Quanti, nel nostro paese e non solo, non conoscono la ‘verità’ sul conflitto in Ucraina?
Quanti – ‘disinformati’ dai nostri Tg, pubblici e privati, e dai sempre più vomitevoli talk dove hanno diritto di parola i soliti guerrafondai da strapazzo – sanno la vera realtà di una guerra che non è cominciata il 24 febbraio 2022, come il mainstream vuol far credere, ma nel 2014, con il ‘golpe’ che destituì il presidente eletto dagli ucraini, Viktor Janukovich, per cominciare la serie dei presidenti fantoccio degli Usa, coronata con l’ascesa del guitto Volodymyr Zelensky alla più alta carica nel 2019?
Quanti conoscono il numero dei cittadini ucraini massacrati dalle milizie para-naziste in quei tremendi 8 anni?
Almeno 14-15 mila.
E allora, sorge più che spontanea la domanda: quei morti sono di serie B o di serie C rispetto alle vittime di questi mesi?
Non contano niente?
E perché nessuno ne fa mai cenno, nella più totale ‘disinformazione’?
E’ su questi presupposti che è stata pensata, promossa e organizzata una mostra fotografica cominciata il 19 marzo a Napoli e che terminerà il prossimo 26 marzo, alla Galleria Principe Umberto, titolata – in modo significativo – “Voglio che tu sappia la verità”.
L’autore della mostra è (o meglio è stato) un abitante di Izyun, una cittadina ucraina. Un autore che resta ‘anonimo’ perché ora è un rifugiato politico e teme ritorsioni sui suoi parenti che vivono ancora a Izyun.
Afferma Luigi Marino, ex senatore del Partito Comunista intervenuto all’inaugurazione: “La stampa e la televisione italiana non hanno detto nulla della lunga guerra delle autorità ucraine contro i loro cittadini, gli abitanti del Donbass. Nel nostro Paese nessuno lo sa. In Italia nessuno sa della repressione contro l’opposizione. Da noi il partito comunista esiste liberamente, io sono stato nel partito comunista. Ma in Ucraina il comunismo è vietato, se esponi una bandiera rossa poi essere arrestato e finire in prigione. Ma nessuno lo sa. Per questo dobbiamo rompere il muro dell’informazione”.
O meglio, dell’informazione negata, oscurata, censurata: il che, tradotto in soldoni, significa ‘disinformazione’.
Sentiamo le parole di Pino Guerra, fotografo, volontario, attivista per la pace: “Ci parlo molto e spesso con la gente che la lasciato l’Ucraina nell’ultimo anno. Ognuno ha le proprie esperienze diverse, ma c’è un ricordo che unisce tutti. La gente non ha paura solo dell’azione militare, ma anche della repressione continua: oggi in Ucraina chiunque può perdere la sua proprietà, la libertà o la vita, essere torturato senza alcun motivo. Il fatto che qualcuno abbia in casa un busto di Puskin diventa adesso motivo di perquisizione ed è motivo di punizione”.
Continua Guerra: “Per noi è difficile capire questo. Viviamo in una democrazia e siamo abituati a considerare l’Ucraina un Paese democratico. Dobbiamo riconoscere alla leadership ucraina che è molto brava a sostenere questa visione errata tra tutti i cittadini europei. E’ difficile per la gente credere che un ritorno dell’Inquisizione e della barbarie selvaggia sia possibile in Europa nel XXI secolo. Vogliono che la paura vinca sulla verità? Vogliono che la cultura della paura diventi la nostra cultura? L’Ucraina di Zelensky oggi è diventata una terra di paura”.
Dove il nazismo non è un fantasma lontano, ma una realtà concreta: basti pensare alle criminali imprese di quel ‘Battaglione Azov’ fondato dall’oligarca Ihor Kolomoisky, il vero burattinaio nella irresistibile ascesa di Zelensky.
Lo lanciò come super comico grazie alla sua rete televisiva tra il 2015 e il 2019; ne ha finanziato la faraonica campagna presidenziale che lo ha incoronato con uno stratosferico 72 per cento dei voti; gli ha regalato una villa faraonica (valore 34 milioni di euro) a Miami, in Florida, e anche una più modesta maison (4 milioni e mezzo di euro) proprio in Italia, a Forte dei Marmi.
Ha svaligiato, Kolomoisky, la ‘Private Bank’, ossia la più grossa banca ucraina ‘pubblica’ (per ironia della sorte si chiama ‘Private… ), comprando con quel malloppo una sfilza di aziende negli Usa. Che per anni hanno chiuso gli occhi e solo da pochi mesi il grande amico e sponsor di Zelensky è ricercato dalla FBIper riciclaggio internazionale.
Ma tutte queste cose gli italiani le sanno o no?
E il primo ministro Giorgia Meloni continua a inviare armi, armi, armi perché secondo lei, la sua maggioranza e anche una buona fetta dell’opposizione (sic) è solo così che si può veder la fine del conflitto. Roba da matti.
Solo dai 5 Stelle è arrivato un deciso no, per costruire la Pace solo e unicamente con negoziati e trattative, attivando quella via diplomatica fino ad oggi mai praticata e del tutto calpestata.
Possibile che il ‘nuovo’ (sic) PD griffato Elly Schlein segua a ruota senza dire una sillaba, solo un cerchiobottista “sostegno all’Ucraina, anche con l’invio di armi, ma cerchiamo di aprire una via per la Pace”? Parole che più ipocrite non si può.
E per fortuna che dall’incontro a Mosca tra Vladimir Putin e il numero uno cinese XI Jingpin pare arrivare una concreta pista che può portare alla Pace: contrastata con tutte le forze dal blocco occidentale capeggiato dagli Usa (che vogliono la guerra ‘fino all’ultimo ucraino’ per mettere in ginocchio la Russia e poi passare alla ‘pratica Cina’) e dagli inglesi che ora addirittura inviano armi ad uranio impoverito. Sempre loro, gli inglesi, che ad inizio 2000 fabbricarono le prove false sulla bomba nucleare di Saddam Hussein: il pretesto ottimo e abbondante per l’invasione del Paese e il massacro della sua popolazione. E il premier Tony Blair lo ha ammesso pubblicamente solo dieci anni dopo.
Ma questi non sono crimini di cui il tragicamente farsesco ‘Tribunale Penale Internazionale’ può certo mai interessarsi…
In basso il link dove potere leggere interessanti informazioni sull’iniziativa partenopea per la ‘verità sull’Ucraina’.
LINK
Partito dei CARC – Edizioni Rapporti Sociali – Non tutti gli Ucraini sono Zelenskij
HUNTER BIDEN, ZELENSKY & IL SUPER OLIGARCA / MOLTO ATTENTI A QUEI TRE
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