Sta diventando una incredibile sceneggiata che supera di gran lunga gli storici copioni partenopei, la story del sabotaggio ai gasdotti Nord Stream di settembre 2022.
L’unica ‘verità’ fino ad oggi messa nero su bianco – non ci sono ombre di dubbi – è quella firmata dal premio Pulitzer Seymour Hersh. Non solo per il prestigio acquisito negli anni dall’autore, ma per la mole dei documenti che presenta nella ricostruzione dei fatti, ai quali si aggiunge una ‘gola profonda’ che ne racconta di cotte e di crude. Un’inchiesta – è proprio il caso di dirlo – davvero a prova di ‘bomba’.
Per il resto è un penoso palleggiamento di responsabilità, un vergognoso, perfino ridicolo scaricabarile tra paesi ‘alleati’, il che la dice lunga sulla effettiva stabilità della NATO e sulla reale volontà degli Usa di continuare a servirsi di un burattino ormai tanto screditato come Volodymyr Zelensky nel portare avanti il conflitto ucraino all’unico scopo di indebolire fortemente e possibilmente sconfiggere l’odiata russa e detronizzare il ‘macellaio’ Vladimir Putin.
Partiamo dalle news di ore fa.
Il ‘New York Times’, citando fonti non meglio precisate dell’intelligence a stelle e strisce, riferisce la notizia secondo cui l’azione di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream sarebbe stata realizzata da un ‘Gruppo pro Ucraina’.
Qualche dettaglio in più viene fornito dal sito ‘EuroNews’ che precisa: “Il sabotaggio sarebbe avvenuto con l’aiuto di uno yatch noleggiato da una società con sede in Polonia, appartenente a due cittadini ucraini. Il gruppo era verosimilmente composto da sei persone, tra cui una donna, e avrebbe usato passaporti falsi, serviti per noleggiare l’imbarcazione”.
In un tweet, il consigliere speciale di Zelensky, Mykhailo Podolyak, bolla la notizia come una fake news che fa parte di una ‘teoria del complotto’.
La notizia, però, viene confermata da fonti tedesche.
Prosegue ‘Euronews’: “La NATO e i partner occidentali dell’Ucraina hanno sempre espresso il sospetto che la Russia sia da ritenersi responsabile del sabotaggio”.
Davvero furbi, i russi, a sabotare un’opera da loro finanziata con oltre una ventina di miliardi di euro, e per loro strategica ai fini della fornitura di gas all’Europa, in particolare la Germania.
Quell’Europa e quella Germania che negli ultimi mesi sono state obbligate a rifornirsi quali totalmente dagli americani, che vendono il loro gas ad un prezzo molto maggiore.
Masochisti a tal punto i russi? Lo capisce anche un bimbo delle elementari che l’unico paese a guadagnarsi dal sabotaggio dei gasdotti Nord Stream sono gli Stati Uniti. I quali hanno avuto la faccia di bronzo di accusare subito i russi, continuando a farlo per mesi.
E solo ora la stampa Usa si sveglia dal letargo, dopo il clamoroso scoop messo a segno da Seymour Hersh, autore dell’unica ricostruzione seria, attendibile e suffragata da fatti concreti.
Una figuraccia colossale – e una gigantesca responsabilità politica – per gli americani e per la solita banderuola Zelensky. E non miglior figura hanno fatto gli alleati NATO, in primis i polacchi, un cui ex europarlamentare, a pochi giorni dal sabotaggio, in un clamoroso tweet arrivò addirittura a ringraziare gli Usa per l’operazione Nord-Stream!
In tutta la gigantesca pantomima internazionale, le uniche parole sagge (a parte quelle di Hersh) sono quelle appena pronunciate dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova: “Ma vuoi vedere che alla fine daranno la colpa del sabotaggio ad un delfino?”.
A proposito di NATO, state a sentire l’ultima.
E’ da mesi che si parla del prossimo Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica, essendo in proroga già da un anno il norvegese Stoltenberg. Per mesi si è fatto il nome del suo probabile successore: in pole position il nostro ex premier Mario Draghi, una poltrona giusta prima di fare il nonno a tempo pieno, il prestigio internazionale ad hoc, un atlantismo a prova (arieccoci) di bomba.
Ma nelle ultime ore si vocifera di un altro nome, si parla con insistenza di un piano B vagheggiato da Joe Biden.
E sapete chi è in rampa di lancio? Nientemeno che l’attuale presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il cui nome ha un particolare appeal per la Casa Bianca sotto vari profili: ha ricoperto la carica di ministro della Difesa nell’esecutivo tedesco prima di approdare a Bruxelles, si tratta di una donna (sarebbe il primo Segretario NATO al femminile), in questi anni von der Leyen si è dimostrata al completo servizio degli interessi Usa, avendo indebolito sul fronte energetico l’Europa a tal punto; sul fronte dei vaccini ha provveduto a tutelare, grazie al contratto farlocco stipulato via sms con ‘Pfizer-BionTech’ da 71 miliardi di euro, sia gli interessi americani che tedeschi; insomma è ora che Joe Biden si sdebiti con lei per i preziosi servigi resi e quindi le offra una poltrona di peso. Tanto più che quella in sede UE è non poco traballante, visto il coinvolgimento diretto di lady von der Leyen nel ‘Pfizergate’, al cui confronto il ‘Qatargate’ è una pagliuzza. E poi un’altra credenziale ancora: il marito di Ursula, Heiko von der Leyen, è al vertice di una importante società statunitense impegnata nel campo delle biotecnologie, ‘Orogenesis’, che lavora a stretto contatto di gomito (e d’affari) proprio con Pfizer.
Meglio di così…
Ma ci sono un paio di ostacoli da superare. Comunque sia, von der Leyen dovrebbe portare a termine, in un modo o nell’altro, il suo mandato UE, che scade tra poco più di un anno, estate 2024; in secondo luogo, si rende necessaria una proroga-bis per Stoltenberg, appunto fino a metà 2024. Proprio per questo lo staff di Biden sta preparando il terreno per arrivare ad un ulteriore allungamento dell’incarico a Stoltenberg, che potrebbe essere ratificato nel corso del vertice NATO che si terrà il prossimo 11 e 12 luglio a Vilnius. Un altro ingrediente in più: lady Ursula sta per iniziare un tour che la porterà negli Usa e in Canada, ottima chance per rafforzare le intese. Un piano davvero perfetto!
E per Draghi? Forse è proprio arrivato il momento di dedicarsi agli amati nipotini: e poi qualche consulenza dorata dalle super banche o dai super fondi a stelle e strisce, come ‘BlackRock’ o ‘Vanguard’, non si nega mai!
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GASDOTTI NORD STREAM / FATTI SALTARE DAGLI AMERICANI
9 Febbraio 2023 di PAOLO SPIGA
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