Sfoglio un paio di volte Repubblica di oggi 22 aprile 2022, nel generoso obiettivo di imputare a disattenzione del dopo risveglio l’errore di addebitare alla linea editoriale di Fiat-Confindustria l’assenza in prima pagina del tema ‘Earth Day’, universalmente decisivo per la sopravvivenza del pianeta. Non un rigo. Pazienza, l’omissione sarà certamente compensata da spazio adeguato all’interno del quotidiano. Sfoglia che ti sfoglio, si conferma la micidiale sottovalutazione del problema. Il giornale di Agnelli esaurisce la ‘questione’ con un po’ di domande su metà pagina 24, rivolte a Petteri Taalas, capo Agenzia dell’Onu per il meteo. Di là di due o tre risposte relative agli effetti del clima sul Mediterraneo e ai nostri fiumi in secca (tutto qui?), colpisce il lampo di genio in replica alla domanda su cosa suggerisce l’Agenzia? “Uno dei modi più efficaci per ‘adattarsi’ (!) ai cambiamenti climatici è investire in moderni sistemi di allerta precoce” (sic). La Terra rischia l’estinzione e per il leader dell’Onu-meteo basta una tempestiva scampanellata d’allarme!
Non basterebbe collezionare, leggere e condividere quanto l’ecologia elabora per scongiurare la catastrofe del cambiamento climatico. Una nota come questa non può, non deve azzardare presuntuosamente di occuparsene in forma esauriente, per ovvia limitazione dello spazio disponibile, ma vengono in soccorso ‘internet’ e il suo motore di ricerca Google con la pubblicazione di parole come pietre di personaggi culturalmente autorevoli:
Le primavere e i paesaggi hanno un grave difetto: sono gratuiti. L’amore per la natura non fornisce lavoro a nessuna fabbrica. (Aldous Huxley). Se la popolazione mondiale continuerà a crescere con il ritmo attuale tra duemila anni l’umanità peserà più della terra. (Isaac Asimov). È inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra. (François Mauriac). La terra ha una pelle, e questa pelle ha delle malattie. Una di queste malattie si chiama ‘uomo’. (Friedrich Nietzsche). Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è. (Andrea Zanzotto).
Rabindranath Tagore, ha lasciato versi incantevoli sul tema: “Quanto più uno vive solo, sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c’è nulla di più bello e più grande del compiere gli obblighi della propria vita quotidiana, semplicemente e naturalmente. Dall’erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo; c’è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti”.
Mi chiedo se c’è un modo per descrivere adeguatamente la follia che ci fa sprecare i grandi doni sia della Terra che del Cielo. (James Lee Burke). Solo quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro. (Proverbio indiano). L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile.
(Hubert Reeves). Ogni giorno è il Giorno della Terra. (Anonimo). Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.
(Andy Warhol). La Terra fornisce abbastanza risorse per soddisfare i bisogni di ogni uomo, ma non l’avidità di ogni uomo. (Gandhi). Vivere è bene. Saper vivere è meglio. Sopravvivere sarà senza dubbio il problema degli uomini di “domani”.
(Roger Molinier). La Terra non rimpiangerà l’uomo, né l’Uomo la terra. Una coppia troppo litigiosa, che con le sue urla disturba gli astri. (Guido Ceronetti). Alberi massacrati. Sorgono case. Facce, facce dappertutto. L’uomo si estende. L’uomo è il cancro della terra. (Emil Cioran).
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