Nel solco del mistificante buonismo occidentalizzante, destinato a sparire dopo la pima trance di fondi europei con destinazione d’uso progettata da Draghi, la pimpante arringatrice di fascisti, spagnoli e italiani, risponde con garbo sconosciuto alla cantante ‘pasionaria’ che ironizza sul famigerato “Sono Giorgia, madre, italiana, cattolica” (neofascista, ndr). Le si è rivolta con un ironico “Sono Giorgia e non rompo i co…ni”. La replica pacata della borgatara, che continua ad osservare compiaciuta le braccia tese nel saluto fascista e ha compagni di cordata come gli estremisti di Casa Pound, Forza Nuova e camerati vari, non è l’esito di una credibile metamorfosi, ma solo l’estemporanea finta di moderazione per non alienarsi i follower che le seguono nell’illusione che rappresenti i deboli e gli scontenti. Un twitter della Meloni, condanna il brutale assassinio di un nigeriano nella quieta Civitanova delle Marche, autore della mortale aggressione un certo Ferrazzo, che lo ha picchiato a morte e ha motivato l’omicidio, osservato dai passanti senza intervenire, perché avrebbe rivolto avance alla fidanzata, tesi smentita da chi indaga. Sul profilo social la Meloni, impegnata a stipare le sue liste con consanguinei, cognati e fedeli gregari, trova il tempo per scrivere “Non ci sono giustificazioni per tale brutalità. Mi auguro che l’assassino la paghi cara”. Un paio commenti subito a ridosso del twitter: “Cosa non fa la campagna elettorale…” e “Come è umana lei…”.
Ne vedremo delle belle di qui al 25 settembre. Intanto scandalizza leggere di tale Marco Marsilio, Fratelli d’Italia, niente meno che presidente dell’Abruzzo. Disturbato dall’esodo di due ministre dall’alveo sgangherato di Forza Italia, si rivolge loro con toni da santa Inquisizione: “Auguri a Carfagna e Gelmini, fino a ieri erano considerate poco di buono…e ora sono nobildonne, grandi statiste”. Laura Boldrini lo apostrofa con un significativo “Cavernicolo”, Calenda come ‘Troglodito? Da più parti è richiesta di scuse alla Meloni.
Altro? Ma certo, una pagina di la Repubblica offerta a Michele Santoro per propagare l’idea di un suo partito (che numero, il centocinquantesimo?) e un titolo incredibilmente antitetico: “Mi alleo con Conte (cioè con una delle tante variante di centro), il Pd non è più a sinistra!” e sogna una lista per la pace (con papa Francesco number one?) Logica vorrebbe che questo inedito di velleitarismo narcisista puntasse alla nascita di una sinistra-sinistra e non a sodalizi con l’ex alleato di governo gialloverde di Salvini.
Mah! Questa Italia delle mille meraviglie, narrate dagli Alberto Angela televisivi, e non è un mistero, soffre il mal sottile di giovane democrazia, della politica-mestiere, del vuoto spinto di leader, di un popolo che sembra aver dimenticato la tragedia del fascismo e dà credito alla ‘donna forte’, come avvenne un secolo fa per la bufala dell’uomo forte.
Questa Italia può comunque riflettere come la cantante Giorgia. È ancora il tempo per dire alla politica malata di separazione dall’emergenza sociale “Ci avete rotto…eccetera”
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