Vaccini per i bambini. Un tema sempre più bollente. Dal momento che si moltiplicano i casi di ‘effetti avversi’ provocati dalle somministrazioni, soprattutto quelle ‘griffate’ Pfizer e Moderna. Come sono sempre più numerosi, a livello internazionale, gli ‘effetti avversi’ sulle donne in stato di gravidanza, spesso costrette ad abortire, o i casi di morti premature in grembo (in aumento rispetto agli anni precedenti).
Eppure le ‘autorità’ scientifiche non muovono un dito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, anzi, incentiva a tutto spiano le campagne vaccinali anche per i bimbi, obbedendo alle pressioni del suo ormai ‘Padrone’, Bill Gates, che è il secondo ‘finanziatore-donatore’ a livello mondiale, solo dietro agli Stati Uniti e ben prima di nazioni del calibro di Francia, Germania e Regno Unito.
Ad affrontare il tema, con grande autorevolezza, è spesso il sito ‘The Defender’, ossia la costola informativa dell’associazione ‘Children’s Health Defence’, fondata e animata da Robert Kennedy junior, che ha deciso di scendere in campo per le primarie democratiche, avversario quindi di Joe Biden, in prima fila nella scellerata gestione della pandemia negli Usa ispirata da Anthony Fauci, al quale proprio Robert ha ‘dedicato’ a novembre 2021 un imperdibile ‘The Real Anthony Fauci’. E Kennedy junior ha collocato ai primi posti del suo programma elettorale proprio la tutela della salute dei più indifesi, i bimbi, e soprattutto sul sempre più bollente fronte dei vaccini.
Un’altra testata che ha fatto informazione scientifica vera (e non taroccata come quella dei grandi media) sui vaccini, realizzando anche grosse inchieste investigative, è il ‘British Medical Journal’ (BMJ), che ha smascherato, tra l’altro, tutte le bufale raccontate da ‘Pfizer’ sull’efficacia e, soprattutto, la sicurezza dei vaccini. Così come ha denunciato le collusioni della un tempo rigorosa e oggi non più credibile ‘Food and Drug Administration’, che ha concesso un ok definitivo a vaccini ancora del tutto sperimentali, inefficaci e insicuri come quelli di Pfizer e Moderna, come dimostrano gli ‘effetti avversi’ in continuo, esponenziale aumento.
A seguire pubblichiamo il testo di uno studio appena pubblicato sul ‘BMJ’ e firmato da Giulio Tarro, l’allievo prediletto di Albert Sabin che inventò l’antipolio, il virologo che dal presidio partenopeo del ‘Cotugno’ ha lottato in prima linea per sconfiggere negli anni ’70 prima il colera e poi il ‘male oscuro’ che aveva fatto decine e decine di vittime proprio fra i bambini.
E la ricerca appena pubblicata dal BMJ riguarda proprio gli impatti dei vaccini anti-covid sui bambini.
Negli ultimi anni Tarro ha pubblicato tre fondamentali libri sui vaccini. Nel 2018, ‘10 cose da sapere sui vaccini’: quelli tradizionali, da usare – come sottolineava sempre anche il premio Nobel Luc Montagnier che scoprì il virus HIV – con estrema cautela e secondo il principio di ‘massima precauzione’.
E poi, a pochi mesi dallo scoppio della pandemia, giugno 2020, un profetico ‘Covid 19 – Il virus della paura”, che puntava riflettori proprio su uno dei meccanismi-base usati dai governi per ‘obbligare’ non solo a subire i vaccini ma anche a tutte le folli restrizioni previste, dalle mascherine ai lockdown.
E infine, un anno fa, ‘Covid 19 – La fine dell’incubo’ che puntava i riflettori sui macroscopici errori nella gestione italiana della pandemia e, soprattutto, sugli ‘effetti avversi’ dei vaccini; avanzando una proposta incredibilmente mai presa in esame da ‘scienziati’ (sic) e politici di casa nostra, ossia quella di prevedere – per chi si deve sottoporre al vaccino – TEST GENETICI ad hoc finalizzati a verificare l’impatto dei vaccini sull’organismo, e soprattutto sul sistema cardiocircolatorio (visto anche che gli effetti avversi più devastanti sono proprio miocarditi, pericarditi, ictus, trombosi e infarti).
E’ la volta, a questo punto, di far ‘parlare’ lo studio firmato da Tarro. Ve lo proponiamo prima tradotto in italiano e poi nella versione originale appena pubblicata dal BMJ. E rammentiamo che la prestigiosa rivista scientifica ha pubblicato ben 6 studi del nostro grande virologo nel corso del 2022, e 2 nel 2023. Li potete rileggere andando alla casella CERCA situata nella colonna a destra della nostra home page, e digitando BRITISH MEDICAL JOURNAL (dove troverete anche le documentate inchiesta al calor bianco sui vaccini griffate BMJ).
A. C.
Vaccini antiCOVID-19 per bambini
ABSTRACT
L’autorizzazione all’uso di emergenza del vaccino COVID-19 per prevenire la malattia da coronavirus 2019 è riportata dalla Medical Letter on Drugs and Therapeutics, nonché dalle contraddizioni presentate dai produttori di farmaci a FDA e CDC per i vaccini a RNA messanger da approvare o autorizzare. Secondo le conoscenze della prima SARS e del MERS, i bambini non erano esposti allo zibetto e ai cammelli come gli adulti. I bambini vengono infettati dal virus senza soffrire di una grave malattia, ma sono un’importante fonte di infezione. Non c’è emergenza COVID-19 tra i bambini: non c’è aumento della mortalità. I rischi di ricovero per COVID-19 nei bambini sono molto bassi e spesso riguardano bambini con altre patologie. La rilevazione nei bambini del difetto congenito della mutazione MTHFR li rende ipersensibili al vaccino per le manifestazioni trombotiche. Una miocardite ogni 10.000 vaccinazioni per i giovani significa rischiare molto di più per il vaccino che per il virus.
INTRODUZIONE
Nel foglietto illustrativo del vaccino a mRNA per COVID-19 si legge che alle donne incinte è sconsigliata la sua somministrazione, oltre a evitare la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione (1,2). Sono riportati anche effetti collaterali come febbre, mal di testa, dolori articolari e altri; reazioni allergiche, nuove infezioni come influenza o peggioramento dei sintomi; malattie autoimmuni (3,4).
Per bambini e adolescenti il rischio di contagio è zero. Assurdo sostenere che i bambini debbano ricevere il vaccino, per evitare di contagiare i nonni vaccinati!
Se si vaccinano i nonni e le persone fragili perché vaccinare i bambini che abbiamo visto non morire di Covid? Come è possibile che nel foglietto illustrativo degli attuali vaccini sia scritto che esiste il rischio di malattie autoimmuni e non ne teniamo davvero conto? Si rischia la sindrome di Kawasaki, comporta infiammazione al cuore, ma c’è anche il pericolo dell’autismo.
Anche l’OMS ha dichiarato non necessario vaccinare i bambini quando ne hanno bisogno milioni di persone fragili in tutto il mondo, ma non ci sono dosi sufficienti. Però, a guardarla bene, la situazione potrebbe essere decisiva. La comunità scientifica rimane molto divisa.
Speriamo che ciò non accada, visto che si parla di bambini, ma se dopo le inoculazioni del vaccino anti-Covid ci sono state gravi reazioni avverse o addirittura decessi, le giustificazioni addotte per la vaccinazione di massa degli adulti questa volta non potrebbero reggere, visto l’assenza di morti di bambini durante il Covid, nonché la sostanziale irrilevanza statistica della mortalità in quella fascia di età. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha riportato un aggiornamento sul rischio di miocardite e pericardite con vaccini a mRNA (03-12-2021) che fa seguito al medesimo aggiornamento dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) (29/11 2/12-2021 ). Una miocardite ogni 10.000 inoculazioni per i giovani significa molto più rischio dal siero che dal virus. Poiché i bambini infetti da SARS-CoV-2 sono solitamente asintomatici o con sintomi lievi, non c’è emergenza per loro. L’aumento dei contagi, invece, non ha provocato un aumento della mortalità (5). D’altra parte, anche il rischio di ospedalizzazione per COVID-19 nei bambini è molto basso (6). Le sindromi infiammatorie multisistemiche pediatriche (MIS.C) sono rare/molto rare fintanto che i sintomi COVID sono lievi. Poiché la protezione indotta dal vaccino è molto bassa nel tempo, l’immunità di gregge non viene raggiunta e d’altra parte il numero di bambini nelle sperimentazioni sui vaccini è stato insufficiente (7); infine, non è etico vaccinare i bambini per proteggere indirettamente gli altri. In conclusione, i rischi della vaccinazione pediatrica superano i benefici e gli eventi avversi potrebbero aumentare con i richiami, programmati almeno ogni anno.
METODI
La domanda principale è da dove viene il nuovo coronavirus? Osservando le nuove sequenze, risultano paragonabili a quanto già sappiamo, quindi sembra che si tratti di una ricombinazione di coronavirus precedentemente noti. Al 20 gennaio 2020, 14 sequenze genomiche di 2019-nCoV sono state comunicate da 6 di diversi laboratori che fanno capo al National Center ter for Genbank of Biotechnology Information e GISAID (Global Initiative on Sharing All flu data). I meccanismi molecolari che ne sottendono la funzionalità e la patogenesi di nuovi virus sono stati studiati dai ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze Mediche e dell’Union Medical College di Pechino, utilizzando 3 genomi del COVID-19, che sono stati sequenziati da campioni raccolti il 30-12-2019 e il 01-01-2020 dal National Institute Viral Disease Control and Prevention (che fa parte del CDC cinese) e sono disponibili tramite GISAID. Queste sequenze genomiche sono state paragonate al coronavirus di tipo SARS del pipistrello, al coronavirus della SARS umana e al coronavirus della MERS umana. Solo 5 nucleotidi sono stati trovati diversi su un totale di 29800 nucleotidi dei 3 genomi di COVID-19; Sono stati inoltre individuati 14 “open reading”, cioè frammenti, in grado di codificare 27 proteine, di cui 4 strutturali e 8 accessorie. La ricerca precedente indica che le proteine accessorie possono mediare la risposta della cellula ospite verso il virus, che può pregiudicare la patogenicità e può essere parte di particella virale. Le proteine strutturali sono ben conservate tra tutti i coronavirus, mentre quegli accessori sono generalmente unici per ogni gruppo specifico di coronavirus. Le sequenze degli amminoacidi mostrano le connessioni di questi nuovi virus ai coronavirus simili alla SARS dei pipistrelli e una minore distanza dal coronavirus della SARS. Ancora più distante è la relazione del COVID-19 con il coronavirus MERS (8, 9).
RISULTATI
Secondo l’esperienza della prima SARS e del MERS, i bambini non erano esposti allo zibetto e ai cammelli; in modo simile si pensa che possa accadere con la SARS da COVID-19. I bambini, infatti, vengono infettati dal virus senza subire malattie gravi, ma rappresentano un’importante fonte di infezione (10, 11).
Il virus si trova nei loro tamponi rettali. Crescendo, con l’età molte cellule specifiche del sistema immunitario non sono più attive e quindi il corpo perde la sua capacità di rispondere in modo così efficace. Infatti, è stato provato sperimentalmente che i topi giovani rispondono al danno del tessuto polmonare da infezione virale da prostaglandine, mentre i topi adulti soccombono.
Il sistema immunitario giovanile e le sue efficienze Le cellule T helper rispondono a COVID SARS 2. I linfociti CD4 delle cellule helper stimolano le cellule B a produrre anticorpi contro il virus e controllano l’infezione. In questo caso i linfociti Th2 sono in grado di controllare la reinfiammazione causata dall’infezione virale, prevenendo una reazione esuberante e ritardata come avviene negli adulti. La diversa struttura ormonale e le stesse proglandine favoriscono il soggetto femminile nei confronti del coronavirus responsabile della pandemia.
Un altro discorso importante riguarda il recettore ACE2, cioè l’enzima di conversione dell’angiotensina 2. Sia la prima SARS che quella attuale hanno la stessa via di ingresso cellulare attraverso questo recettore per i coronavirus. Il recettore è particolarmente abbondante sulle cellule dei tratti polmonari inferiori, la cui situazione spiega l’elevata incidenza di bronchite e polmonite correlata alla grave infezione da COVID-19. Lo stesso recettore è abbondantemente rappresentato sulla bocca e sulla lingua, facilitando l’ingresso virale dell’organismo ospite orale. Nonostante la sua riduzione con l’età adulta, l’enzima ACE2 è un importante regolatore della risposta immunitaria: in particolare l’infiammazione protegge i topi dai danni della malattia polmonare acuta scatenata dalla sepsi. Nel 2014 è stato dimostrato che l’enzima ACE2 pro-tiene contro l’influenza aviaria letale.
Alcuni dei pazienti con le migliori prestazioni avevano livelli elevati di proteine nei loro sieri.
Bloccando il gene per ACE2, un grave danno polmonare nei topi infetti da H5N1, mentre trattando i topi con ACE2, il danno polmonare umano è diminuito.
Una diminuzione dell’attività di ACE2 nel soggetto anziano è in parte responsabile della ridotta capacità di ridurre la risposta infiammatoria con l’età avanzata. La riduzione dei recettori ACE2 negli anziani consente loro di non essere in grado di far fronte a COVID-19.
Non siamo tutti uguali e non può essere imposto indiscriminato e ovunque l’uso della mascherina. Solo i contagiati devono indossare mascherine e devono avere scrupolosità con le distanze quando frequentano persone a rischio. Ma la mascherina non può essere imposta ai bambini. Almeno fino a 12 anni d’età.
Le norme igieniche devono essere osservate scrupolosamente da tutti, con buon senso. Assolutamente vietato, invece, l’uso di mascherine sotto i sei anni (OMS), in quanto si potrebbe indurre un “autismo” funzionale, perché sono tre le aree della corteccia cerebrale in evoluzione sulla base di associazioni ed emozioni che un bambino comprende a quell’età.
Uno studio pubblicato (12) dimostra che frammenti di RNA possono persistere, anche nella cavità nasale, per settimane, dopo che l’infezione è già stata debellata (quindi nessun virione persiste tale all’interno del corpo). Questo, unitamente a fenomeni di cross-reattività (positività verso coronavirus simili a Sars-Cov-2, legata all’utilizzo di alte concentrazioni del primer del trigger PCR, è alla base dei falsi positivi PCR, che, quindi, non rappresentano il riferimento metodo per il tracciamento di massa.Anche il metodo per stabilire le attuali zone gialle, arancioni e rosse calcolando le ipotesi “infettati” è sbagliato, ci stanno imponendo confini assolutamente inutili bugie e chiusure dal punto di vista sanitario .
Il rilevamento di casi positivi asintomatici nella Wuhan post-lockdown è stato molto basso (0,303/10.000) e non vi era alcuna evidenza che i casi identificati come positivi asintomatici fossero infettivi (13).
Queste osservazioni hanno consentito la decisione delle autorità di adeguare le strategie di prevenzione e controllo nel post lockdown. Sono necessari ulteriori studi per valutare appieno la quantità e il costo effettivo dello screening dell’infezione in tutta la città SARS-CoV-2 su salute, comportamento, economia e relazioni sociali della popolazione.
Un’ipotesi che può spiegare la disparità tra l’Africa e gli altri continenti riguarda l’età complessiva della popolazione. In generale, la popolazione africana è più giovane rispetto alle regioni più colpite dal COVID-19. Alcuni ricercatori hanno dimostrato che altri coronavirus umani che causano raffreddori comuni possono portare a una risposta immunitaria che potrebbe fornire protezione contro COVID-19.
Gli stessi quartieri affollati che avrebbero portato alla rapida diffusione di altri coronavirus
potrebbero aver protetto la popolazione dalla SARS-CoV-2.
Un certo livello di protezione immunitaria preesistente può spiegare perché l’epidemia non si è verificata, come è avvenuto in altre parti del mondo. Secondo il professore Shabir Madhi “la protezione potrebbe essere molto più intensa in aree densamente popolate, in contesti africani. Potrebbe spiegare perché la maggior parte delle persone nel continente soffre di infezioni asintomatiche o lievi” (14) per l’incrocio dell’immunità nell’ambiente familiare dei betacoronavirus trasmessi dalle zoonosi.
DISCUSSIONE
Una volta riattivato, il sistema immunitario produce solo ed esclusivamente gli anticorpi necessari (15), con precisione ed efficacia che sorprendono la carenza. La maggior parte dei virus più comuni e meno aggressivi vengono individuati in questo modo, solitamente nel giro di pochi giorni. I nuovi virus vengono affrontati con un approccio simile (16).
L’unica differenza è che il sistema immunitario non ne ha memoria perché non li ha mai incontrati
prima, quindi ci vuole più tempo per produrre gli anticorpi necessari (17).
Nel frattempo, la parte innata del sistema immunitario continua con la sua reazione all’ampio raggio per molto più tempo del necessario. La parte acquisita ha terminato e vinto la vera battaglia, la parte innata non se ne accorge e continua a lottare come se niente fosse. E per questo a volte il naso che perde liquidi, il mal di gola e la tosse possono durare settimane, anche dopo un’infezione virale abbastanza modesta. Pertanto, potenziare il proprio sistema immunitario non sarebbe una buona idea.
I prodotti da banco non possono potenziare la parte acquisita del sistema immunitario. Nel trattamento dei virus che causano sintomi come il raffreddore, la cosa più importante è sopprimere, non potenziare, la risposta goffa e grezza della parte innata del nostro sistema immunitario. E per questo che prendi medicine per abbassare la febbre e antistaminici. Anche se fosse possibile una piccola tendenza naturale, il concetto alla base è sbagliato. In casi estremi, una reazione eccessiva a un’infezione può persino portare a cambiamenti nel nostro sistema vascolare, portando alla sepsi di infezioni opportunistiche (18).
CONCLUSIONE
Un vaccino a RNA messaggero può alterare il DNA cellulare trascrivendo sequenze virali integrate nel genoma da una “trascrittasi inversa” delle cellule o da una trascrittasi inversa di un HIV e queste sequenze di DNA possono essere integrate nel genoma cellulare (19). Questa “trascrittasi” era già ben nota con un altro coronavirus.
Il picco SARS-CoV-2 compromette la riparazione e l’inibizione del danno al DNA come recentemente provato dal vaccino del virus di ricombinazione in vitro (Hui J e Ya-Fang M).
È molto improbabile che nascano nuovi individui poiché i genitori non sono in grado di produrre prole vitale a causa del danno al DNA nello sperma e nelle cellule uovo.
Non c’è nessuna emergenza Covid tra i bambini. Non c’è aumento di mortalità per Covid tra i bambini. I rischi di ricovero per Covid nei bambini sono molto ridotti: 1 su oltre 46.000 diagnosi di COVID-19, e spesso riguardano bambini con altre patologie. AIFA ha riferito ad un aggiornamento su rischio miocardite e pericardite con vaccini a mRNA (03-12-2021) che segue lo stesso aggiornamento dell’EMA (29/11 2/12-2021). Una miocardite ogni 10000 inoculazioni per i giovani significa molto più rischio per il siero che per il virus (20).
Per le due mutazioni di MTHFR il rischio è aumentato con l’alto valore di omocisteina circolante per manifestazioni trombotiche. In questa situazione il bambino è ipersensibile al contenuto del vaccino (20).
Nelle scorse stagioni autunnali e invernali abbiamo avuto a che fare con influenza epidemica, ceppi SARS-CoV-2 Omicron e hRSV senza troppi problemi secondo la maggioranza dei medici pediatrici (21).
ARTICOLO ORIGINALE
art.Prof. Tarro-AntiCOVID-19 Vaccines for Children
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