BIOLABORATORI USA / UNO ANCHE A SIGONELLA, A NOSTRA INSAPUTA

Il bubbone dei ‘biolaboratori’ militari statunitensi dislocati in mezzo mondo si fa sempre più grosso. E adesso – si scopre – coinvolge anche l’Italia ed in particolare la base americana di Sigonella. A nostra insaputa e senza che mai alcuna autorità di governo abbia aperto bocca su una questione tanto delicata e pericolosa.

La ‘Voce’ ha scritto decine di articoli e inchieste a partire da gennaio scorso, documentando la situazione soprattutto nei paesi ex sovietici sui quali si è man mano allargato l’ombrello della NATO e sono comunque progressivamente finiti nell’orbita Usa.

In particolare, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui biolaboratori installati dall’Esercito a stelle e strisce in Ucraina: 13 quelli ufficiali, dei quali è stata costretta ad ammettere l’esistenza la numero due e ‘falco’ del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland. La quale è stata l’inviata speciale degli Usa, nel 2014, proprio a Kiev, per organizzare il ‘golpe bianco’ (i fatti di piazza Maidan) che ha esautorato il governo democraticamente eletto per portare al potere ‘fantocci’ eterodiretti dagli Stati Uniti fino al colpo di teatro finale con l’elezione farsa di Volodymyr Zelensky, diventato presidente ucraino grazie ai soldi sporchi dell’oligarca Ihor Kolomoisky, il fondatore del famigerato ‘Battaglione Azov’, ora ricercato perfino dall’FBI per riciclaggio internazionale.

Ebbene, la Nuland ebbe un altro incarico, altrettanto speciale: proprio quello di coordinare la nascita di nuovi biolaboratori, o di sviluppare ulteriormente quelli già esistenti: tanto che il numero ‘reale’ dei biolab ucraini supera lo stratosferico tetto delle 40 strutture. Tante piccole Wuhan in ci vengono condotti esperimenti più che ‘border line’, addirittura su cavie inconsapevoli (i cittadini ucraini, of course).

Sigonella

Commenta Laura Ru per l’Antidiplomatico: “Se consideriamo il caso dei biolaboratori presenti in Ucraina, notiamo immediatamente che l’orientamento del lavoro svolto dal Pentagono e dai suoi partner non corrisponde alle emergenze epidemiologiche esistenti nel paese (morbillo, rosolia, tubercolosi, AIDS), poiché in questi laboratori si studiano colera, tularemia, peste, febbre Congo-Crimea, Hantavirus”.

E continua: “Il segreto che avvolge i biolaboratori americani permette di trasferirli, nel silenzio generale, anche in paesi come l’Italia. Nel dicembre 2019, ad esempio, era iniziato il complesso trasloco, della durata di oltre dieci mesi, di uno dei principali centri di ricerca delle forze armate USA (NAMRU-3) dal Cairo, in Egitto, alla base aerea siciliana di Sigonella. Si tratta di un’unità, tra le maggiori del suo genere, che ha il compito di ‘studiare, monitorare ed individuare minacce sanitarie emergenti e riemergenti di importanza militare e pubblica, nonché sviluppare strategie mirate a mitigare queste minacce’”.

Continua la ricostruzione di Laura Ru: “L’importanza e le dimensioni di questa struttura, pur se situata in una base militare fuori dalla giurisdizione italiana, avrebbero imposto al governo di informare i cittadini, ma tutto ciò non è avvenuto. Non dimentichiamo che questo trasferimento ha avuto luogo nel 2020 in piena ‘emergenza Covid’: risulta quindi oltremodo sospetto che non sia stata colta l’occasione per parlare di questo laboratorio se, sulla carta, aveva come obiettivo proprio lo studio delle minacce sanitarie”.

Ecco cosa ha dichiarato il capitano Marshall Monteville, a capo dell’operazione: “NAMRU-3 non vede l’ora di continuare il suo importante lavoro da Sigonella. Non importa dove siamo, porteremo sempre avanti la nostra missione nel sostenere la salute e migliorare la letalità delle nostre forze dispiegate in Europa, Africa e Medio Oriente”.

Letalità? Cosa intendeva dire il capitano Marshall con quelle più che minacciose parole?

Sigonella è geograficamente centrale per i tre comandi che supporta: U.S. Central Command, U.S. European Command e U.S. Africa Command.

Continua ad osservare Laura Ru: “La Marina militare statunitense informa che NAMRU-3 ha una varietà di esperti di stanza in Italia,

Egitto, Ghana e Gibuti, tra cui entomologi, microbiologi e medici di malattie infettive che collaborano per garantire che le forze schierate rimangano ‘letali e pronte a combattere’. Tra i compiti specificati figura la sorveglianza vettoriale, in cui insetti come zecche e zanzare vengono raccolti nell’ambiente o dagli animali per essere analizzati. Ma sono proprio gli insetti ad essere intensamente studiati, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, come vettori di agenti patogeni per un tipo di guerra batteriologica definita appunto guerra entomologica”.

Il nostro governo zitto e muto. I politici di casa nostra non hanno chiesto agli americani neanche lo straccio di una spiegazione. Al solito, servi scicchi del Padrone a stelle e strisce.

Ricordate, tanti anni fa, la reazione dell’allora premier, Bettino Craxi, per i missili di Sigonella? Tanto detestato, poi, il leader socialista morto in esilio.

Ma era un gigante di fronte a nani e ballerine, oggi al vertice delle nostre istituzioni, che ci stanno facendo precipitare nel baratro.

 

 

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