vulcano. Il nostro primo utilizzo del modello è stato nel 2017 e allora i Campi Flegrei si sono comportati come previsto, con un numero crescente di piccoli terremoti che indicano una pressione dal basso”.
E dà un consiglio operativo: “Gli scienziati dovranno ora adeguare le nostre procedure per stimare le possibilità che si aprano nuove rotte affinchè il magma o il gas raggiungano la superficie”.
Secondo un altro autore dello studio, Nicola Alessandro Pino dell’Osservatorio Vesuviano che fa capo all’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia (INGV), “parti della crosta si stanno indebolendo”. E aggiunge: “Nello scenario più critico, la persistenza del regime inelastico potrebbe portare alla rottura degli strati crostali più superficiali, con precursori che potrebbero essere meno intensi di quanto generalmente attesi in caso di risalita del magma”.
Previsioni che sconcertano e destano non poche preoccupazioni. Visto che scosse sismiche di contenuta entità – ma avvertite distintamente dalla popolazione flegrea – si susseguono con disarmante continuità, ormai da mesi.
Come mai il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci resta zitto e muto?
Perché non interviene e fa chiarezza?
Come mai non dà un minimo di informazioni ai cittadini che hanno tutto il diritto di sapere?
Del resto lo vediamo dall’alluvione in Emilia Romagna.
Il governo, così come il ministero per la Protezione civile, se ne strafottono dei bisogni dei cittadini.
Hanno fatto passerelle con gli stivaloni nel fango (in pole position la premier Giorgia Meloni), stanziato le briciole e neanche nominato, a oltre un mese e mezzo dai tragici avvenimenti, il Commissario straordinario, come in ogni paese civile sarebbe avvenuto da un pezzo.
Le solite beghe politico-partitiche vengono ben prima delle tragedie: hanno paura di nominare Stefano Bonaccini per non fare ‘un piacere’ al Pd.
Ma siamo su ‘Scherzi a parte’?
Vergogna.
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