ZELENSKY / AFFIDA LA RICOSTRUZIONE UCRAINA AL COLOSSO USA ‘BLACKROCK’  

Volodomyr Zelensky super star, nella sempre più belligerante Ucraina che vuol mettere in ginocchio il gigante russo e  detronizzare il ‘macellaio’ Vladimir Putin.

Un occhio al presente, fatto di missili e armamenti iper sofisticati forniti in giganteschi quantitativi da USA e UE (e una massiccia azione di addestramento che coinvolgerà presto ben 150.000 soldati ucraini), ma anche al futuro: soprattutto sul fronte della ricostruzione e della digitalizzazione.

Partiamo dal primo.

 

E’ di pochi giorni fa un faccia a faccia in videoconferenza tra il presidente-fantoccio Zelensky e Larry Fink, Ceo e presidente di ‘BlackRock’, il numero uno a livello internazionale tra i Fondi speculativi d’investimento, che ormai controllano mezza economia mondiale (per fare un solo esempio, detengono le maggioranze azionarie di tutte le star di Big Pharma).

Larry Fink

Al centro della discussione, le modalità operative attraverso cui ‘BlackRock Financial Markets Advisory’ potrà fornire una maxi consulenza ‘pro bono’ (sic) al governo ucraino per quanto concerne la creazione di un apposito Fondo per la ricostruzione e a sostegno della ripresa economica del Paese. Ciò potrà includere – fanno sapere i promotori – “consulenza sulla struttura, il processo di investimento, la governance e l’utilizzo dei proventi del Fondo stesso”. L’obiettivo del Fondo, viene aggiunto, è quello di “creare opportunità per gli investitori pubblici e privati di partecipare alla ricostruzione e al ringiovanimento dell’economia di mercato in Ucraina, offrendo agli investitori rendimenti equi e giusti”.

Esulta il presidente pupazzo, che ha ‘rischiato’ una nomination per Stoccolma (il Nobel per la Pace, finito comunque a tre ONG  marcatamente antirusse), ma sta cominciando ad irritare perfino Joe Biden per le sue incessanti richieste di aiuti militari: “Abbiamo dimostrato – gongola il guitto di Kiev – di sapere come vincere sul campo di battaglia. Un altro compito importante per noi adesso è quello di ottenere vittorie anche nell’economia e di essere un paese attraente per gli investitori. L’attrattività degli investimenti del nostro Paese è di particolare importanza – aggiunge – siamo capaci e vogliamo ripristinare un clima normale per gli investimenti”.

Da rammentare che il presidente ucraino fino al 2014 – l’anno del golpe bianco di piazza Maidan orchestrato dagli USA, ossia Viktor Yanukovich – rifiutò all’epoca un maxi-prestito del ‘Fondo Monetario Internazionale’ perché sapeva bene che si trattava del classico ‘cavallo di Troia’: quel prestito, infatti, avrebbe comportato la totale cessione delle risorse naturali dell’Ucraina nelle mani della speculazione occidentale, finendo anche per aumentare il costo della vita, a tutto discapito del tenore di vita dei cittadini.

Appena destituito nel 2014, il nuovo governo, come primo atto dopo l’insediamento, sottoscrisse quel prestito con l’FMI e il prezzo interno del gas lievitò subito del 50 per cento.

Da rammentare, en passant, che il colosso ‘BlackRock’ ha in cassaforte – solo con riferimento alle aziende ‘militari’ a stelle e strisce – 6 miliardi di dollari in azioni ‘Raytheon’, 5,7 miliardi in  azioni ‘Boeing’, 4,7 miliardi in azioni ‘Lockheed Martin’, 2,6 miliardi in azioni ‘Northrop Grumman’, 2 miliardi in azioni ‘General Dinamics’. Se vi par poco…

Ultima chicca. Poche settimane fa il Ceo di ‘BlackRock’ ha dichiarato che “la crisi ucraina accelererà il processo di abolizione del contante”.

 

Passiamo alla digitalizzazione spinta.

Mykhailo Fedorov

Già lo scorso luglio, il vice primo ministro ucraino e titolare della ‘Trasformazione Digitale’, Mykhailo Fedorov, in ottimi rapporti con le aziende Usa di ‘Big Tech’, ha presentato in Svizzera un’iniziativa reclamizzata come ‘Digital4Freedom’, con la quale il governo intende far dell’Ucraina “lo Stato più digitale del mondo. E già adesso, in alcuni settori, siamo davanti a paesi come la Svizzera”.

Per poter raggiungere il più che ambizioso obiettivo, il rampante Fedorov, nel corso del summit di Lugano, ha chiesto di contribuire con ‘fondi’, stanziamenti, per dar vita ad una sorta di ‘Piano Marshall’ pro Kiev.

Il ministro, dal canto suo, ha promesso che il governo ucraino e Big Techsaranno “strettamente interconnessi” e ciò potrà trasformare il Paese in “un Israele europeo”.

L’idea è di permettere agli ucraini di usare i servizi digitali per tutte le attività amministrative, come ad esempio i passaggi di proprietà per case, terreni, auto; per l’avvio di attività commerciali; per il pagamento di dazi doganali e così via. Anche settori strategici come sanità e istruzione dovrebbero essere totalmente digitalizzati e la carta moneta dovrebbe presto sparire.

Un altro capitolo da non poco è poi l’uso sempre più spinto dell’Intelligenza Artificiale.

Fedorov ha fatto l’esempio della possibile applicazione in campo giudiziario, alla magistratura. Già succede, ad esempio, in mondo parziale in alcuni States degli Usa. Vero è che, per fare un altro esempio, da noi i magistrati non brillano certo né per il lavoro d’indagine né tanto meno per le sentenze: ma da qui a sostituirli con dei Super Robot il passo è un po’ lungo…

A quanto pare, in Ucraina sono già in corso progetti pilota che redigono “rapporti preliminari e pre-condanna” in grado – a loro parere – di “valutare il rischio di una recidiva del sospetto”.

Sempre a Lugano, l’attivissimo e ‘distopico’ Fedorov ha parlato esplicitamente di ‘robotizzazione della giustizia’ ed infatti, in modo significativo, la proposta porta il nome di ‘Giudice Dredd’, come l’eroe dei fumetti.

E già appena prima dello scoppio del conflitto, il 6 febbraio 2022, Zelensky e Fedorov (che, non dimentichiamolo, curò la sua campagna per le presidenziali 2019) avevano lanciato il ‘sistema nazionale di ID digitale’, ossia il sistema di identificazione elettronico governativo subito battezzato ‘DIIA’, consistente in una app digitale che combina carta d’identità, passaporto, licenza, libretto delle vaccinazioni, assicurazioni, rimborsi sanitari e prestazioni sociali.

Insomma, tutta la vita in una app, tanto che l’ottimo Fedorov parla esplicitamente de “lo Stato in uno smartphone”, ottimo e abbondante per 14 milioni di ucraini.

E, of course, dal ‘World Economic Forum’ super impegnato per dar vita al mitico ‘The Great Reset’ che dovrà caratterizzare il futuro del mondo, non possono che arrivare scroscianti applausi all’indirizzo del pupazzo ormai più celebre al mondo e alla sua Ucraina sempre più ‘americanizzata’.


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