Credere, obbedire, smettere di indagare

In Italia, nell’indifferenza quasi generale, si intensifica il
susseguirsi di sfrontate incursioni squadriste, di plateali
manifestazioni fasciste, di violenze della destra nelle sue varianti
fuori legge. Bisognerebbe poter accedere agli archivi dei pochi
giornali democratici superstiti per elencare tutti gli episodi
impuniti di aggressioni che branchi di teppisti della destra compiono
con sempre maggiore frequenza, non a caso dopo l’insediamento di un
governo ‘amico’, di una presidente del consiglio affetta da mutismo a
fasi alterne, che le impedisce di dire la sua solo quando l’etica
della politica e il rispetto della Costituzione su cui ha giurato, le
imporrebbero di condannare le violenze dei suoi affiliati, quando il
suo alter ego accusa il Pd di collusione con mafia e terrorismo e per
agganciare l’attualità quando un raid  di giovani dell’organizzazione
giovanile di Fratelli d’Italia aggredisce a pugni e calci studenti di
sinistra. È muto anche l’incredibile ministro dell’Istruzione, che
evidentemente istruito dai vertici di FdI, tace, per non essere da
meno del suo capo Meloni. Quando parla dell’episodio sparla, esonda
dai limiti del suo ruolo (Valditara è quello del merito sopra ogni
cosa, del no al reddito di cittadinanza per chi non è almeno
diplomato, dello stipendio più alto ai prof del nord, più basso a
quelli del sud). Definisce “atto improprio” la lettera della preside
di Firenze ai suoi studenti, scritta per spronarli a non essere
indifferenti alla violenza che portò al fascismo, pensiero condiviso
dal mondo della scuola. Valditara, ospite non a caso di una rete
Mediaset: “”È una lettera del tutto impropria, non compete a una
preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a
che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e
autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista. Se l’atteggiamento
dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”. Sic
dixit Valditara dopo il pestaggio fascista avvenuto davanti al liceo
classico Michelangiolo di Firenze.  La preside: “Il fascismo in Italia
non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai
bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per
motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti
indifferenti”. Valditara: “Di queste lettere non so che farmene, sono
ridicole, pensare che ci sia un rischio fascista è ridicolo”. Sdegno e
di solidarietà alla preside di Floridia, 5Stelle: “Quello
dell’antifascismo dovrebbe essere un valore condiviso, tanto più
all’interno delle nostre scuole e tanto più a seguito dell’aggressione
squadrista avvenuta ad opera di azione studentesca, vicina a Fratelli
d’Italia. Valditara dovrebbe solo vergognarsi”. Rachele Scarpa, Pd:
“Il governo resta in silenzio sull’aggressione di militanti fascisti.
Ora minaccia provvedimenti contro la preside che ha scritto agli
studenti dopo quanto accaduto. Copre di fatto i violenti: grave e
inaccettabile. Meloni intende continuare a tacere?”.

Parla, anche lui dopo il complice silenzio del primo giorno e il
dietrofront dopo la stridente sulla legittimità delle intercettazioni
di Cospito: “Sono riservate”, “Non sono segretate”, per assolvere
Delmastro e Donzelli, pupilli della Meloni. Parla sollecitato in
Parlamento dai 5Stelle e in puro stile Ventennio osa dire che a
decidere se un documento è, non è segreto, riguarda la politica, non
la magistratura. Va oltre e da ex magistrato attacca i magistrati:
“Che per un’informazione di garanzia un parlamentare si debba
dimettere (udite, udite, che raffinatezza) è ‘un’aspirazione
velleitaria e metafisica’ (proprio così, metafisica). Non parla dal
balcone di palazzo Venezia, ma è come se fosse lì: i Pm romani sono
invitati a prendere il suo dire per oro colato, a obbedire  e smettere
di indagare.


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