VOTO / STRAVINCE IL NON VOTO. LA DESTRA BATTE UNA SINISTRA CHE NON C’E’

Quasi cappotto della destra sul centrosinistra alle amministrative.

Scontato.

Ma il vero vincitore, ancora una volta e in modo sempre più marcato, è il partito del non-voto.

Ormai siamo ‘fisiologicamente’ sotto quota 50 per cento. 1 italiano su 2 non va alle urne.

Quindi mezza Italia non è rappresentata. Un Paese a metà.

Evidenti, stra-chiari i motivi.

La cosiddetta ‘area progressista’ non ha più alcuna identità, né ha un punto di riferimento, un approdo, un’entità capace di rappresentarne le ragioni, le istanze, le ‘utopie’ di un tempo.

C’era una volta il Pci. La falce e martello di Enrico Berlinguer. Dopo di lui, il diluvio. I cascami seguenti, le versioni taroccate dell’ex Pci, le contraffazioni a base di Pds, Ds, Ulivo, poi Pd sono stati, sono e continueranno ad essere – se nulla cambia – solo dei contenitori vuoti, destinati a liquefarsi e a perdere sempre più senso.

Partiamo dalla coda, e cioè dal ‘nuovo’ (sic) Pd edizione Schlein.

Per quale motivo mai un operaio, un contadino, un commerciante, un piccolo imprenditore, un insegnante, un professionista, un… cittadino che vuole cambiare, al quale molte cose non stanno bene, che sogna qualcosa di diverso, dovrebbe votare Pd? Me lo sapete dire uno, un solo motivo per far sì che quel cittadino trovi la forza e la voglia di infilare la scheda nell’urna e barrare sul simbolo (qual è più?) del Pd?

Nessuno, a mio parere.

Lo stesso discorso, in pratica, vale per i 5 Stelle, che stanno perdendo ogni giorno che passa quella carica propulsiva e attrattiva che li aveva fatti oltrepassare addirittura il 30 per cento. Pochi anni fa e sembra un secolo.

Giuseppe Conte

Serve a qualcosa la buona volontà di Giuseppe Conte, un onesto avvocato che predica anche bene ma non incide più del 2 di briscola?

A questo punto, con questi rottami in campo, che senso ha parlare di campo largo? Caso mai, di deserto senza confini, di zero prospettiva con il ‘materiale’ politico oggi a disposizione.

Ovvio, in tale contesto, che la destra sbanchi. Perché combatte una finta battaglia, ossia contro un avversario che non c’è, un nemico ormai metafisico.

Cosa fa infatti l’opposizione, il campo ‘avverso’? Sventola come bandiera quella dell’antifascismo. Va bene, perché è sempre meglio diffidare di fascistoidi, anzi nazistoidi come Ignazio Benito La Russa, un solo nome per tutti. Il solo pensiero che se succede qualcosa a Mattarella possa diventare capo dello Stato fa correre i brividi e venir voglia di chiedere asilo politico in Alaska.

Ma può bastare mai la bandiera dell’antifascismo per farsi votare, per acquisire il consenso della maggior parte dei cittadini?

Certo no. Ci vuole ben altro. E veniamo all’offerta politica griffata Schlein. Le ha subito indicate, la neo Segretaria Pd, le linee guida: un partito ambientalista capace di combattere i cambiamenti climatici, un partito capace di lottare per le ragioni dei migranti, un partito capace di lottare per i diritti civili, soprattutto in tema Ligbt.

Possono essere sufficienti questi tre ingredienti-base per invogliare il cittadino a farti votare? Certo che no. Sono delle cose significative, ma non qualificanti, determinanti. Soprattutto per costruire l’identità di una formazione politica. Da rifondare totalmente: ma soprattutto su basi diverse. E su progetti totalmente diversi.

Bisogna tornare al passato per fare un salto nel futuro.

Perché il Pd (e quel che resta della ‘sinistra’) non parla più di Giustizia ed Equità sociale?

E’ morta e sepolta?

Non serve più?

Non ci sembra proprio. E’ invece proprio questo l’elemento identitario base: che significa Giustizia ed Equità per i Pensionati, che non possono essere più trattati come mandrie di bestiame, ma ai quali è obbligatorio, è morale, è doveroso assicurare un domani, con una pensione minima sociale (oggi a 600 euro) non da fame, una vergogna, quando in Francia è di 1.200 euro e lì scendono in piazza mesi e mesi per i due anni in più!

Giustizia ed Equità vogliono dire Lavoro, lavoro e ancora lavoro: soprattutto ai giovani. Nei fatti e non a parole. Non con assistenzialismo (come è stato per buona parte il reddito di cittadinanza), ma con una vera politica attiva del lavoro.

Giustizia ed Equità sociale vogliono dire Sanità non da settimo mondo (come ha evidenziato la pandemia), Scuole e Istruzione non da paese sprofondato in un mare di sub-cultura (ne è il perfetto emblema proprio il ministro Genny Sangiuliano), Servizi (ad esempio i trasporti) non da far west, evitando possibilmente follie come il Ponte sullo Stretto quando le ferrovie regionali sono in stato comatoso.

Il programma Schlein va bene per i radical chic da salotto, certo non per cittadini ridotti allo stremo (ben compresa la piccola borghesia d’un tempo che fu), in condizioni economiche che peggiorano ogni giorno di più, con salari sepolti dall’inflazione. E proprio restando in tema, possibile che la questione dei salari (e dei minimi) sia sepolta ugualmente sotto quintali di naftalina? Possibile che in Italia il sindacato sia ormai ridotto a uno zero assoluto, totalmente incapace di rappresentare più i lavoratori, i precari, i senza posto?

Masse di gente ormai da noi sono state private di una rappresentanza, non hanno letteralmente più ‘voce’. Niente di peggio, per un paese, avere la gran parte dei cittadini senza più punti di riferimento: e qui prospera il non-voto, la colossale sfiducia, la nausea profonda per partiti lontani ormai mille miglia dai bisogni di tutti, dalle speranze, dalle utopie di cambiare qualcosa e di non vivere sempre in una palude stagnante che finisce prima o poi per inghiottirti.

Senza avversario di alcun tipo, ovvio per la destra meloniana stravincere il confronto.

Ovvio che anche il solo sbandierare il simbolo identitario della Patria – come ha fatto proprio oggi la Giorgia nazionale, indimenticabile l’istantanea di qualche settimana fa, mano a mano con Joe Biden – faccia svegliare anche i sonnacchiosi. Almeno dai un riferimento.

E restando al Capo della Casa Bianca, da noi i fascistoidi al governo che parlano di ‘etnie’ hanno appena rimodulato il vecchio ‘Dio, Patria e Famiglia’ in ‘Guerra, Patria e Famiglia’: visto che le armi a Kiev ormai non le vuol negare più nessuno.

Anche Elli Schlein, che non è stata nemmeno in grado di lanciare quel segnale identitario forte, la parola ‘Pace’. Lasciando ormai solo al Papa il ruolo di unico, instancabile e fiero sostenitore della Pace senza se e senza ma, per rinnegare quel folle ricorso ad armi, armi, armi che rischia sul serio di farci arrivare alla catastrofe nucleare.

E lorsignori, lorsignore, se ne fottono altamente.

 

 


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento