Giornalismo dem

Nessuna intenzione di violare la privacy di Paolo Berizzi, autorevole firma di ‘Repubblica. Piuttosto un suggerimento all’Anpi, l’Associazione dei Partigiani. Che sia un suo iscritto o non lo sia, il presidente dovrebbe promuove la consegna al giornalista di una tessera ad honorem. Berizzi riserva uno spazio importante della sua giornata di comunicatore per passare in rassegna notizie di agenzia, di quotidiani locali, di comunicati stampa, che denunciano casi quotidiani di fascismo. Il merito della ricerca è inversamente proporzionale alle poche righe del piccolo riquadrato in basso pagina (“Pietre”) sovrastate dall’articolo di Concita De Gregorio, accanto alla rubrica ‘Posta e risposta’ di Merlo. Oggi, 7 marzo, Berizzi titola la sua nota “Almirante” e racconta l’ultimo esempio della crescente provocazione della destra, indotta a rigurgiti del Ventennio dalla connivenza del governo che ha imbarcato nell’esecutivo neofascisti vecchi e nuovi. Scrive Berizzi di  una delibera dell’amministrazione pugliese di Gioia del Colle, che  chiede di intitolare una strada a Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale, “teorizzatore del razzismo persecutorio nei confronti degli ebrei”… “razzismo che ha da essere cibo per tutti, al firmatario del Manifesto della razza”. L’episodio si connette al precedente di Latina, della giunta di destra che ha proposto di intitolare a Mussolini la villa comunale dedicata alla memoria di Falcone e Borsellino.

Da un’occhiata accanto alla rubrica di Berizzi: Francesco Merlo ospita una lettera esemplarmente antifascista. Punto di partenza il pestaggio di un ragazzo di sinistra operato da un branco di giovani iscritti a una delle organizzazioni giovanili di Fratelli d’Italia. Alcuni di loro (definiti ‘baby camerati’) hanno esposto uno striscione con la scritta ‘La scuola non è antifascista’. Il commento del lettore di Repubblica: “Qualcuno dovrebbe spiegare a quei ragazzi che se possono esibire impunemente quello striscione è proprio perché vivono fortunatamente in uno Stato antifascista…Se qualcuno durante il fascismo avesse detto che la scuola non è fascista (e purtroppo lo era) nella migliore delle ipotesi sarebbe stato purgato”. Morale della riflessione. Nell’Italia della Costituzione antifascista c’è di peggio, nessun dubbio, raid squadristi, raduni mussoliniani, l’esecutivo di nostalgici del Ventennio. Il culmine si deve alla premier, che finge discontinuità con il passato di neofascista, ma evita di prendere ufficialmente le distanze da Donzelli e Delmastro, da La Russa, Piantedosi, Valditara, dalla Rauti, dall’alleato Salvini, dal Calderoli delle autonomie regionali, antimeridionali.


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