La musica va in guerra.
Guarda caso vanno in ‘drammatica’ scena due episodi che la dicono lunga sia sul clima bellicista sempre più surriscaldato che si respira ogni giorno di più anche in Italia; sia sulla totale ignoranza che caratterizza certe ‘istituzioni’ culturali.
Due i fatti in campo.
Uno ormai stranoto: ossia la partecipazione virtuale o fisica (attraverso l’ormai immancabile first lady, anche cover per ‘Vogue’) del presidente-guitto dell’Ucraina Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo, ‘preconizzata’ dal solito Bruno Vespa nel corso di una trasmissione con Mara Venier, pare addirittura all’insaputa di Amadeus. Zitti e muti i vertici RAI, come del resto il del tutto inutile il ‘Comitato di Vigilanza Rai’: come dire, un ectoplasma che vigila su un altro ectoplasma, ai confini della realtà!
Per fortuna, nell’ultima settimana si sono attivati gruppi, associazioni, singoli cittadini per firmare petizioni (il sito-tivvù ‘Byoblu’ ne ha già raccolte 40.000) contro la Carnevalata, che vuol trasformare una tragedia in parodia. Del resto il pupazzo Zelensky nasce come attor comico nella tivvù finanziata dall’oligarca e criminale (ricercato ora perfino dalla FBI per riciclaggio) Ihor Kolomoisky, fondatore del famigerato ‘Battaglione Azov’. E forse ricorderete la comparsata di qualche mese fa a ‘Porta a Porta’, con le ladies del comandante e di alcuni ufficiali venute in Europa per perorare la causa ucraina, e da noi ospitate dal solito, genuflesso Vespa.
La seconda vicenda è ben poco nota, praticamente ‘oscurata’ dai media di casa nostra. Si tratta di un concerto previsto al teatro veneziano de ‘La Fenice’ per il 4 e 5 aprile. A tenerlo una musicista di gran talento, Valentina Lisitsa: che però ha la sfortuna di essere ucraina ma di non condividere la politica del guitto-presidente e quindi viene considerata una filo russa, una seguace del ‘macellaio’ Vladimir Putin.
Apriti cielo: appena la notizia è rimbalzata a Venezia si sono scatenate le proteste via social, contrarie alla partecipazione della ‘reproba’. E’ successo il finimondo: la presidente di ‘Musikamera’, l’associazione che ha organizzato l’evento, Sonia Finzi, contatta subito il sindaco di Venezia e il sovrintendente de ‘La Fenice’, e tutti insieme decidono che quel concerto non s’ha da tenere. Tutto annullato.
Replica con amarezza, ma senza alzare i toni, la musicista: “sono costretta a soccombere dalla folla anonima e aggressiva”.
Per la serie: Zelensky è libero di raccontare tutte le sue stronzate agli italiani, la platea sanremese applaude in modo scosciante proprio come durante un film comico, la RAI fa cassetta, impenna l’audience e se ne fotte di fomentare la guerra che ci può portare al baratro.
Dall’altra parte, una musicista di fama che viene a Venezia per esibire la sua arte e per far cultura, viene rispedita al mittente solo perché non la pensa come Zelensky e tutta la sua compagnia di giro, che in Italia raccoglie un mare di proseliti soprattutto tra gli intellettuali da strapuntino e tra i centi-maitre a penser. Incredibile ma vero.
Per meglio rendere l’idea della doppia ‘follia’ (sanremese e veneziana), vogliamo farvi leggere due commenti apparsi sullo stimolante sito ‘Minima Cardiniana’, fondato e animato dallo storico e medievalista Franco Cardini, un intellettuale ‘conservatore’ che più illuminato non si può, tra l’altro molti anni fa membro del consiglio d’amministrazione di quella RAI oggi ridotta al un circo Barnum (prima, almeno, qualche mosca bianca pur c’era).
Ecco quindi, qui sotto, i link che vi faranno leggere i due interessanti articoli (quello su Sanremo si chiude con un appello).
FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA: L’11 FEBBRAIO, SULLA BELLA RIVIERA LIGURE, CI SAREMO ANCHE NOI
SANREMO: PIÙ DI 40MILA FIRME IN 24 ORE CONTRO ZELENSKY
link Voce
HUNTER BIDEN, ZELENSKY & IL SUPER OLIGARCA / MOLTO ATTENTI A QUEI TRE
27 Marzo 2022 di Andrea Cinquegrani
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