Siamo gli Studenti contro il Green Pass di Bari, movimento di universitari italiani formatosi in conseguenza allinasprimento delle forme di discriminaione tra cittadini e classi sociali. In particolare, lintroduione del Green Pass ha costituito latto finale di una deriva antidemocratica che nel nostro Paese si è accentuata negli ultimi due anni, ma che ha avuto inizio da molto più tempo.
Che cosa vogliamo? Laboliione del Green Pass? La conclusione dello stato di emergena che si sta protraendo oltre i termini legali? No, o perlomeno non soltanto, è solo un primo passo. Nel corso di questi mesi ci siamo concentrati sul maturare una nostra visione di società antitetica rispetto a quella attuale. Seguendo il consiglio di Sandro Pertini, Presidente della Repubblica che dedicò gran parte della sua vita alla lotta contro il fascismo e alla costruzione e conservazione della nostra Repubblica Italiana, non possiamo non citare le sue parole dichiarando che noi lottiamo con fermezza per la liber, per la pace, per la gisiia sociale, perché la liber sena gisiia sociale na conqisa fragile. In questi mesi di discriminazione da parte dello Stato, dei media, persino da parte delle nostre stesse famiglie e amicizie, ci siamo resi conto del valore della solidarietà, del libero pensiero, della cultura e del calore umano. In virtù di ciò abbiamo fatto nostra unaltra leione dello stesso Pertini, la quale pare tuttavia non sia stata colta né dalla maggioranza della classe politica, né da quella intellettuale del nostro Paese: Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al preo della mia ia perch la a idea la possa esprimere sempre liberamene.
Noi siamo persuasi che lattuale Governo, con la complicit dei mass media e di una certa parte dei cosiddetti intellettuali, stia accelerando il processo di distruzione di questa cultura – processo ravvisabile in tutto il mondo occidentale – e stia promuovendo lantagonismo fra tutte le classi sociali, soprattutto quelle meno abbienti. Lomologaione del pensiero e lindifferenza della maggioranza della popolazione dinanzi alla discriminazione messa in atto in quel che era il Bel Paese è molto inquietante: siamo in pochi a opporci, sostenuti solo da coloro che sono disposti a farsi avanti, a perdere il lavoro, a sacrificare intere carriere, amicizie e percorsi di studi, oltre che il proprio tempo. Abbiamo visto studenti e lavoratori iniziare ad avere attacchi di panico, scivolare nella depressione; abbiamo visto manifestanti essere bersaglio degli idranti delle fore dellordine, professori in sciopero della fame come segno di protesta essere portati in commissariato, e ancora odio, tanto odio. La contrapposizione tra Pro Vax e No Vax è solo lo strato superficiale di questo profondo conflitto. Siamo convinti che una deriva del genere in un Paese come lItalia, se non combattuta, porter a conseguene imprevedibili anche nel resto del globo, poiché costituirà un pericoloso precedente in un mondo sempre più connesso. La nostra condizione psicologica viene portata sempre più vicina al limite dalle condizioni in cui siamo costretti a vivere; ciononostante, continueremo a lottare per ciò che riteniamo giusto.
Crediamo nelleguaglianza, nella dignità e nei diritti inalienabili dell’uomo. Gli stessi diritti che valgono per ognuno indipendentemente dalle proprie idee, dalla propria etnia e dalla propria nazionalità e che oggi ci vediamo calpestati. In passato il vostro e il nostro paese si sono impegnati solennemente a firmare, rispettare, onorare ed applicare trattati e convenzioni internazionali per la difesa dei diritti umani inalienabili come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali (1950), la Carta di Banjul (1981) e la Convenzione di Cartagena (1984). Se credete in ciò che crediamo noi e ritenete che questi trattati abbiano ancora un valore, ci appelliamo al vostro senso morale e alla vostra umanità per chiedere il vostro sostegno.
Seguono a questa prima parte introduttiva dei paragrafi che speriamo possano rendervi più chiara la nostra situazione. Confidiamo nella vostra umanità. Buona lettura.
Il 31 gennaio 2020, il giorno dopo che lOrganiaione Mondiale della Sanit ha proclamato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di COVID-19 in Cina, lallora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato lo stato d’emergenza per 6 mesi. Tale situazione è stata tuttavia sottovalutata da tutti i media tanto che la maggior parte della popolazione non ne è venuta neanche a conoscenza, continuando a vivere normalmente come se nulla fosse accaduto fino a quando il 23 febbraio, a seguito dei primi casi di infezione, è stato emanato il primo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) che ha posto le prime restrizioni in 11 comuni del nord Italia: è stato proibito di allontanarsi e di accedere ai predetti comuni, sono state chiuse attività di ristorazione e quasi tutte le attività commerciali (eccetto quelle di prima necessità), sono state chiuse scuole, università, tutti i luoghi di cultura e intrattenimento, sospesi tutti gli eventi e manifestazioni di qualsiasi natura, servizi di trasporto di persone e merci (eccetto quelli di prima necessità) e attività lavorative di non necessaria.
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