Spettacolo, anche dall’aldilà

È in full time l’orgia mediatica post mortem di un imprenditore prestato alla politica, che ha miscelato in un cocktail senza precedenti il ruolo istituzionale originato dall’infinito spot propagandistico di Mediaset, Rai, della stampa amica, con il potere di tycoon viziato in partenza da finanziamenti tutt’altro che trasparenti. Di lì è nato il berlusconismo, la dimostrata empatia del pluri indagato dell’inventore di Forza Italia con il mondo malfamato della mafia; le leggi ad personam per sfuggire alla giustizia, il record di processi finiti nel nulla per prescrizione e cavilli di studi legali strapagati, le amicizie di dubbia compatibilità con ruoli istituzionali, il raptus di onnipotete che ha trasformato ricchezza e notorietà in profondo disprezzo per la dignità delle donne, in un ignobile usa e getta di ragazze ingaggiate per allegre serate di bunga-bunga. Tutto questo avrebbe meritato un mesto, doloroso silenzio di familiari, di esponenti di Forza Italia, del governo, la sepoltura senza riti hollywoodiani nel mausoleo faraonico, edificato a sua gloria eterna, dove riposerà per sempre. Fatti loro? E no, l’ ‘eccelso’ vertice dell’impura coalizione di maggioranza, era prevedibile, compie un atto di malcelato sciacallaggio, spera di ottimizzare la tendenza divisiva di Berlusconi, a favore d “Yo soy Giorgia” e dei suoi  alleati. Francamente? Sull’appassionata, interessata omelia di chi sfrutta a proprio vantaggio l’addio alla vita di Berlusconi si può stendere un velo im-pietoso, nell’ attesa del ritorno alla normalità, preoccupati per il Pnrr che rischia prossimi default;  ipotizzando che dia frutti copiosi la leadership finora in sordina della Schlein, che si concluda il ridimensioni il regime Meloni, si rinnovi la fedeltà alla Carta Costituzionale, che  subentri l’oblio per questi giorni  che la parte dell’Italia emotivamente coinvolta  tenta di usare ‘a caldo’ per la beatificazione di Berlusconi.

Fuori dal coro, c’è chi contesta l’esasperata unicità del cordoglio e ricorda l’unico caso di ‘lutto nazionale’ proclamato dall’Italia per la morte di Cavour. Manca solo l’invocazione “santo subito’: lo scenario è già allestito, in puro stile Broadway: Un gigantesco maxi schermo con lo sfondo del Duomo di Milano  diffonderà le immagini del funerale, bandiere a mezz’sta dalle Alpi all’Etna, blocco delle attività parlamentari per una settimana di assurdo ‘lutto nazionale’, decisione senza precedenti, contestata non solo dal Pd. Solidarietà al rettore dell’Università per stranieri di Siena. In contatto skipe con Floris (‘di Martedì’, La7) ha rivelato di non esporre la bandiera tricolore a mezz’asta: “Il lutto nazionale per la morte di un condannato discredita lo Stato italiano”. Lo hanno insultato un paio di ‘camerati’’ ospiti della trasmissione. Non tutto è paralizzato per i funerali. Il governo della destra-destra, nella persona dell’ossequiente ministro Nordio, propone di cancellare i reati di abuso d’ufficio, scelta che violerebbe gli accordi con l’Europa ma anche il contrasto alla corruzione. E se l’Italia (il governo) non dà seguito all’obbligo dei controlli sui fondi del Pnrr, rischiamo di doverli restituire.

Come concludere? Oggi sciopero da teleutente. Tv e radio spente, un nuovo articolo, questo, un ‘Fabriano’ carta ruvida da riempire di segni, con sottofondo musicale di Pier Angelo Bertoli, cantautore scomparso presto, in silenzio.   


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