Guarda caso, il blitz della portavoce della Casa Bianca, Nancy Pelosi, a Taiwan, che rischia di portare il mondo sul baratro di un conflitto nucleare, è avvenuto proprio a ridosso dell’approvazione, negli Usa, di un controverso disegno di legge, denominato ‘CHIP PLUS’, che riguarda un maxi finanziamento alle aziende americane impegnate nel settore dei semiconduttori (il cui ‘terminale’ produttivo si trova proprio a Taiwan).
Ma la notizia più succosa è che il marito di Nancy, Paul Pelosi, fa di professione “l’investitore”, e negli ultimi tempi ha guadagnato palate da milioni di dollari proprio comprando e vendendo azioni di una delle aziende leader del settore negli States, ‘NVIDIA’.
Non pochi – negli ambienti di Wall Street – parlano senza mezzi termini di chiare azioni di ‘insider trading’, un reato considerato molto grave negli Usa: e l’arcimilionario Paul poteva godere di un informatore, anzi di una informatrice ‘privilegiata’ e di assoluta autorevolezza, come la gentil consorte Nancy.
Ma riavvolgiamo il nastro e leggiamo gli stralci di alcuni dispacci di agenzie a stelle e strisce.
“Svelato il mistero del disegno di legge ‘Chips Plus’, con i miliardi stanziati per le microchips made in Taiwan, imposto da Nancy Pelosi il giorno prima del suo ‘folle volo’, folle volo che ha mandato alle stelle le azioni che la banda Pelosi aveva appena comprato a man bassa sapendo cosa sarebbe successo”.
Un anchor man americano, Jack Posibiec, parla senza peli sulla lingua di ‘una truffa’, un ‘intrigo speculativo’ di ‘pompaggio e spompaggio’ sui titoli di imprese di semiconduttori di cui notoriamente Taiwan è semi-monopolista.
I Pelosi – sostiene Posibiec – “hanno 20.000 azioni di Nvidia, per un valore di milioni dopo le ultime divulgazioni. Ieri Nancy Pelosi si è pronunciata a favore della finalizzazione del disegno di legge CHIPS PLUS, un disegno di legge con cui lo Stato finanzia le imprese di semiconduttori da 52 miliardi di dollari. Come minimo – afferma – si tratta di insider trading, col marito che profitta di informazioni riservate ottenute dalla moglie. (…) Allora, cominci a dire di andare a Taiwan, perché? Perché è lì che si trova l’impianto di produzione di semiconduttori”.
Ecco come titola un altro sito: “Il marito di Nancy Pelosi ha appena scaricato le sue azioni NVIDIA poco prima che il Congresso approvasse il disegno di legge CHIP PLUS”.
Ma c’è dell’altro. Perché mentre da un lato il Congresso Usa vota il disegno di legge (al quale ora manca solo la firma del presidente Joe Biden), dall’altro si lavora sottobanco per “trovare un accordo su un progetto di legge di riconciliazione” con la Cina stessa.
Un puzzle inestricabile, un gioco su due tavoli da brividi.
Come hanno ammesso perfino due deputati democratici, il leader della maggioranza al Senato Chuch Shumer e il senatore-affarista Joe Manchin, il quale ben conosce tali meccanismi che definire ‘border line’ è un mero eufemismo. A questo punto, un folto stuolo di deputati repubblicani ha protestato vivacemente, opponendosi a una così massiccia e allegra super erogazione di fondi in un momento di forte inflazione; e soprattutto alla luce dell’accordo di ‘riconciliazione’ tenuto top secret.
Altre feroci critiche alla speaker della Casa Bianca Pelosi sono arrivate perfino da un noto lobbysta, Craig Holman, che lavora presso il think tank‘progressista’ (sic) ‘Public Citizen’. “Tutto ciò – sostiene – fa balenare lo spettro che Paul Pelosi possa avere accesso ad alcune informazioni legislative privilegiate”.
Ma chissenefrega di proteste, critiche e possibili future indagini: ad esempio, la sempre rigidissima SEC (l’autorità Usa che controlla i movimenti di Borsa) non ha proprio nulla da osservare?
I Pelosi possono nuotare, un po’ come un tempo faceva Paperòn de’ Paperoni nella sua piscina zeppa di dollaroni, tra palate milionarie accumulate negli ultimi anni: secondo le stime più recenti, “il patrimonio netto della coppia ammonta a 171 milioni di dollari”. Spicciolo più spicciolo meno, per la tanto democratica coppia d’oro degli States.
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