L’ex responsabile di Ricerca & Sviluppo a ‘Pfizer’, oggi in pensione, Kathrin Jansen, in una lunga intervista rilasciata alla rivista scientifica ‘Nature’ ammette non poche ‘leggerezze’ commesse dalla star dei vaccini lungo il percorso che ha portato in tempi record a lanciare per primi al mondo il vaccino anti-covid, ‘Comirnaty’.
Una delle frasi più illuminanti è la seguente: “Abbiamo fatto volare l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo”.
La ricercatrice lo racconta in modo quasi trionfalistico, da pionieri che hanno bruciato tutte le tappe possibili.
Ma alla luce dei dati finalmente diffusi dai CDC (‘Centers for Deseases Control’) americani che dichiarano oltre 10 milioni di effetti avversi (dai più lievi ai più gravi, cioè ictus, trombosi e infarti) da quando negli Usa sono stati utilizzati i vaccini, viene molto da pensare.
Ancor più se si tiene conto di quanto sta emergendo, in modo clamoroso ma nel perfetto silenzio dei media (soprattutto di casa nostra), dalla ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ varata due mesi fa dal Parlamento europeo: dove ha testimoniato (non essendosi presentato, ma dovrà ora farlo, il Ceo di Pfizer Albert Bourla) la responsabile dei mercati esteri della star di Big Pharma, Janine Small, che ha solo farfugliato poche parole circa la ‘sicurezza’ dei vaccini: “non so…. eravamo in emergenza… bisognava far presto…”.
A questo punto, le parole di Jansen e le mezze frasi di Small forniscono un quadro che più tragico non si può: il vaccino era un totale azzardo, giocato sulla pelle dei cittadini resi cavie, solo per realizzare stratosferico profitti, come i 71 miliardi di dollari (avete letto bene, 71!) dei 3 contratti di fornitura di Pfizeralla UE: con il terzo contratto, quello più pingue (da 31 miliardi) stipulato addirittura via ‘sms’ (spariti!) tra la Commissaria UE Ursula von der Leyen e “l’amico” Bourla, il quale proprio di questo, tra l’altro, dovrà rispondere ai membri della Commissione d’inchiesta sui vaccini.
Ma torniamo alle parole di Kathrin Jensen. La quale così sintetizza il percorso scientifico realizzato in partnership con la tedesca ‘BionTech’: “Nel corso degli anni abbiamo costruito una solida infrastruttura, in particolare attraverso i programmi di vaccino coniugato contro lo pneumococco. Ma il Covid ha cambiato tutto in termini di approccio al concetto di ricerca e sviluppo di un vaccino end-to-end, grazie all’enorme urgenza. Quando nel marzo 2020 il nostro CEO (Bourla, ndr) ha detto: ‘Fallo entro la fine dell’anno’, mi sono detta: ‘E’ una follia!’. Ma i soldi non erano un problema, e poi si possono fare cose incredibili in un tempo incredibile”.
E, senza fare una piega, anzi gonfiando il petto, aggiunge: “Siamo stati creativi: non potevamo aspettare i dati, dovevamo fare molto ‘a rischio’. Abbiamo fatto volare l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo”.
Non contenta, e con ogni probabilità non rendendosi ben conto di quanto sta rivelando, prosegue: “Tutta la burocrazia è scomparsa. Abbiamo fatto le cose in parallelo, guardando i dati e facendo la produzione. Di solito, la produzione viene coinvolta solo dopo anni di programma. Ricordo le telefonate con i miei colleghi produttori: ‘Abbiamo quattro diversi costrutti, preparateli tutti e quattro’. Poi abbiamo ristretto il campo, Abbiamo buttato via molte cose che non funzionavano, ma avevamo sempre altre cose già in scala da portare avanti”.
Bypassando – ammette con candore – ogni regola, che lei chiama ‘burocrazia’. Perché l’estrema urgenza non permetteva di rispettare la dead line prestabilita, ossia il termine per i ‘trials’ fissato al 31 dicembre 2023, quindi tra più di un anno.
Quindi bisognava essere ‘creativi’, preparare ‘diversi costrutti’ puoi la dea bendata ci aiuterà nel vedere quale funziona meglio. Come succede con i numeri al lotto.
Solo che, in questo caso, lady Jansen, mister Bourla & C. stavano lavorando sulla pelle della gente e giocando con cavie umane.
Ma almeno, tra una pausa e l’altra, hanno dato una sbirciatina a quanto veniva denunciato non da un gazzettino di quartiere, ma sulle colonne del ‘British Medical Journal’ (BMJ), che ha immediatamente messo in guardia sugli strombazzati livelli di ‘efficacia’ dei vaccini Pfizer e Moderna, appena un 20 per cento contro l’oltre 90 assicurato dalle due regine dei vaccini? E poi quando il BMJ ha puntato l’indice contra la complice ‘Food and Drug Administration’ che ha concesso l’ok definitivo ai due vaccini in modo del tutto anomalo? E quindi ha denunciato i ‘trials’ taroccati di Pfizer?
Ma oggi i nodi stanno venendo man mano al pettine. E lady Jansen, mister Bourla, ma anche chi li ha protetti e coperti, dovrà pagare il conto: per tutte quelle centinaia di migliaia di vittime uccise da un vaccino totalmente sperimentale. E per quelle che ancora ucciderà.
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Un commento su “PFIZER / LE INCREDIBILI ‘AMMISSIONI’ DELL’EX RESPONSABILE DELLA RICERCA ”