JOE BIDEN / TUTTI GLI AFFARI DEL FIGLIO HUNTER CON GLI 007 CINESI 

Piove sul bagnato per Joe Biden, sempre più giù nei sondaggi ad un anno esatto dal suo insediamento alla Casa Bianca.

Un libro-bomba sui maxi affari di famiglia, e soprattutto con la ‘nemica’ Cina, rischia di deflagrare nelle prossime settimane e sta già diventando, negli States, un giallo politico-economico.

Sleepy Joe, così etichettato per i frequenti pisolini anche durante   importanti occasioni pubbliche, nel corso dell’ultima conferenza stampa,    pensando di parlare off records, dà del “dannato figlio di puttana” ad malcapitato giornalista, reo di avergli rivolto una domanda sui rischi d’inflazione.

Pesa poi, a livello internazionale, la fresca decisione del suo Dipartimento di Stato, che ha appena approvato la vendita di armi e velivoli militari per 2 miliardi e mezzo di dollari all’Egitto, che in questi ultimi tempi non brilla proprio sul fronte del rispetto dei diritti umani, come da noi dimostra il caso Regeni.

E pesano non poco i ceffoni ricevuti dalla Corte Suprema Usa per la gestione della pandemia, con la bocciatura del suo diktat di inizio settembre 2021 con il quale veniva imposto l’obbligo di vaccinazione alle aziende con più di 100 dipendenti. Per non parlare della autentica sollevazione della maggior parte degli Stati (26 su 50) che hanno fatto ricorso contro i suoi obblighi in palese violazione della Costituzione americana.

Procediamo con ordine.

 

I BUSINESS CON GLI OO7 CINESI 

Il libro bollente si intitola “Red-Handed: How American Elites Get Rich Helping China Win”, dove vengono passate ai raggi x non solo le acrobazie finanziarie della Biden dinasty – in pole position il solito figlio Hunter – ma anche quelle dei colossi di Big Tech, da Mark Zuckerberg a bordo di ‘Facebook’ ad Elon Musk sulla sua ‘Tesla’, per fare solo due nomi.

Ne è autore un giornalista d’inchiesta di lungo corso, Peter Schweizer, tra l’altro collaboratore senior di Breibart News.

Nel corso di una delle trasmissioni di punta di ‘Fox News Channel’, ossia ‘Life, Liberty & Levin’, il giornalista ne ha raccontate di cotte e di crude, come potere ascoltare cliccando sul video in basso.

Ecco come sintetizza un sito a stelle e strisce i passaggi salienti dell’intervista.

“Peter Schweizer domenica ha rivelato come la famiglia Biden abbia tratto profitto dagli affari con individui legati ai più alti livelli dell’intelligence cinese”

“Ha affermato che il figlio di Biden, Hunter, mentre il padre era prima vicepresidente e poi presidente, era impegnato in accordi con personaggi legati ai livelli più alti dell’intelligence cinese. Ha definito i rapporti d’affari della famiglia Biden ‘senza precedenti’. La famiglia Biden ha ricevuto 31 milioni di dollari da quei personaggi”.

Il giornalista fa anche dei nomi, nel corso della trasmissione su Fox Channel. “Uno si chiama Che Feng. Nelle e-mail di Hunter Biden, si riferisce a lui come al ‘Super Presidente’. In una e-mail dice: ‘Non credo più alla lotteria, ma credo nel Super Presidente’”.

Aggiunge Schweizer: “Il suo partner in affari era il viceministro per la sicurezza dello Stato. Era incaricato, tra le altre cose, di reclutare cittadini stranieri per spiare la Cina. Era il capo di un organismo chiamato ‘Ufficio Numero Otto’. Non c’è niente di più alto di quello. In particolare, Che Feng ha aiutato ad ottenere un accordo da 20 milioni di dollari. Un’altra persona che ha contribuito a organizzare quell’accordo si fa chiamare Mr. Zhao. Il signor Zhao ha poi inviato altri 5 milioni di dollari a Hunter Biden e ha inviato quei soldi da una società molto interessante chiamata ‘Harvest Global’”.

Secondo l’autore del libro, il partner in affari di Zhao è “la figlia dell’ex capo del ministero per la sicurezza dello Stato. Questo è il soggetto che gestisce l’intero apparato di spionaggio per la Cina. Ancora una volta, non c’è niente di più in alto”.

Peter Schweizer

Così conclude la sua intervista Schweizer: “Non conosco un periodo nella storia americana in cui la prima famiglia degli Stati Uniti abbia avuto questo tipo di legame finanziario con un servizio d’intelligence straniero. In particolare di un paese che vuole sconfiggere gli Usa nella competizione globale”.

A questo punto, finiscono per impallidire gli svariati altri affari portati a segno dal dinamico Hunter: dalla stessa Cina fino all’Ucraina, come la Voce ha documentato in svariate inchieste che potete leggere cliccando sui link in basso.

L’FBI già da mesi ha puntato i suoi riflettori sulle acrobazie finanziarie griffate Hunter, partendo proprio dal bollente archivio ritrovato in un computer. E quel computer è al centro di un’altra bollente story, raccontata dalla giornalista Miranda Devine nel libro titolato “Laptop from Hell – Hunter Biden, Big Tech and Dirty Secrets the President Tried to Hid” che significativamente vuol dire “Il computer dall’Inferno – Hunter Biden, Big Tech e gli Sporchi Segreti che il Presidente ha cercato di nascondere”.  

Ora arriva la bomba-Schweizer, il quale, per raccogliere notizie & documenti, si è servito di un agguerrito team di reporter investigativi. Serviranno, i due forti j’accuse, a spingere la fino ad oggi sonnacchiosa magistratura americana ad aprire un’inchiesta come si deve? O il ‘Watergate’ è destinato a rimanere un caso isolato e nessuno oserà mai   sfiorare il ‘Deep State’?

Dalle cose serie, facciamo un break e passiamo agli scherzi, anche se pesantucci.

 

DALLE BATTUTE AI MISSILI

Anche in questo caso potete vedere il video dei minuti caldi, con la candida domanda del reporter sui rischi d’inflazione per gli Stati Uniti e la rabbiosa risposta del numero uno della Casa Bianca, neanche degna di uno scaricatore di porto: “Stupid son of bith”, “stupido figlio di puttana”, che però sui grandi media a stelle e strisce è stato molto edulcorato, fino a trasformarsi in un innocente, “stupido”, al massimo “stronzo”, da alunni delle scuole medie, eliminando del tutto quello scomodo ‘figlio di puttana’

Un po’ come è successo, un paio di mesi fa, in Francia, quando un irosissimo Emmanuel Macron ha voluto dare una lezione a tutti i francesi che non si sono vaccinati: bisogna “sputtanare i non vaccinati”, “emmerdier les non vaccines”, poi trasformato magicamente dagli ossequienti media in “vi devo creare qualche problema”, oppure “vi devo rendere la vita un po’ più difficile”.

Torniamo alle cose serie, con il fresco super contratto di vendite militari per 2 miliardi e mezzo di dollari all’esercito egiziano.

Ecco cosa scrive un reporter americano, Jake Johnson, su ‘Common Dreams’: “Il Dipartimento degli Stati Uniti ha approvato una vasta vendita di armi da 2,5 miliardi di dollari all’Egitto, anche se l’amministrazione Biden continua a trattenere una somma molto più piccola di aiuti militari  – 130 milioni – a causa delle preoccupazioni espresse per le violazioni dei diritti umani da parte del governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi, una disconnessione che secondo i critici prende in giro la retorica dei leader statunitensi”

Al-Sisi

Continua il report: “Autorizzata nell’11° anniversario della rivoluzione egiziana del 2011, la vendita di armi nucleari include 12 velivoli da trasporto Super Hercules C-130 e sistemi radar di difesa aerea per un valore di 355 milioni di dollari”.

“Niente dice che ‘gli Stati Uniti non si preoccupano dell’oppressione del tuo governo’ come l’annuncio di 2,5 miliardi di vendite di armi all’Egitto nell’anniversario della rivoluzione del 25 gennaio”, scrive Ben Freeman, ricercatore presso il ‘Quincy Institute for Responsable Statecraft’.

Secondo Andrew Stroehlein, direttore dei media europei per ‘Human Rights Watch’, “l’amministrazione Biden sta incoraggiando e assistendo i torturatori egiziani”.

 

 

 

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