Di colpo ci scopriamo storditi, schiantati da un fulmine a ciel tutt’altro che sereno, assordati dal boato che conclude una perturbazione annunciata da nubi nere, minacciose, cariche di elettricità. Lo choc racconta la follia dei padroni della Terra, in conflitto permanente geopolitico, in competizione senza esclusione di colpi, anche ‘bassi’, per gestire la leadership politica, economica, scientifica e militare del pianeta. Incredibile? Purtroppo no: è in corso la guerra che il mondo ha tentato di scongiurare con reiterate missioni diplomatiche, con mezze promesse e mezze minacce. Tutto caduto nel nulla per la supponenza russa di aver la meglio sulla coalizione Usa-Ue-Great Britain e altri probabili alleati. Chiodo (e che chiodo!) scaccia chiodo: fatti e misfatti della guerra, che l’Europa ha scongiurato per ottant’anni, nel giro di poche ore hanno reso la tragedia della pandemia un capitolo secondario per i media. La “questione Ucraina” si è appropriata di tempi, modi, uomini e mezzi, spazi informativi totali, in regime di monopolio. Tutto il visibile, esplosioni, avanzate incursioni oltre i confini dell’Ucraina, l’espansionismo dichiarato di Putin, la risposta bellicosa di Kiev, sanzioni e contro sanzioni, effetti collaterali dello scontro sull’economia globale, saturano quote dominanti di giornali, Tg, rubriche televisive; chiedono impegno straordinario a inviati e opinionisti specializzati. Fiumi di parole si addentrano nel labirinto di sanzioni e contro sanzioni, di esternazioni pro e contro Putin. Un caso limite: se la Russia dovesse rispondere alle ‘punizioni’ con il blocco delle forniture di gas all’occidente, il ‘dispetto’ si ritorcerebbe con l’azzeramento degli enormi profitti ricavati dalla vendita della preziosa energia. Questa citazione di un ‘assurdo’ è l’unica deroga alla scelta di delegare ai media radiotelevisivi e alla ‘carta stampata’ i mille dettagli della questione Ucraina. Parlano con paurosa evidenza le immagini proposte nel post per Facebook.
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