COVID / PERCHE’ NON SI INDAGA SULLE “CURE”  NEGATE E SULLA “INEFFICACIA” E LETALE “INSICUREZZA” DEI VACCINI? 

Finalmente qualcosa comincia a muoversi, anche in Italia, per accertare le gravi responsabilità, politiche & scientifiche, sulla    gestione della pandemia.

L’inchiesta della procura di Bergamo, durata tre anni esatti, ha appena portato alle prime notifiche per ipotesi di reato a carico di non pochi pezzi da novanta della politica (l’allora premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera) e della scienza (sic), tra cui il presidente dell’Istituto Superiore della sanità Silvio Brusaferro, il coordinatore del primo ‘Comitato Tecnico Scientifico’ (CTS) Agostino Miozzo, il presidente del ‘Consiglio superiore di Sanità’ Franco Locatelli, l’allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Le posizioni ‘politiche’ di Conte e Speranza verranno valutate dal Tribunale dei Ministri.

Le ipotesi di reato sono di epidemia colposa, omicidio colposo plurimo e rifiuto d’atti d’ufficio.

Antonio Chiappani

“L’obiettivo – chiarisce subito il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani – è che la gente sappia quel che è successo”. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il 28 gennaio lo stesso Chiappani fece un preciso riferimento alle indagini, che “hanno accertato gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia”. L’inchiesta, affidata al procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, è focalizzata soprattutto sulla ‘mancata azione di prevenzione’: ossia, in sostanza, il ‘non aggiornamento dei piani pandemici a livello regionale e nazionale’ e ‘la mancata istituzione, a febbraio 2020, della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo’.

Commenta a botta calda l’associazione dei familiari delle vittime, che in questi anni si è battuta con tenacia per spingere gli inquirenti ad accertare tutte le responsabilità: “I magistrati hanno individuato responsabilità precise sulla gestione della pandemia che coinvolgono il settore politico e istituzionale. Da sempre ci siamo battuti per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Questa decisione non ci restituisce i nostri cari ma onora la loro memoria”.

Un’inchiesta di grosso valore. Che tocca punti nodali, come soprattutto il clamoroso ‘non aggiornamento’ del piano pandemico, uno strumento essenziale per contenere l’ondata infettiva: e qui gli inquirenti possono e devono senza grossi sforzi   investigativi individuare i responsabili di tale misfatto, che hanno nomi, cognomi e indirizzi ben precisi. Così come è importante trovare i responsabili di sprechi, truffe & affari nel corso del ‘business pandemico’: dalle mascherine ai tamponi pagati il triplo, fino ai banchi a rotelle.

 

BEN ALTRI I BUBBONI. IN PRIMIS LE “CURE NEGATE”

Ma tutto ciò è ben poco rispetto al vero ‘focus’, il grande buco nero, la vera tragedia che poteva essere evitata e non è stata evitata: ci riferiamo ai quei mesi bollenti in cui ancora non c’erano, ovviamente, i vaccini, e quando il governo (ovviamente il premier Conte e ancor più il ministro Speranza in pole position) hanno imposto – con l’ovvio avallo del famigerato ‘CTS’ e delle altre ‘istituzioni’ scientifiche (come l’Istituto Superiore della Sanità, il Consiglio Superiore della Sanità e l’AIFA) – un terapia passata sotto il nome ‘Tachipirina e Vigile attesa’: un clamoroso autogol, costato però la vita a decine di migliaia di persone (circa 120 mila il numero dei morti in quei tragici mesi, da febbraio a dicembre 2020), molte delle quali, invece, si sarebbero potute salvare.

Quel criminale diktat governativo, infatti, ha solo fatto in modo che la salute dei colpiti da Covid peggiorasse rapidamente, perché il virus non veniva fronteggiato in modo adeguato, con il conseguente ricovero ospedaliero, il passaggio alla terapia intensiva, l’ovvia conseguente e dannosa intubazione (ricordate anche i ventilatori?): il percorso ‘scientifico’ che porta dritto al decesso del paziente. E così, in questa sinistra luce, vanno viste le colonne di camion militari che affollavano le strade della bergamasca.

Si poteva e doveva, invece, fare qualcosa. Perché esistevano le CURE, i FARMACI adatti a fronteggiare, fin dal primo insorgere dei sintomi, quel maledetto virus.

Prendiamo il caso della Francia. Didier Raoult, il grande ricercatore e storico direttore del più grande ospedale europeo per le malattie infettive, a Marsiglia, ha subito sperimentato con grande successo (il 70-80 per cento dei casi affrontati) l’idrossiclorochina, un farmaco ‘antico’, utilizzato per l’artrosi: ma che aveva subito dato effetti positivi per fronteggiare e contenere l’assalto del virus.

Perché il governo ha vietato tassativamente l’uso dell’idrossiclorochina?

Perché ha impedito ai medici di famiglia – che volevano seguire l’esempio di Raoult – di farvi ricorso e di prescriverla ‘off label’ (cioè al di fuori dell’uso fino a quel momento previsto, per curare l’artrosi)?

Didier Raoult

Perché dopo una serie di ricorsi presentati da medici e associazioni di pazienti si è dovuti arrivare addirittura all’ordinanza del Consiglio di Stato a metà dicembre 2020 per ‘sdoganare’ l’idrossiclorochina, legalizzandola finalmente?

Il suo principale difetto era che costava poco.

Quindi non conveniva alle case farmaceutiche, al sistema di ‘Big Pharma’, già tutto proiettato verso la produzione dei vaccini, che infatti trionfalmente arrivano a fine 2020 come la cura miracolosa e taumaturgica che salverà l’umanità. Perfino l’autorevole rivista scientifica ‘Lancet’ scivolerà clamorosamente su una buccia di banana, pubblicando l’intervento di tre ricercatori farlocchi teso a screditare l’idrossiclorochina, che avrebbe avuto effetti negativi per il cuore. Qualche settimana dopo, sommersa dalle critiche, ‘Lancet’ fa marcia indietro (ma tutto servì a seminare dubbi e rallentarne l’uso). E l’avrebbe capito anche un bambino che l’idrossiclorochina non poteva avere quei gravi effetti collaterali: altrimenti quanti anziani che soffrono di artrosi sarebbero stati colpiti da ictus, trombosi o infarti?

Un altro esempio. Ricordate in quei mesi il faccione rubizzo di Donald Trump che, quasi come in uno spot tivvù, prende una pastiglia di idrossiclorochina? Faceva parte di un ‘cocktail’ di farmaci utile, anzi necessario e decisivo, per frenare e stoppare il Covid.

Noi seguiamo sempre, anche se con ritardo, le mode americane: perché le nostre autorità (sic) quella volta non seguirono l’esempio a stelle e strisce? Avrebbe salvato migliaia e migliaia di vite. Adesso, invece, ogni ordine in arrivo dalla Casa Bianca, per inviare sempre più armi a Kiev, viene immediatamente eseguito dalla nostra genuflessa Italietta a guida ‘Giorgia’. Possibile che non seguiamo gli Usa nei ‘percorsi di ‘vita’ ma solo in quelli di ‘morte’? Masochismo o che?

Non c’era comunque solo l’idrossiclorochina tra i farmaci e le cure possibili, anzi doverose.  E’ il caso dell’invermectina, usata soprattutto in campo veterinario, ma subito dimostratasi efficace come terapia anti covid.

Il professor Giulio Tarro

Per fare un solo esempio da noi in campo medico, Giulio Tarro – l’allievo di Albert Sabin che inventò il vaccino antipolio – ha subito indicato nell’idrossiclorochina, nell’invermectina e in altri farmaci la via per fronteggiare il Covid, redigendo una apposita tabella, che comprendeva anche vitamina C, vitamina D, zinco: insomma un cocktail salva-vita.

E allora, torna la domanda da novanta: perché le autorità politiche e scientifiche si sono fermate all’assurda e soprattutto anti-scientifica parola d’ordine (obbligatoria, come obbligatori saranno poi i vaccini, in un’escalation criminale) ‘Tachipirina e Vigile attesa’? Solo ignoranza o cosa?

E’ questo il vero nodo che gli inquirenti bergamaschi (o quelli di altre procure) dovrebbero sciogliere. Individuando i responsabili: e anche in questo caso non ci vuole Sherlock Holmes per scovarli!

Perchè è questa la vera strage di Stato, come denuncia un libro che è un vero e proprio j’accuse, firmato da un magistrato antimafia che ancora adesso ne sta subendo le conseguenze, anche dopo aver lasciato la toga: si tratta di Antonio Giorgianni, e il volume si intitola, in modo significativo: ‘Strage di Stato – Le verità nascoste della Covid-19’.

E un altro volume, uscito a pochi mesi dallo scoppio della pandemia (giugno 2020), titolato ‘Covid 19 – Il virus della paura’, firmato proprio da Tarro, accendeva fin da subito i riflettori sulle gravissime responsabilità politiche e scientifiche nella (non) gestione della pandemia. E spiegava anche i meccanismi usati dalle ‘autorità’ (sic) per convincere i cittadini ad accettare provvedimenti ai confini della realtà come lockdown, ‘Green Pass’, mascherine e tutto quanto fa pandemia: meccanismi basati sulla ‘paura’, sul ‘terrore’. E su questo terreno uno degli strumenti base, commenta Tarro, è stata una campagna di totale ‘disinformazione’.

Come del resto è successo negli Stati Uniti: e su questo fronte la magistratura americana è già al lavoro da mesi, e punta molto, molto in alto, addirittura ai vertici della Casa Bianca – in pole position Anthony Fauci – per aver esercitato fortissime pressioni e attività censorie su tutti i social media.

 

QUEI VACCINI INEFFICACI E INSICURI

Passiamo al secondo tempo della tragedia, è impossibile chiamarla in altro modo.

E quindi partiamo dal momento in cui sono cominciate le somministrazioni dei vaccini.

Che, lo ribadiamo sulla ‘Voce’ per l’ennesima volta, sono (o almeno lo sono stati fino a pochi giorni fa, per la precisione il 31 gennaio 2023) del tutto ‘sperimentali’, perché sono stati indebitamente e quindi illegalmente bypassati sia i tempi che i metodi per le necessarie sperimentazioni, i test, i ‘trials’ assolutamente imprescindibili prima di dare l’ok alle somministrazioni.

Vaccinazioni in massa

Di tutto ciò le autorità internazionali e nazionali di controllo se ne sono altamente fottute, assumendosi una gravissima responsabilità che prima o poi andrà penalmente accertata e sanzionata. Sarebbe davvero il caso che il toro venisse preso per le corna e la questione finisse una buona volta davanti alla ‘Corte dell’Aja per i crimini contro l’umanità’, visto l’altissimo numero di morti (si contano ormai a centinaia di migliaia e sono in aumento esponenziale) per gli ‘effetti avversi’: un numero su tutti, quello uscito a settembre dalle ovattate stanze dei CDC (‘Centers for Deaseses Control’) americani, ben 10 milioni di casi da quando negli Usa sono iniziate le somministrazioni; dai più lievi a quelli più gravi, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio con pericarditi, miocarditi, ictus, trombosi e infarti, colpendo soprattutto i più giovani, fascia d’età fra i 19 e i 39 anni.

E in tutto ciò, appunto, cosa avevano fatto le autorità (sic) di controllo?

La solitamente rigida ‘Food and Drug Administration’ non ha chiuso un occhio, ma tutti e due. Dando disco verde all’uso dei vaccini ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ senza rispettare, come detto, tempi e metodi.

Come ha più e più volte denunciato l’autorevole ‘British Medical Journal’ (BMJ). Che dopo due mesi dal lancio dei vaccini a mRNA (quelli quindi più ‘pericolosi’ per gli effetti avversi), ossia a gennaio 2021, con un editoriale del suo direttore scientifico, Peter Doshi, ha ridicolizzato i numeri sbandierati da ‘Pfizer’ sul fronte dell’efficacia: altro che il 93-95 per cento, neanche uno striminzito 20 per cento!

E peggio ancora sul fronte della sicurezza dei vaccini.

In uno choccante reportage di vero giornalismo investigativo-scientifico, il ‘BMJ’ riesce a scoprire e far parlare una ricercatrice che ha coordinato una serie di trials organizzati da una società privata che aveva ricevuto l’appalto da ‘Pfizer’. La ricercatrice accerta fatti & misfatti, errori, orrori ed omissioni nel corso dei ‘trials’ e denuncia tutto alla ‘FDA’. Ma cosa fa la prestigiosa autorità di controllo americana? Invece di far luce e aprire un’inchiesta, informa dell’accaduto proprio ‘Pfizer’, che immediatamente provvede a licenziare la coraggiosa ricercatrice, che altrettanto coraggiosamente ha deciso di citare in giudizio sia ‘Pfizer’ che ‘FDA’.

Tirando le somme, ecco l’interrogativo alto come un grattacielo?

Come mai – ora parliamo dell’Italia- nessuna autorità né politica, né scientifica ha voluto approfondire l’aspetto fondamentale che concerne i vaccini, ossia la loro ‘sicurezza’, per evitare, appunto, quegli effetti avversi che si possono manifestare non solo a breve, ma anche a medio e lungo termine?

Perché il nostro ministero della sanità se ne è stato con le mani in mano, anzi ha fatto ben di peggio, introducendo l’obbligo vaccinale? Ed imponendolo perfino a categorie che mai avrebbero dovuto assumerlo, come ad esempio i bambini e le donne in età fertile e addirittura in stato di gravidanza? In basso, attraverso i link, potete leggere due lunghi e documentati articoli che illustrano la clamorosa diminuzione del tasso di natalità da quando sono iniziate le campagne vaccinali e la diminuzione drastica della fertilità nelle donne.

Perché, quindi, le nostre autorità politiche e scientifiche hanno non solo avallato, ma spinto per questo scempio? Si tratta, anche in questo caso, di veri e propri ‘crimini’ che vanno accertati penalmente, e mandati a processo i responsabili.

 

IL PUNTO SULLE INCHIESTE

In Italia, fino ad oggi, dunque, abbiamo la maxi inchiesta di Bergamo (che avrà la sua propaggine romana al Tribunale dei Ministri), ma con un perimetro d’azione che NON indaga su due grandi bubboni, i veri buchi neri: come detto, le CURE negate ai colpiti dal Covid nella fase bollente, cure e farmaci utilissimi però anche ‘dopo’, affinchè i vaccini potessero proseguire il loro fisiologico iter, invece drasticamente interrotto per le autorizzazioni fuorilegge in primis della ‘FDA’, e a ruota dalla europea ‘EMA’ e dalla italiana ‘AIFA’.

Secondo buco nero, le indagini & inchieste della magistratura fino ad oggi mancate sul fronte della efficacia e sicurezza dei vaccini, e di conseguenza sugli ‘effetti avversi’ che, come detto, ormai dilagano, producendo danni ben peggiori di quanto abbia fatto la pandemia. E poi si parlava di bilanciare rischi e benefici!

Se quindi su questi fronti caldi l’Italia dorme (perché anche la ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini’ o non decolla o se lo fa si occuperà solo di fatti marginali, come le forniture più o meno regolari di mascherine, tamponi, banchi a rotelle e via di questo passo: nulla di sostanzioso, quindi una presa per i fondelli), la stessa Europa e gli Stati Uniti qualcosa stanno facendo, mostrando un minimo di sensibilità e di rispetto per la salute dei cittadini.

 

Ursula von der Leyen con Bourla

A settembre, infatti, come la ‘Voce’ ha più volte documentato, è stata costituita la ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’, promossa dal Parlamento europeo. Obiettivo: far luce sui contratti di fornitura dei vaccini ‘Pfizer’ per un totale da ben 71 miliardi di euro, con il terzo contratto (quello più consistente, da 31 miliardi) stipulato, secondo le accuse dei commissari, addirittura attraverso ‘sms’ (avete letto bene, sms!) intercorsi tra il presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e il Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla. Sms, poi, dei quali non si trova più traccia, volatilizzati.

Ma fino ad oggi né lady Ursula né Bourla (convocato per ben due volte) si sono presentati per rispondere alle domande dei commissari. Quest’ultimo ha spedito, in sua vece, la responsabile dei mercati esteri di ‘Pfizer’, Janine Small, che è stata in grado di farfugliare solo poche frasi, “non so”, “non mi occupa di questo”, “dovete capire che eravamo in una grande emergenza”, “qualche cosa, qualche prodotto bisognava pur darlo”. Da brividi, soprattutto perchè non ha fornito alcuna rassicurazione sulle ormai stranote ‘efficacia’ e ‘sicurezza’ dei vaccini: un fatto di gravità inaudita. Tanto da far andare su tutte le furie il commissario olandese che è sbottato: “Questo è il più grave scandalo da quando esiste l’Unione europea”. Altro che il ‘Qatargate’, una pulce al confronto, perché riguarda la salute di tutti i cittadini e i loro soldi, finiti negli straricchi forzieri di ‘Pfizer’. Ma di tutto ciò, naturalmente, media e talk di casa nostra, non scrivono, non parlano e non discutono: autocensurati e genuflessi davanti ai voleri di Big Pharma!

 

Negli Stati Uniti, e sempre ad inizio autunno 2022, si sono mossi due coraggiosi procuratori generali, Jeff Landry della Louisiana e Erich Schmitt del Missouri. Che puntano dritti al bersaglio grosso.

Come abbiamo accennato prima, vogliono vederci chiaro sulle  pressioni esercitate dai vertici della Casa Bianca (sono sotto inchiesta 9 suoi altissimi funzionari, dall’ex portavoce, ad un importante agente dell’Fbi, fino al solito Fauci) sui social, affichè non solo propagandassero la politica governativa (quindi bideniana) per la gestione della pandemia, ma ‘censurassero’ i pareri contrari, pur se espressi da autorevoli scienziati e ricercatori. L’affaire, in queste settimane, si sta ingrossando per via dei ‘Twitter Files’, un fuoco di fila quasi giornaliero sulle corrispondenze fino ad oggi top secret tra i funzionari della Casa Bianca e gli ex vertici di Twitter: tutto ciò è oggi possibile perché il nuovo proprietario, Elon Musk, si è dichiarato decisamente contrario all’obbligo vaccinale e alla politica sanitaria del tandem Biden-Fauci.

Peter Daszak

I due procuratori generali, poi, vogliono squarciare il velo su un altro giallo: quello degli ingenti fondi stanziati dal ‘National Institute for Allergy and Infectious Deseases’, il ‘NIAID’ guidato a vita (1984-2022) da Fauci e finiti al famigerato ‘Istituto di Virologia’ a Wuhan, tramite una società paravento, la ‘EcoHealth Alliance’ del controverso ricercatore Peter Daszak. Il quale, guarda caso, ha preso parte, come rappresentante americano, alla prima missione promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a Wuhan. Finita in un clamoroso flop annunciato: avrebbe mai potuto Daszak auto-accusarsi e soprattutto accusare il ‘mandante’, l’amico & compare di merende Fauci? Nel corso della sua lunga verbalizzazione davanti ai procuratori Usa, durata ben 7 ore, Fauci è riuscito, zigzagando tra “non so”, “non ricordo”, “è trascorso troppo tempo”, a rammentare un solo fatto preciso: “non ho mai conosciuto Daszak”, da spergiuro bello e buono, e da galera se non fosse per gli 81 anni suonati e festeggiati nella villa da mille e una notte dell’ambasciatrice italiana a Washington un paio di mesi fa!

E la strategica Fase 2 della missione griffata OMS a Wuhan non si farà più, come tante volte invece promesso, anzi assicurato. E’ stato il primo annuncio ufficiale di Jeffrey Farmer, appena si è insediato, un mese fa, sulla strategica poltrona di direttore scientifico dell’OMS. Una scelta davvero azzeccata: tra le sue credenziali principali le amicizie di lunga data con Fauci – sempre lui – e conBill Gates, che in qualche modo oggi è anche il suo ‘datore di lavoro’, visto che il miliardario- filantropo è il secondo finanziatore dell’OMS, davanti agli Usa, ma ben prima di nazioni come Francia, Germania e Gran Bretagna.

 

E ‘PFIZER’ FA SHOPPING MILIARDARIO 

E finiamo questa lunga story con la star nel firmamento di Big Pharma, regina ‘Pfizer’.

Che per distrarsi dalle possibili bufere giudiziarie pensa allo shopping farmaceutico e ad allargare il numero delle attività e delle aziende controllate, potendo contare su una liquidità stratosferica (circa 100 miliardi di dollari), grazie soprattutto ai colossali introiti per le vendite del suo miracoloso (per le sue casse) vaccino, invece nocivo e letale per tanti cittadini del mondo.

Dopo aver acquistato, mesi fa, la ‘Global Blood Therapeutics’ per oltre 5 miliardi di dollari, e la ‘Biohaven Pharmaceutical Holdings’ per 11 miliardi e mezzo di dollari, intende mettere a segno il colpo del secolo, comprando un’altra star di Big Pharma, la ‘Seagen’ di Seattle, sulla costa nord-occidentale Usa,   specializzata nella produzione di farmaci anticancro (soprattutto al seno, ma anche per curare il morbo di Hodgkin e altri linfomi).

Un’operazione molto complessa, già tentata, senza successo, lo scorso anno dalla tedesca ‘Merck’ la cui offerta, pur molto sostanziosa, venne respinta al mittente dopo una lunga trattativa.

Come dire no, adesso, alla star delle star? ‘Pfizer’, infatti, pare disposta a sganciare una cifra superiore al valore di mercato di ‘Seagan’, calcolato in circa 30 miliardi di dollari. Anche perché l’acquisto si ripagherebbe da solo in appena due-tre anni al massimo, essendo in grado, ‘Seagen’, di produrre fatturati da capogiro, nell’ordine dei 25 miliardi di dollari l’anno.

Gongola e fa i conti sul pallottoliere il veterinario greco e Ceo di ‘Pfizer’, Bourla: “Il nostro futuro è brillante. Siamo nel bel mezzo di un periodo di 18 mesi in cui potremmo avere fino a 19 potenziali nuovi prodotti, un fatto senza precedenti sul mercato”.

Tutto grazie ai profitti cumulati, da perfetto Paperon de’ Paperoni che si tuffa nella sua piscina colma di dollari, con i guadagni, senza troppa fatica, assicurati dai vaccini. Come bere un bicchier d’acqua, tra un sms e altro con l’amica Ursula o con il suo consorte, Heiko von der Leyen, al vertice della statunitense ‘Orogenesis’, specializzata in biotecnologie e in affari proprio con ‘Pfizer’.

 

PRIMA TI PROVOCO IL CANCRO, POI TI CURO. OK?

Per un momento, però, fa capolino un interrogativo: vuoi vedere che ‘Pfizer’ vuol chiudere il cerchio con l’acquisto di una delle società leader negli antitumorali?

Ryan Cole

Il dubbio ci assale soprattutto leggendo gli ultimi numeri sul forte  incremento dei tumori negli ultimi due anni, proprio in correlazione con l’inizio delle somministrazioni vaccinali. E leggendo le parole di un noto anatomopatologo americano, Ryan Cole, pronunciate nel corso di una fresca intervista rilasciata a ‘The Vaccine Reaction’: “In laboratorio vedo un aumento di casi di cancro che non dovrei vedere, a tassi che non dovrei vedere, in gruppi di età che non dovrei vedere. Ho parlato con colleghi di tutto il mondo e stanno iniziando a verificarlo. Ma le autorità sanitarie ti emarginano e non ti danno ascolto. Il mio punto di vista è: se abbiamo qualcosa di nuovo – cioè quelle iniezioni di geni per stimolare una risposta immunitaria (i vaccini di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’, ndr) – dovremmo indagare quella pista. Dovremmo avere l’approccio del sistema legale francese che dice ‘colpevole fino a prova contraria’. E così tutte le morti o gli effetti avversi gravi avvenuti subito dopo le iniezioni di vaccini contro il covid in pazienti sani e che stavano bene, si devono indagare per capire se sono collegati a questa nuova modalità sperimentale che stiamo applicando a un’ampia popolazione mondiale”.

Comunque, no problem. Pfizer prima ti provoca il cancro, poi ti cura. Che tesori!

 

P.S. In basso trovate i due link sul calo di natalità registrato proprio dopo le somministrazioni dei vaccini anti covid, soprattutto quelli a mRNA, ossia ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.

Per leggere articoli e inchieste della ‘Voce’ sui vari personaggi, organizzazioni e società citate nel pezzo, basta andare alla casella CERCA nella home page in alto a destra, e digitare nome e cognome della persona (ad esempio, Anthony Fauci, Albert Bourla) o della sigla (Food and Drug Administration oppureOrganizzazione Mondiale della Sanità) e ne troverete a bizzeffe.

 

 

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