Una semplice deduzione, consentita a intelligenze e competenze ‘normali’, indurrebbe a sospettare che Putin è tutt’altro che un dittatore fuori di senno. Per capire il perché non è richiesto il consulto con i cervelloni che dedicano il loro sapere all’analisi di fatti e misfatti internazionali, qual è l’impari disfida Putin-Zelensky, Russia-Ucraina. Lo zar, il Golia imperatore dell’ex Unione Sovietica volendo, avrebbe messo ko il Divide ucraino, e stravinto in tre giorni la guerra con chi intende annettere alla diretta dipendenza da Mosca, per impedire alla Nato di introdursi con un avamposto ‘amico’, nell’area geopolitica della Russia. Si intravede, anzi si vede, il perché di azioni militari mirate ad accumulare punti di vantaggio al tavolo della trattativa. Colpiti obiettivi sensibili, come la svettante icona dei media, la torre televisiva di Kiev, in contrapposizione, violenza a passi volutamente lenti, risparmio di danni ‘egoistico’ per non dover sopportare i costi della ricostruzione, una volta strappata l’Ucraina all’espansionismo della Nato. È ragionevolmente probabile che Putin e chi lo consiglia non abbiano dato molto credito all’orgoglio nazionalista dei ‘fratelli’, alla risposta collettiva di militari e civili ucraini che rendono la vita difficile agli assalitori. È piuttosto evidente che Putin teme la rivolta popolare dei ‘sudditi’ flagellati dalla crisi, il furore di oligarchi e nababbi colpiti per cifre a nove zeri dalle sanzioni messe in campo dai Paesi europei, che patisce la catena di solidarietà di Paesi ‘amici’ come la Polonia, terra di accoglienza per chi fugge dalla guerra. Che il Cremlino non abbia contato sull’evidenza del classico ‘due per due uguale a quattro’ lo rivela la super gaffe mondiale di Akopov, considerato un fraterno amico di Putin. Il giullare di corte, come i secchioni primi della classe, per ottenere la benevolenza del re ha redatto prima ancora del via all’aggressione russa dell’Ucraina un serioso ‘coccodrillo’ (nel gergo del giornalismo necrologio in morte di personaggi popolari). Il signor Akopv ha scritto come già avvenuto il ‘de profundis’ dell’Ucraina defunta (!!!), e il ritorno e alla ‘madre Russia’, lodi per Putin, “autore di un gesto di responsabilità (!!!). Il pover Akopov ha visto il suo nobile scritto trasmesso dall’agenzia di stampa Ria Novosti prima dell’aggressione russa all’Ucraina e Akopov non è noto come lettore del futuro. A chi sceglie una comoda equidistanza da Russia e Ucraina (nostalgia canaglia di Stalin?), p Periodici come l’Espresso dovrebbero donare un inserto con le immagini, dei bambini dell’Ucraina sferzati da venti gelidi, avvolti alla meglio per non morire di freddo, degli anziani in fuga a piedi per chilometri, di giovani donne, ragazzi e persone mature che hanno perso la vita per aver difeso la propria città. Chi conosce a fondo il presidente ucraino, i motivi per non stimarlo, la sua ostinazione ad aggregarsi alla Ue per ottenere risorse miliardarie e poi chissà, incrementare la corona di Paesi ex Urss sovranisti, ha tutte le ragioni per dubitare di Zelensly. E però, in questi giorni e nel futuro prossimo, c’è da scongiurare la strage di civili della guerra in atto, fare del suo Paese una solida democrazia e lavorare universalmente per un ‘NO’ globale a qualunque guerra.
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