Con tutto il rispetto per i cristiani, s’impone il tema ‘si può essere cattolici e di sinistra?’ Rispondere alla domanda è tutt’altro che marginale per il Pd della Schlein: in coincidenza con la sua proclamazione ufficiale arriva il nulla osta con riserva di Castagnetti, ex segretario Ppi e presidente dei ‘popolari’. “C’è posto per i cattolici nel Pd di Schlein”, ha detto al giornale ‘Avvenire’. Graziano Del Rio e Paola De Micheli esprimono la “preoccupazione” dei cattolici, ma senza pregiudizi. “Per molti temi, come sanità pubblica e salario minimo, le battaglie sono condivise. Su altri, sono necessarie discussioni nel merito. Il disagio del mondo cattolico non va sottovalutato, nonostante la Schlein non abbia introdotto elementi divisivi”. Castagnetti: “La linea la danno gli organi direttivi, non un leader da solo, Schlein lo sa. Il Pd senza i cattolici non sarebbe più il Pd. Restiamo convinti che la nostra identità sia di centro-sinistra. Senza un’alleanza dei riformisti, non sarà possibile un’alternativa alla destra. Non siamo una “minoranza etnica”, ma una cultura che ha contribuito in modo decisivo a fare l’Italia e l’Europa. Dobbiamo ora essere bravi a fare valere le nostre ragioni”. A latere, alcune notazioni dovute all’ immaginario collettivo: i cristiani democratici sono conservatori sotto il profilo dei costumi e dell’etica tradizionale, contrari all’aborto e all’unione omosessuale con qualche eccezione (in Francia). Dal punto di vista ideologico, il cristianesimo democratico ha assimilato le idee sostenute da liberali, conservatori e socialisti, all’interno di una vasta cornice di principi morali e cristiani. Il cristianesimo democratico è sostenitore di un individualismo moderato. Condivide pienamente i valori morali (famiglia, diritto alla vita), l’idea progressiva dei mutamenti sociali (senza pericolosi strappi rivoluzionari), il rifiuto del comunismo, è aperto al cambiamento, auspica la necessità di una marcata solidarietà sociale, la volontà di limitare l’egoismo. Rifiuta il fascismo. sostiene l’economia di mercato. I cristiani democratici non mettono in discussione il capitalismo e sostengono l’economia sociale di mercato. Non mancano correnti di sinistra, come il cristianesimo sociale. Che Elly Schlein non avrà vita facile è un dato lapalissiano: non sarà indolore smantellare l’impianto di correnti e ‘capi bastone’, redistribuire incarichi di partito ed esterni, ringiovanire i quadri dirigenti, ripristinare il rapporto vis-a-vis con il disagio sociale, la classe operaia, il lavoro degli eletti nel territorio, porta a porta. Ma il nodo centrale, l’assoluta priorità, se la segretaria del Pd con l’autorevolezza del ruolo si propone di l’obiettivo collettivo di dire e fare cose di sinistra, è proprio la strategia, per nulla agevole, di impedire gli ostacoli della componente esule dai partiti moderati, che rifugiata nella sinistra l’hanno condizionata fino a farle perdere identità e consensi. Elly Schlein impersona la rottura con la turbolenza interna al Pd, con le lotte intestine mascherate di pluralismo e può farcela, agevolata dal monito di Bonaccini ai suoi sostenitori: “Per il bene del Pd deponete le armi”. Endorsement gratuito? Non proprio. In segreteria accede Pina Picierno, affiliata del neo presidente del partito, ma la Schlein si rifà ed esclude dagli incarichi i meno disposti al nuovo, innova con l’inclusione di Camusso e Furlan, ex segretarie di Cgil e Cisl, le sardine Santori e Cristallo, ex Articoli 1, nomi storicamente significativi come Bettini e Livia Turco, la cattolicissima Silvia Costa e Chiara Gribaudo, sua fedelissima, nel ruolo di vice segretaria. L’incognita: il possibile sabotaggio dei riformisti scontenti.
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