VACCINI / MAXI PROFITTI PRIVATI E FONDI PUBBLICI. UN J’ACCUSE DALL’UNIVERSITA’ DI MILANO  

I mega business, i profitti stratosferici accumulati dalle star di Big Pharma con i vaccini si sono basati per la gran parte su investimenti pubblici. Ossia, le aziende private hanno investito nella ricerca e nello sviluppo una cifra di gran lunga inferiore rispetto a quanto hanno ricevuto dal ‘pubblico’. E addirittura vendendo poi agli Stati quei vaccini con contratti capestro, contenenti clausole del tutto vessatorie.

Lo documenta uno studio commissionato dal Parlamento europeo e dalla ‘Commissione speciale sugli insegnamenti da trarre dalla pandemia’ ai docenti di Scienza delle Finanze  dell’Università di Milano, ossia Massimo Florio, Simona Gamba,   e Chiara Pancotti del ‘Center of Industrial Studies’.

Massimo Florio

Tutto ciò a prescindere da quanto sta venendo fuori, man mano, in questi ultimi mesi: da un lato la totale ‘inefficacia’ e,    soprattutto, ‘non sicurezza’ dei vaccini, come invece falsamente sbandierato da ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ che hanno messo a punto in tempi ‘record’ e del tutto ‘anomali’ i loro vaccini, e come sta invece clamorosamente e tragicamente emergendo dai dati sugli ‘effetti avversi’ prodotti dai vaccini, nell’ordine di almeno 10 milioni nei soli Stati Uniti e una cifra non meno elevata in Europa (come rilevato dai sistemi di controllo ‘CDC-Vaers’ negli Usa e ‘EudraVigilance’ in Europa).

E dall’altro lato la connection tra il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, e la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, per la vendita ‘taroccata’ da ben 71 miliardi di euro (non noccioline), senza lo straccio di un contratto scritto, ma solo alcuni sms (avete letto bene, sms) addirittura spariti: come sta accertando una apposita ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ varata proprio dal Parlamento europeo, davanti alla quale si sono rifiutati di presentarsi per verbalizzare sia Bourla (due volte) che perfino von der Leyen, la quale di tutta evidenza ‘non ha fiducia’ in una  Commissione costituita dal suo stesso Parlamento europeo. Incredibile ma vero!

Ma torniamo a quanto emerge dallo studio del team dell’Università di Milano.

Ecco cosa scrive la giornalista Gloria Riva: “30 miliardi. E’ questa la cifra che gli Stati, Usa e Ue in primis, hanno speso per finanziare la ricerca e lo sviluppo dei vaccini. Mentre le case farmaceutiche, che si sono arricchite vendendo i risultati di quegli investimenti pubblici, hanno messo di tasca proprio solo 16 miliardi per ricerca e sviluppo. A posteriori, nei due anni successivi all’inizio della pandemia, le principali multinazionali, Pfizer BionTec, Moderna e Sinovac hanno registrato profitti per circa 90 miliardi di dollari dalla vendita di vaccini e farmaci contro il Covid-19”.

E aggiunge: “30 miliardi investiti dal pubblico senza tuttavia avere alcuna voce in capitolo sulle decisioni economiche fondamentali e costretti, oltretutto, a sottostare a qualsiasi variazione di presso stabilita dalle multinazionali: al punto che, in base all’indagine della Corte dei Conti Europea, il Vecchio continente ha speso altri 71 miliardi di euro per 4,6 miliardi di dosi di vaccino, con contratti di acquisto anticipato. Si tratta, di fatto, della spesa più onerosa per il bilancio europeo di tutti i tempi”.

E, come ha sottolineato il membro olandese della Commissione d’inchiesta, del “si tratta più grande scandalo nella storia dell’Unione Europea”, il ‘Pfizergate’appunto.

Fabrizio Barca

Continua Gloria Riva: “Lo studio del professor Florio ha dimostrato la forte prevalenza del rischio finanziario assunto dal pubblico, cioè dai cittadini, rispetto al privato nella produzione dei vaccini. Un rischio a cui non ha corrisposto un potere di decisione sui prezzi e sulla distribuzione, con gravi oneri per l’interesse pubblico”.

Commenta l’economista Fabrizio Barca, coordinatore del ‘Forum Disuguaglianze e Diversità’: “Quindi la maggior parte del rischio finanziario che ha consentito la realizzazione dei nove vaccini esaminati è stata assunta dal settore pubblico, non dalle imprese. Questo dato nega, in primo luogo, che gli elevatissimi extra-profitti realizzati dalle imprese farmaceutiche nella vendita dei vaccini siano in qualche modo giustificati dal rischio di mercato da loro assunto. Addirittura, per alcune multinazionali sono stati di svariate decine di miliardi”.

Montagne di soldi che – emerge ormai con estrema chiarezza – avrebbero potuto e dovuto essere spesi in modo diametralmente diverso, ad esempio rafforzando i sistemi sanitari pubblici, oggi in stato comatoso.

“Una distorsione – sottolinea Gloria Riva – che rischia di aggravarsi ulteriormente nell’immediato futuro, visto che Pfizer e Moderna hanno annunciato di voler quintuplicare il prezzo a dose, portandolo a circa 100 dollari dagli attuali 20, e che l’immunizzazione dura solo pochi mesi (e, secondo non pochi ricercatori, è ormai pari a zero, ndr). Per cui si ricomincerà a dover pagare un conto illimitato. Per di più – argomenta lo studio – senza che i fortissimi differenziali di prezzo tra i diversi vaccini siano accompagnati da alcuna valutazione delle differenze nella loro efficacia”.

Sostiene con decisione Florio: “E’ evidentemente necessaria una forte correzione di rotta per affrontare in tutt’altro modo i possibili sviluppi della attuale pandemia e ogni simile emergenza. La scelta sin qui compiuta dall’Unione Europea non va in questa direzione, ma conferma la logica delle sovvenzioni pubbliche in attività di ricerca e sviluppo su cui gli Stati non hanno voce. Occorre un intervento pubblico europeo per prevedere e affrontare le prossime pandemie. In campi cruciali per la salute, serve la messa a punto di farmaci, vaccini, diagnostica e altri rimedi, da offrire ai cittadini come beni comuni: con ricerca e sviluppo anche in collaborazione con imprese private, ma mantenendo fermamente sotto controllo pubblico la proprietà intellettuale e le decisioni strategiche su tutto il ciclo dell’innovazione biomedica e del farmaco in quei campo”.

L’esatto opposto di quello che è successo fino ad oggi. Con il ‘pubblico’ colluso (che in questo caso ha un nome e cognome ben preciso, Ursula von der Leyen) con il privato, per di più gravato da un gigantesco conflitto d’interessi. Come la ‘Voce’ ha più volte denunciato, infatti, il marito della Commissaria Ue, Heiko von der Leyen, è al timone di una società statunitense che opera nel campo delle biotecnologie, ‘Orogenesis’ e lavora a stretto contatto di gomito (e di maxi affari) proprio con Pfizer!

Ursula von der Leyen con Bourla

E la ‘Voce’ ha più volte illustrato il caso dell’India, all’avanguardia nella produzione dei vaccini a livello internazionale: ma lì il colosso è tutto pubblico, i brevetti ovviamente pubblici, e non c’è spazio per gli insaziabili appetiti delle case farmaceutiche private che – come ha scritto il coeditore e direttore scientifico del ‘British Medical Journal’ (BMJ), l’indiano Peter Doshi – se ne fregano della salute dei cittadini e antepongono in modo assoluto i loro profitti. Solo così si spiega – e lo ha fatto sempre l’autorevole BMJ – il più che anomalo ok definitivo concesso dalla solitamente rigida ‘Food and Drug Administration’ ai vaccini di Pfizer e Moderna, con la prima che ha addirittura ‘taroccato’ i fondamentali ‘trials’ per le sperimentazioni.

C’era una volta, anni ’70, il celebre ‘Istituto Sierologico Italiano’ (ISI) con sede a Firenze, per la produzione di vaccini. Come mai è stato sepolto e dimenticato?

Perché in un settore tanto delicato come quello dei vaccini non   si ridà vita ad un Centro pubblico di ricerca, sviluppo e produzione? Il cui unico scopo sia quello di curare sul serio la salute di tutti i cittadini, e quindi di produrre vaccini ‘efficaci’ e soprattutto ‘sicuri’.

Perché i partiti di sinistra (sic) non ne parlano, non lo propongono e invece a quanto pare se ne fottono della salute pubblica?

I profitti lasciamoli agli sciacalli, a truffatori che fanno montagne di soldi speculando sulla vita degli altri, sul sangue degli altri. E per questi sciacalli ci vogliono solo manette, galera e processi ‘giusti’: ma la Corte Penale Internazionale pensa solo ai ratti dei bambini ucraini!


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