Zitto, zitto

Che altro deve succedere nella casa in turbolenza di Fratelli d’Italia?  A fronte di incoerenti sproloqui che occupano televisioni e media di supporter sfacciatamente di destra e con le frenetiche, narcisistiche esternazioni della Meloni, giacciono nel mar nero del silenzio fatti e misfatti di eccezionale gravità, ignorati dall’onnipresente ex movimento sociale “Yo soy Giorgia”. Non una parola per attenuare lo sdegno generale provocato dall’occupazione a man bassa della destra di ruoli istituzionali e di potere a vario titolo, di governo, di gangli dell’economia, di enti pubblici e tra non molto dell’intero sistema della comunicazione che coniugherà il pacchetto Mediaset e giornali politicamente collegati, alla Rai, già prona ai ‘comandi’ della Meloni, che non pienamente soddisfatta, rivendica come proprietà privata Tg1 e Tg2. La lega non sarà da meno, pretenderà almeno l’‘amicizia’ del T3, e chissà il derelitto Berlusconi si accontenterà di giornali radio, della rete Rai 1. La borgatara della Garbatella si tappa la bocca se il suo amato delfino, l’acchiappatutto Donzelli, iracondo ospite di talk show politici, in preda a qualche intruglio eccitante, nell’aula istituzionalmente ‘sacra’ di Montecitorio le regala un delirante attacco al Pd, che a suo dire, anzi urlare, sarebbe colluso con il terrorismo e la mafia, becera sceneggiata per distogliere il Parlamento dal giudizio sui cento giorni di letargo dell’esecutivo. Dimissioni chieste dalla sua madrina? Nulla di fatto e nulla di fatto sulla rivelazione di presunti colloqui Cospito-detenuti mafiosi, esposti in aula dallo spiritato deputato della destra, grazie a una soffiata illegittima (la documentazione è ad uso esclusivo del ministero) del sottosegretario alla giustizia Del Mastro, altro ‘fratello d’Italia’ e coinquilino di Donzelli. Non una parola della premier sul docente, a lei contiguo (Meloni con lui sorridente in una foto), che durante uno spettacolo scolastico per la Giornata della Memoria, ha negato la tragedia delle Shoa. Ignorata l’ignobile decisione del consiglio comunale di Belluno governato dalla destra che ha bocciato l’ordine del giorno di un consigliere di centrosinistra per la rimozione di un’epigrafe antiebraica posta nella sala della giunta, dietro la poltrona del sindaco. Nemmeno una parola di solidarietà per i profughi salvati in mare da una nave Ong costretta all’ingiustificato calvario per raggiungere il porto di La Spezia, né per altri approdi nell’Italia del nord in città non a caso governate dalla sinistra. Silenzio sull’oscena proposta del suo ministro dell’istruzione di stipendi più alti per i docenti, di una riedizione   delle gabbie salariali. Silenzio anche sulle intenzioni secessioniste dell’autonomia regionale che divaricherebbe ancora di più il differenziale economico Nord-Sud, per non scontentare Salvini, che richiesto di solidarizzare con Donzelli, ha immediatamente obbedito.


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