Umana disumanità

Umanità (dal Devoto e Oli): “Termine improntato all’esigenza di apportare un miglioramento alla condizione umana dal punto di vista economico, etico, sociale”. Gli umani hanno stracciato la pagina 2589 del dizionario che contiene la parola ‘umanità’, hanno sposato l’antitesi ‘disumanità’ dal tempo delle caverne, quando i nostri predecessori hanno usato la clava per appropriarsi della migliore caverna, della femmina più fragile da sottomettere, delle prede da azzannare per sfamarsi. È la genesi dell’egoismo esercitato con violenza, delle guerre, della schiavitù, del razzismo, di povertà e ricchezze, delle tirannie e invano Cristo, Ghandi, i Nobel della pace, ora Papa Francesco, hanno provato a debellare, inascoltati. Mentre il mondo esce dissanguato dalla pandemia e assiste impotente al tragico massacro di uomini, donne, bambini uccisi in Ucraina, il pianeta rischia stragi ben oltre le trecentomila vittime delle atomiche americane sul Giappone. La Terra subisce attonita, impreparata, vulnerabile, all’ecatombe che al confine tra Siria e Turchia potrebbe aver strappato alla vita decine di migliaia esseri umani, sepolti sotto le macerie di un evento più letale delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, aggrediti dal gelo di questo inverno artico, privi di tutto. Di fronte alla catastrofe, diventa tutto insignificante, meschino, e appunto, disumano.

A uno dei più devastanti eventi tellurici di sempre risponde l’umanità predisposte alla cultura della solidarietà, alle emergenza da affrontare con uomini e mezzi di soccorso, di intervento sanitario, guidati da esperienza e storica dedizione. La nostra protezione civile, la croce rossa, vigili del fuoco, esercito, Emergency. Nella circostanza si mobilitano Paesi nemici, in guerra, la martoriata Ucraina, Stati Uniti e Russia, protagonisti di una nuova, pericolosa guerra fredda, Paesi afflitti da povertà, perfino la martoriata Ucraina. Per ora non gli straricchi emirati arabi.

È probabile che la fame di pace sia all’origine di una riflessione profondamente pacifista sulla tremenda catastrofe che riduce milioni di profughi siriani in povertà estrema, oltre i limiti della sopravvivenza: se prevalesse l’umanità metterebbe fine alle prepotenze aggressive di quanti usano le armi per egoismo nazionalista, li costringerebbe a liberare ucraini e russi dalle sciagure di un conflitto che finora è costato un numero impressionante di vittime, la distruzione di un intero Paese, di case, ospedali, scuole, monumenti, fonti dell’energia e sull’altro fronte la morte di migliaia di giovani soldati. Quanto accade ai confini tra Siria e Turchia, potrebbe aprire le porte di un luogo neutrale, dove ascoltare l’appello di Papa Francesco per la pace e mandare all’inferno il demone dell’egoismo, della sopraffazione, della violenza.


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