Il Giappone corre verso una militarizzazione sempre più spinta, avendo deciso di raddoppiare addirittura le spese militari per il 2023. Ha deciso di rafforzare con decisione i suoi rapporti con gli Stati Uniti (economici e, of course, militari) e avverte sempre più come i suoi grandi nemici sia la Russia che, ancor più, la Cina.
E’ il più che inquietante scenario che sta emergendo in queste settimane per il futuro, più che prossimo, nella regione ‘Asia-Pacifico’.
La conferma arriva direttamente dal premier giapponese Fumio Kishida, che a conclusione del recente vertice G7 a Washington ha espresso il suo “forte senso di crisi per quanto riguarda il contesto di sicurezza in Asia Orientale”. Ed ha aggiunto, in modo significativo: “L’Ucraina potrebbe essere l’Asia orientale di domani”, motivo per cui “la sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico sono inseparabili”.
Le frasi del primo ministro nipponico hanno immediatamente avuto un effetto negativo su Pechino.
Leggiamo quindi alcuni passaggi di un lungo editoriale pubblicato da ‘Global Time’, organo d’informazione molto vicino al Partito Comunista Cinese.
Ecco l’incipit e poi i passaggi salienti: “Il Giappone cerca sempre più di giustificare la sua continua militarizzazione con il pretesto delle cosiddette minacce esterne. Guardando alla regione, è il Giappone che sta spingendo la situazione regionale sull’orlo del baratro, seguendo da vicino la strategia statunitense. La mossa di Tokyo merita molta vigilanza. Se continuerà ad agire come pedina degli Stati Uniti nella regione dell’Asia-Pacifico per creare problemi, il Giappone dovrà guardarsi bene dal diventare esso stesso una vittima degli Stati Uniti o addirittura l’Ucraina dell’Asia orientale”.
“Il messaggio che Kishida vuole trasmettere è chiaro: chiede una maggiore attenzione alla regione e ai cosiddetti problemi di sicurezza del Giappone da parte de gli Usa e dei suoi alleati della NATO, che dallo scoppio della guerra si sono concentrati sul contrasto alla Russia in Europa. In particolare, le parole di Kishida sono rivolte alla Cina. Vuole convincere gli altri paesi occidentali che la Cina è la prossima ‘sfida più grande’ che deve essere affrontata congiuntamente con l’Occidente”.
“Quest’idea è stata ulteriormente discussa durante il recente viaggio del leader giapponese in Europa e negli Stati Uniti. Nell’incontro 2+2, Tokyo e Washington hanno raggiunto un accordo su come fronteggiare Pechino, stabilendo una ‘alleanza strategica contro la Cina’. Inoltre, spingendo per la cooperazione con l’Europa nella realizzazione di un ‘Indo-Pacifico libero e aperto’, Kishida tenta di portare più membri della NATO nel quadro della sua strategia per l’Asia orientale e di convincerli a rafforzare la cooperazione militare con il Giappone per far fronte comune contro la Cina”.
Continua l’analisi di ‘Global Times’. “Lian Degui, direttore del Dipartimento di Studi Giapponesi dell’Università di Studi Internazionali di Shangai, ha spiegato che affermando che ‘L’Asia orientale è l’Ucraina di domani’, il Giappone e gli Stati Uniti intendono ostacolare la riunificazione della Cina (il caso Taiwan, ndr). Gli Stati Uniti e il Giappone continueranno ad oltrepassare la linea rossa della Cina per provocare la Cina continentale a usare per prima la forza. Lian ha sottolineato che si tratta di un piano ben preciso ordito da Stati Uniti e Giappone: vogliono mettere la Cina in un dilemma in cui può essere costretta ad usare la forza, per poi scaricare la responsabilità sulla Cina continentale e incolparla di aver scatenato la guerra”.
Non dissimile dal copione ucraino.
E ancora, prosegue il ‘Global Times’: “Tuttavia, per quanto possa essere enfatizzata la teoria della ‘minaccia cinese’, il Giappone sta seguendo i passi di Washington per spingere la situazione in Asia orientale verso un possibile conflitto. La mossa più significativa è stata l’approvazione, il mese scorso, di tre documenti chiave per la sicurezza. Il principale dei documenti, tra cui la nuova Strategia di Sicurezza Nazionale, descrive la Cina come ‘la più grande sfida strategica’ che il Giappone abbia mai affrontato; specifica il possesso di capacità di contrattacco per distruggere le basi di lancio missilistiche nemiche e altri obiettivi militari per l’autodifesa; e mira ad aumentare il bilancio della difesa del Paese a circa 43 mila miliardi di yen (318 miliardi di dollari) per i cinque anni a partire dal 2003”.
Commenta Antonio Graceffo, economista americano e sinologo, autore di un reportage titolato ‘Il Giappone raddoppia la spesa militare per il 2023”. “Per il 2023 il Giappone ha messo sul tavolo un budget militare che è il più grande della seconda guerra mondiale. Nel white paper sulla difesa del Giappone del 2022 si legge: ‘La Cina continua a cambiare unilateralmente o a tentare di cambiare lo status quo con la coercizione del Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale’. Il documento delinea la portata della minaccia rappresentata dal Partito Comunista Cinese, compresa la sua volontà di usare la forza per conquistare Taiwan, il suo rapporto sempre più profondo con la Russia e ‘navigazioni e voli congiunti condotti nelle aree circostanti in Giappone da navi e aerei sia cinesi che russi’”.
Dettaglia Graceffo: “Il Giappone sta anche costruendo le più grandi navi da guerra del mondo, due super cacciatorpediniere da 20 mila tonnellate. Oltre all’aumento delle spese militari e all’identificazione di un attacco a Taiwan come preoccupazione per la sicurezza nazionale giapponese, il white paper2022 chiede al Giappone di aumentare la sua cooperazione militare con gli Stati Uniti”.
Non è finita qui, Perché un altro fronte caldo si apre anche in Sudafrica. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean Pierre, infatti, ha avvertito che gli Usa sono molto irritati e fortemente preoccupati per le prossime esercitazioni militari congiunte, cioè tra Cina, Russia e Sud Africa che si svolgeranno dal 17 a 27 febbraio nell’Oceano Indiano, al largo della provincia sudafricana di KwaZulu-Natal. Le esercitazioni sono denominate ‘MOSI’, che nella lingua Tswana locale significa ‘fumo’.
La forza militare di difesa sudafricana (SANDF) ha sottolineato che tali esercitazioni hanno, come succede annualmente, lo scopo di “rafforzare le già fiorenti relazioni tra Sud Africa, Russia e Cina; relazioni del resto già solide attraverso il sistema ‘BRICS’ (acronimo di Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa), che tende sempre più ad allargarsi, sul fronte della cooperazione economica internazionale, ad altri paesi ‘in via di sviluppo’.
Giorni fa il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor ha incontrato a Pretoria il ministro russo Sergey Lavrov, per discutere soprattutto di rafforzare la collaborazione nel settore energetico e nell’esplorazione delle risorse naturali.
Ma per concludere facciamo un salto indietro, di ben 30 anni. Il politologo John Cody su ‘Remix News’ riporta alla memoria un ‘profetico’ articolo scritto esattamente il 1 novembre 1993 fa dal miliardario-filantropo George Soros, titolato “Verso un nuovo ordine mondiale: il futuro della NATO”, ripreso da Tyler Durden sul suo sito di contro-informazione ‘Zerohedge’.
Non solo Soros si dilunga sul ruolo degli Usa come gendarme del mondo, in grado di utilizzare le popolazioni ex sovietiche (poi in buona parte passate sotto l’ombrello della NATO) come vera e propria carne da macello (così sta succedendo in Ucraina) per i suoi scopi imperialisti e geostrategici, ma parla addirittura del futuro ruolo del Giappone.
Ecco cosa scrive Cody: “L’architetto del caos globale, Soros, nel suo articolo scrive anche di offrire l’adesione della NATO al Giappone, con l’obiettivo di creare ‘un nuovo ordine mondiale’.
‘Si dovrebbe chiedere al Giappone di entrare nella NATO. Così avremmo l’inizio di un’architettura mondiale. Si basa sugli Stati Uniti come superpotenza rimanente e sulla società aperta come principio organizzativo. Consiste in una serie di alleanza, la più importante delle quali è la NATO e, attraverso la NATO, il Partenariato per la pace che abbraccia l’emisfero settentrionale’ si legge nell’articolo di Soros”.
Così conclude Cody: “Ma per costruire il nuovo ordine mondiale invocato da Soros gli Stati Uniti stanno trascinando il mondo verso il baratro della terza guerra mondiale”.
P.S. Come sta succedendo nelle ultime settimane, vi proponiamo due pezzi tratti dal sito ‘Piccole Note’, sempre utile e istruttivo per decodificare il complesso conflitto ucraino. Ecco quindi di seguito i link che vi faranno leggere “Ucraina: in attesa dei Leopard, Kiev si dibatte nelle difficoltà” del 24 gennaio e‘I Leopard all’Ucraina: Berlino abdica alla sua residua sovranità”, del 25 gennaio.
LINK
Ucraina: in attesa dei Leopard, Kiev si dibatte nelle difficoltà
I Leopard all’Ucraina: Berlino abdica alla sua residua sovranità
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