Indigna che si raccattino voti, per qualunque obiettivo, pagando ogni ‘sì’ con danaro, generi alimentari, di abbigliamento e al top del baratto truffaldino con incarichi istituzionali, lavori ben remunerati, lauti appalti, ricche commesse: indigna, mai quanto lo sporco lavorìo di chi, socio del club dei ricchi italiani, usa una parte marginale del patrimonio per corrompere chi tra i grandi elettori del Capo di Stato accetta con il cinismo del tornaconto garantito di votare un personaggio che la politica eticamente intransigente dovrebbe confinare in un angolo buio della società. Indigna un Paese che non contesta con la necessaria veemenza gli eletti a diversi stadi delle istituzioni che si lasciano ‘comprare’ e oltraggiano la responsabilità di affidare l’impegnativa rappresentanza dell’Italia a una personalità moralmente ineccepibile e di alto profilo politico. Al momento della ‘conta’, sarà palese l’abilità di coercitore di Berlusconi, contando i ‘like’ incamerati preventivamente con le scorribande romane di qui al voto nel supermercato dei parlamentari e dei prescelti dalle Regioni a cui è affidata la successione di Mattarella. Non c’è che da sperare in crisi di coscienza di chi si è venduto al ricco offerente.
Funerali: la svastica sul feretro di una donna che in vita deve aver intrattenuto rapporti solidali con personaggi che in dispregio di leggi e dettato costituzionale hanno sperimentato la libertà di farla franca e manifestano impuniti con gesti, slogan e atti di violenza fascista. Il veleno del nazifascismo pervade fasce della marginalità sociale, che per mille ragioni danno sfogo alla rabbia da frustrazione, alla disperazione di senza futuro, con episodi individuali e spesso di branco. Sono vittime, del suprematismo razzista i migranti neri, insultati e oggetto di violenze d’ogni genere, sfruttati come al tempo buio dello schiavismo. Li subiscono le donne, tutte le donne offese, uccise da mariti, compagni, fidanzati, oggetto di insulti sessisti. Succede che una masnada di ragazzi traviati dalla subcultura del machismo, in piazza Duomo, a Milano, ha profittato della folla di Capodanno per molestare sessualmente giovani donne. Silvia Roggiani, segretaria del Pd di Milano, nel condannare gli autori dell’incredibile episodio ha evocato la responsabilità della società patriarcale, cioè del maschilismo. Per questo ha subìto insulti sessisti, ingiurie e perfino la minaccia di stupro, ingiurie pubblicate in calce al commento di un fan di Salvini, dal vice ministro alle infrastrutture Morelli. L’episodio induce a ricordare numerosi precedenti, vittime l’ex presidentessa della Camera Lura Boldrini, l’ex ministra per l’integrazione Cécile Kyenge. Si chiede da più parti che Morelli si dimetta dall’esecutivo di governo e lui dice di avere rimosso il post sessista da Facebook (ma a danno compiuto), a conferma della tracotanza non repressa della destra, che sia Lega, Fratelli d’Italia, estremisti di Casa Pound e Forza Nuova. Allora non destano sorpresa il simbolo della croce nazista sulla tomba di una donna, l’assalto alla sede della Cgil, l’attentato alla vita della destra No Vax e il crescente deficit di democrazia che dilaga in mezzo mondo, dagli Stati Uniti al Brasile, a parte consistente dell’est europeo e per ora in misura preoccupante anche in Italia.
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