Arieccoli, i Patriciello. La dinasty, capeggiata dall’europarlamentare forzista Aldo, di cui la ‘Voce’ si è occupata con molte inchieste anni fa, torna a furoreggiare sul fronte degli appalti pubblici, stavolta, of course, a botte di milioni griffati PNRR.
La storia balza agli onori delle cronache per via di una fresca sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale molisano che ha parzialmente accolto un’istanza di accesso agli atti presentata a settembre 2022 dal consigliere regionale 5 Stelle Andrea Greco.
Ora, infatti, è possibile districarsi nei meandri di carte, sigle, società, nomi & parenti della dinasty che da decenni domina in Molise, partita da una semplice attività ‘cavaiola’, passata all’edilizia quindi tuffatasi nel business sanitario grazie alla corazzata ‘Neuromed’.
A quanto pare, stando ad una prima lettura della copiosa documentazione, Neuromed è riuscita ad aggiudicarsi un grosso appalto finanziato dal PNRR da quasi 25 milioni di euro. Il progetto vincitore si chiama ‘One Health Digital Ecosystem’, un progetto in campo sanitario con Neuromed protagonista, naturalmente. E con un partner eccellente, il CNR.
A quanto pare, però, il progetto avrebbe subito preso una piega in chiave strettamente edilizia: i soldi, in sostanza, servirebbero per finanziare tre lotti di lavori e realizzare nuove strutture sempre nel mega centro ricerche di Neuromed.
Ed è la stessa Neuromed a figurare da stazione appaltante, in grado di assegnare, senza la necessità di indire bandi di gara, i lavori per la realizzazione delle opere.
E guarda caso la fortuna ha baciato proprio sigle & imprese della affollata dinasty.
Ecco quindi, in rapida carrellata, le tre fortunate società che eseguiranno i lavori finanziati con i fondi del PNRR.
In pole position ‘ICI spa’, i cui azionisti sono Aniello, Antonio, Gaetano eNicandro Patriciello, fratelli di Aldo.
Segue a ruota ‘GFC srl’, nel cui parterre societario figurano due nipoti dell’europarlamentare forzista, Claudio e Fabio, nonché una cognata.
Ed è poi la volta di ‘Abiter srl’, che fa capo ai figli di Massimiliano Di Vito, costruttore, esponente locale del centrodestra e amico da una vita di Aldo Patriciello. Per la serie: non solo vanno premiati i parenti diretti, ma anche gli amici e sodali politici.
Non dimentichiamo che tra i soci di Neuromed figurano, oltre ad Aldo, anche i fratelli Aniello, Fabio e Gaetano.
Non sono certo i primi fondi pubblici che affluiscono nelle casse della super impresa di famiglia. Negli scorsi anni, infatti, sempre sulla base del miracoloso progetto ‘One Health Digital Eurosystem’, nelle casse societarie finirono quasi 3 milioni di euro (2,8 per la precisione), subito smistati ad un’altra sigla baciata dalla buona sorte: si trattava di ‘Nidaco Costruzioni’, società controllata dalla sorella, Giuseppina Patriciello, e dal quarto fratello, il già visto Nicandro. Una donna dall’ottimo fiuto, Giuseppina, perché ha sposato Vincenzo Cotugno, ovviamente amico di Aldo e soprattutto all’epoca consigliere regionale con una delega ‘pesante’: quella alla programmazione.
Insomma, sempre tutto in famiglia e qualche caro amico al tavolo della spartizione dei gustosi appalti, come De Vito.
Una vita turbinosa, quello di Aldo, e un percorso politico sempre in ascesa, pur con qualche intralcio lungo il percorso. Come l’inchiesta ‘Piedi di Argilla’, portata avanti per alcuni anni dalla magistratura, poi man mano arenatasi.
Neuromed, nel frattempo, ha visto il suo ‘prestigio’ aumentare, anche per gli ottimi rapporti coordinati dall’abile Aldo con il mondo accademico in campo sanitario, soprattutto nel Lazio.
Lontani anni luce i tempi duri del movimento terra, delle cave, delle prime costruzioni.
E lo scranno di parlamentare europeo grazie a Forza Italia è tornato molto utile per vedersi spalancare davanti molte porte. E i pingui, freschi fondi del PNRRsono tutti lì a dimostrarlo.
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SANITA’ A NAPOLI / ARRIVANO I PATRICIELLO
3 Luglio 2018 di Cristiano Mais
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