“Hanno usato donne incinte come cavie in assenza di dati concreti sulla sicurezza dei vaccini somministrati”.
E’ il forte j’accuse lanciato al Parlamento europeo, nei giorni scorsi, dall’endocrinologo italiano Giovanni Frajese, in occasione dell’International Covid Summit che si è svolto, appunto, a Bruxelles e totalmente ignorato dai media.
Nonché boicottato dalla Commissaria UE, Ursula von der Leyen, che ha le sue gatte da pelare proprio per il ‘Pzifergate’ su cui sta puntando i riflettori, da alcuni mesi, la ‘Commissione d’inchiesta sul covid’ varata dallo stesso Parlamento UE e davanti alla quale per ben due volte si sono rifiutati di verbalizzare sia von der Leyen che il Ceo di ‘Pfizer’ Albert Bourla, accusati di aver sottoscritto i contratti miliardari da ben 71 miliardi di euro addirittura via sms, per di più spariti, volatilizzati!
Ma torniamo al bollente ‘International Covid Summit’, che ha visto tra i suoi promotori la battagliera europarlamentare leghista Francesca Donato.
Il durissimo intervento di Frajese è partito dai dati elaborati dal ‘VAERS’, ossia il sistema di monitoraggio varato con la pandemia dai ‘CDC’ (‘Centers for Desease Control’) americani che già a settembre 2022 hanno reso noto un dato agghiacciante – e ovviamente ‘oscurato’ dal mainstream – sugli ‘effetti avversi’ registrati da quando sono iniziate le somministrazioni dei vaccini anti covid: ben 10 milioni negli Stati Uniti, di cui la metà ‘gravi’. Hanno colpito soprattutto il sistema cardiocircolatorio e una fascia d’età compresa tra i 19 e i 39 anni.
Il j’accuse di Frajese è partito proprio dagli ultimi dati VAERS, le cui statistiche hanno evidenziato ben 2.433 decessi fetali, “una tendenza in nettissimo aumento rispetto al recente passato – ha sottolineato l’endocrinologo – proprio per questo sostengo che hanno trasformato le donne incinte e nella fase di allattamento in vere e proprie cavie”.
Gli acidi Rna, infatti, “si accumulano nelle ovaie. Per non parlare, poi, del numero di decessi di neonati partoriti da donne vaccinate”.
Fra gli altri relatori italiani, da ricordare Andrea Stramezzi, Ciro Isidoro, Giovanni Meledandri, Rosanna Chifari, Renate Holzeisen (ha denunciato la totale opacità di EMA circa i permessi sui vaccini) e Giuseppe Tritto. Quest’ultimo, con lunghe esperienze professionali in Francia e negli Stati Uniti, è stato uno dei primi scienziati al mondo ad accendere i riflettori sulle responsabilità degli Usa circa le ‘origini del Covid’: sia denunciando le ricerche border line condotte nel super laboratorio di Fort Detrick, nel Maryland, sia puntando l’indice contro i finanziamenti arrivati all’Istituto di Virologia di Wuhan dal ‘National Institute for Allergy and Infectious Desease’ (NIAID) presieduto ininterrottamente da Anthony Fauci dal 1984 al 2022. E Tritto ha firmato, con altri ricercatori, una dettagliatissima denuncia inviata alla Corte dell’Aja per i crimini contro l’umanità, di cui presto la ‘Voce’ vi farà sapere.
Del resto, proprio la ‘Voce’ da tempo ha realizzato inchieste al calor bianco sia su Fort Detrick che sulla connection NIAID-WUHAN.
In una recentissima puntata di ‘Fuori dal Coro’, la giornalista Marianna Canèha documentato – sempre numeri e carte alla mano – come siano stati ‘scientificamente’ nascosti tutti i dati sui neonati. Una responsabilità che ricade soprattutto sull’AIFA (l’agenzia italiana per il farmaco) la quale “registrava i decessi ‘correlabili’ al vaccino come ‘non classificabili’. E così ha nascosto anche gli effetti avversi sui neonati”.
Dettaglia Canè: “Scrivono in una bozza: ‘11 segnalazioni sono relative a 9 bambini allattati al seno, la cui madre era stata vaccinata’. Poi un funzionario chiede di togliere quella frase, ed ecco che sparisce nella versione definitiva. Racconta una mamma: ‘Stavo male io e stava male la bambina che allattavo. Ho fatto la segnalazione all’AIFA ma nessuno mi ha cercata. Mi hanno lasciata sola’”.
Da rammentare, ancora, un significativo intervento a Bruxelles, nei giorni scorsi, dell’europarlamentare spagnola Natalia Prego, un medico. Ha illustrato, per filo e per segno, tutti i danni che i vaccini (soprattutto quelli a mRNA) producono alla fertilità femminile e, of course, alle donne in stato di gravidanza; nonché sui neonati. Digitando nome e cognome, via internet, potete vedere e sentire il suo accorato intervento.
Eppure negli Stati Uniti c’è chi – davanti a prove macroscopiche – decide di proseguire imperterrito per propinare vaccini di massa a tutti i bambini del mondo.
Chi sono i protagonisti di questa folle iniziativa? Nientemeno che l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) e il solito Bill Gates che – non dimentichiamolo mai – è il vero ‘padrone’ dell’OMS, essendone il più generoso finanziatore a livello gobale, solo alle spalle della più potente nazione del mondo, gli Stati Uniti, e quindi prima di paesi come Francia, Germania e Regno Uniti. Una OMS praticamente privatizzata, con un 75 per cento, ormai, di ‘privati finanziatori’ (fondi speculativi d’investimento e aziende farmaceutiche in pole position), mentre in origine era esattamente in contrario: tutti finanziamenti pubblici, dalle nazioni, e gli spiccioli dai privati.
E chi è mai il prestigioso sponsor per promuovere la vaccinazione di massa di tutti i bambini del mondo griffata OMS-Gates?
La rampolla eccellente di casa Clinton, Chelsea, che ha in questi giorni preso parte, come guest star, al ‘Brainstorm Health’ della famosa rivista ‘Fortune’.
Ha discettato a lungo, la filantropa Chelsea, per dire la sua contro la ‘vaccine hesitancy’, che a suo parere rappresenta “uno sfortunato effetto collaterale della pandemia Covid”.
La joung Clinton ha poi detto che profonderà tutto il suo impegno affinchè sia sempre più stretta ed efficace la partnership tra OMS e ‘Bill & Melinda Gates Foundation’ al fine di “promuovere un programma di vaccinazione di massa per i bimbi, per compensare il calo dei tassi di inoculazioni”.
Un’iniziativa – ha illustrato la dotta Chelsea – per “far prendere ai bambini le loro immunizzazioni di routine: nel solo 2021 più di 25 milioni di bambini sotto l’anno di età ha mancato almeno un’iniezione”, ha ammonito.
Per poi incalzare subito: “Abbiamo bisogno che il settore pubblico smetta, si spera, di fare cose come togliere i poteri di emergenza sanitaria pubblica dalle agenzie sanitarie pubbliche. Stiamo lavorando con l’OMS e la Fondazione Gates e altri per avere, si spera, il più grande sforzo di immunizzazione infantile mai realizzato nei prossimi 18 mesi per raggiungere quanti più bambini possibile”.
Ed aggiungere ancora: “Penso che oggi siamo meno preparati di quanto lo fossimo, probabilmente, nel gennaio 2020, in parte a causa della mancanza di fiducia non solo nei nostri scienziati, ma nella scienza stessa e certamente nei professionisti della sanità pubblica. Speriamo tutti di non essere così impreparati come temo che lo siamo in questo momento”.
Non le passa per la illuminata mente che la mancanza di fiducia nasca proprio per via di quei vaccini del tutto sperimentali, resi obbligatori nonostante la loro totale inefficacia e, soprattutto, l’assoluta ‘insicurezza’, vista la marea crescente di ‘effetti avversi’ registrati perfino dai CDC (e dal sistema VAERS) a stelle e strisce?
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