Sotto inchiesta i tre pm della procura di Siena – Nicola Marini, Aldo Natoli e Antonio Nastasi – che per primi hanno indagato sulla tragica morte di David Rossi, il responsabile delle comunicazioni al Monte dei Paschi di Siena precipitato dal quarto piano di Palazzo Salimbeni la notte del 6 marzo 2013.
Ad accusarli di ‘falso’ sono i colleghi della Procura di Genova (competente per territorio) che per riaprire il caso si sono valsi delle verbalizzazioni scaturite dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che lo scorso settembre ha inviato alla procura ligure, al CSM e alla Procura Generale la relazione conclusiva.
I tre magistrati senesi verranno interrogati a brevissimo, cioè il 16 novembre prossimo, nella caserma del nucleo di polizia economico-finanziaria di Genova.
Secondo le ipotesi accusatorie, si parla di vere e proprie “manipolazioni” avvenute sulla scena del crimine, perché – secondo i pm genovesi – si sono verificate strane operazioni, anche in presenza di agenti della polizia scientifica, senza che venisse redatto alcun verbale.
Per giungere a tali prime conclusioni, che verranno contestate ai pm all’epoca in servizio alla procura senese (di cui oggi Mancini è il procuratore capo facente funzioni), sono state molto utili le verbalizzazioni ottenute dalla Commissione parlamentare d’inchiesta. Soprattutto quella fornita dal colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, all’epoca comandante provinciale della Benemerita.
Tra le altre cose, Aglieco raccontò che “uno dei tre magistrati, Nastasi, si era seduto sulla sedia di David Rossi e aveva acceso il computer”, manovrando il mouse “con una penna”.
Aggiunse che qualcun altro aveva “preso e svuotato sulla scrivania” il cestino in cui “erano contenuti i fazzoletti sporchi di sangue”, potenziali e fondamentali prove distrutte senza che ne venisse analizzato il Dna.
Ancora: Aglieco riferisce ai membri della Commissione parlamentare d’inchiesta che al cellulare di Rossi era arrivata una chiamata di Daniela Santanchè (l’attuale ministro del Turismo, ndr), alla quale rispose uno dei pm: “Mi sembra Nastasi”, nota Aglieco.
Intervistato dall’ADN Kronos, così parla il presidente della Commissione,Pierantonio Zanettin: “Quando abbiamo raccolto le dichiarazioni sia delle forze di polizia intervenute dopo la morte di Rossi, sia del colonnello Aglieco, avevamo capito che potessero emergere profili di possibili reati e abbiamo immediatamente trasmesso tutte le carte alla Procura di Genova, al Csm e alla Procura Generale, ciascuno per i profili di propria competenza. Questa intuizione, probabilmente, ha trovato conferma nelle attività della procura di Genova per la parte relativa al sopralluogo”.
E aggiunge, Zanettin: “Ma diversi altri aspetti devono essere chiariti. Chi e perché ha cancellato il video in cui si vedevano uscire due persone dalla sede del Monte dei Paschi? E perché sono usciti da un’uscita secondaria? Perché il portiere ha detto che tutte le porte erano chiuse e invece quelle erano aperte e facilmente fruibili?”.
I pm senesi erano già stati indagati, sempre dagli inquirenti genovesi, per abuso d’ufficio e favoreggiamento. Tutto nasceva da una puntata delle ‘Iene’ – che hanno seguito il giallo Rossi passo passo – in cui veniva intervistato l’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, il quale parlava di festini a base di coca e prostitute ai quali avrebbero preso parte alcune toghe senesi.
Su richiesta della stessa Procura di Genova, a gennaio 2021 il gip aveva disposto l’archiviazione di quell’inchiesta ‘a luci rosse’.
Anche la ‘Voce’ ha scritto svariati reportage e articoli sulla vicenda. Uno proprio nell’ultimo numero cartaceo del nostro mensile, aprile 2014, ad un anno esatto dalla tragica fine di David Rossi.
In quell’articolo sottolineavamo la prima, rapidissima richiesta di archiviazione delle indagini, perché secondo i pm si trattava di un chiaro suicidio. E sottolineavamo una ‘strana’ coincidenza temporale: proprio in quei giorni veniva proclamato il nuovo Gran Maestro del GOI, il ‘Grande Oriente d’Italia’, la prima obbedienza massonica, per numero di affiliati (circa 16 mila), nel nostro Paese: si trattava, guarda caso, di Stefano Bisi, senese, giornalista e in buoni rapporti di conoscenza con il capo delle pr al Monte dei Paschi.
A quella prima richiesta di archiviazione ne farà poi seguito una seconda. Nonostante le vibrate proteste dei familiari di David, del loro legale Luca Goracci e, soprattutto, nonostante la gran mole di ‘prove’ (comprese alcune perizie) in grado di suffragare la assai probabile pista dell’omicidio. Dalla grafia e dal tono dei messaggi lasciati da David ai segni di ferite sul suo corpo (compresi quelli di ‘trascinamento’), fino alla dinamica della caduta dalla finestra del quarto piano di Palazzo Salimbeni, storica sede del MontePaschi. Senza contare la circostanza forse più significativa: un paio di giorni dopo, il responsabile delle comunicazioni Mps era atteso in procura per una verbalizzazione che si preannunciava ‘bollente’ e nella quale avrebbe raccontato non pochi fatti scottanti sulle ultime, torbide vicende d’affari targate Mps. Era molto agitato, David, in vista di quella verbalizzazione. E via mail aveva informato della convocazione in procura alcuni vertici dell’istituto più antico d’Italia.
Da rammentare anche un significativo libro uscito sul giallo Rossi, firmato dal battagliero fondatore di ‘Adusbef’ (l’associazione a tutela dei risparmiatori) ed ex senatore 5 Stelle, Elio Lannutti, e dal giornalista d’inchiesta Franco Fracassi. Il titolo parla da solo: “Morte dei Paschi di Siena”…
Per rileggere gli articoli della Voce pubblicati sul caso, basta digitare il nome ‘David Rossi’ nella casella ‘cerca’ che porta al nostro archivio, e ne troverete a bizzeffe. Comunque, in basso, ecco alcuni link.
L’articolo della Voce di marzo 2014
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Un commento su “GIALLO DAVID ROSSI / SOTTO INDAGINE I TRE PM CHE VOLEVANO ARCHIVIARE ”