Neanche i morti, a Napoli, possono più riposare in pace.
Autentiche scene da horror movie, con scheletri e teschi sparsi tra le macerie, al cimitero monumentale di Poggioreale, dove una gigantesca cappella con oltre duecento loculi è letteralmente ‘esplosa’, investita dalle acque.
Il responsabile di tanto scempio, lo spietato killer?
La solita, ormai famigerata Linea 6 della Metropolitana partenopea, in costruzione dal lontanissimo 1976 e ancora oggi capace, oltre che di continuare ad inghiottire palate da miliardi di lire prima e poi vagonate da milioni di euro, anche di produrre disastri ambientali a getto continuo. Senza che nessuno muova un dito, nella più totale impunità.
Veniamo alle news, davvero ai confini della realtà.
Il crollo si è verificato alle prime luci dell’alba, proprio nel cuore antico del cimitero, in un’area chiamata ‘Pipinera’. Ha riguardato due cappelle di proprietà della Curia di Napoli, dove si trovavano i 200 loculi. Le bare sono state letteralmente scoperchiate e i poveri resti mortali sparsi qua e là.
Il crollo – secondo i primi accertamenti – è stato provocato dall’allagamento, per via dei temporali, di una lunga galleria (7 chilometri), e dallo scoppio di una falda. La gigantesca massa d’acqua ha impattato contro la struttura, radendola al suolo: proprio come dopo un bombardamento.
Il neo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, una firmato un’ordinanza con cui l’intero cimitero viene chiuso fino al 19 gennaio. Mentre l’area è stata sequestrata dalla magistratura.
Ecco la pezza a colori piazzata dai vertici di MetroNapoli, la società responsabile di tutti i lavori per la realizzazione della Linea 6 e presieduta da Ennio Cascetta, per anni assessore regionale ai Trasporti e poi papavero al ministero delle Infrastrutture: “Si è verificato un imprevisto e intenso afflusso di acqua durante lo scavo della seconda galleria che dalla stazione di Poggioreale sale fino a Capodichino. Il notevole flusso d’acqua e detriti ha causato l’allagamento del cantiere della stazione in costruzione e il cedimento del terreno nella parte inferiore al cimitero di Poggioreale con importanti danni alle strutture cimiteriali”.
“Nei prossimi giorni – viene aggiunto nella nota di MetroNapoli – si metteranno in atto tutti gli interventi necessari per riprendere i lavori in sicurezza. La Metropolitana di Napoli, nell’esprimere la vicinanza alle famiglie colpite nel ricordo dei loro cari, si impegna a riparare al più presto i danni arrecati”.
“Un episodio gravissimo”, viene definito dall’assessore comunale alla Mobilità, Edoardo Cosenza, che aggiunge: “Sono rilevanti i danni che subisce il Comune”. E i familiari?
Osserva dal canto suo l’assessore alla Salute e al Verde, con delega ai cimiteri, Vincenzo Santagata: “Ora occorre avviare il recupero dei resti delle salme per assicurare alle stesse degna sepoltura. Si tratta di cappelle appartenenti a confraternite che fanno capo alla Curia di Napoli. Ho chiesto che sia quanto prima collocato un telo di copertura sulla parete crollata per il rispetto nei confronti dei defunti”.
Una lunga, super travagliata odissea quella della Linea 6 del metrò made in Napoli. Più volte raccontata dalla Voce e appena un anno fa compendiata nel pamphlet “La Metrocricca”, un vero e proprio j’accuse curato dalle Assise di Palazzo Marigliano – la battagliera costola dello storico Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – e dalla Voce. Potete scaricare e leggere il volume attraverso il nostro sito, scorrendo la barra a destra e cliccando sulla copertina; o, più semplicemente, cliccando in basso.
Un’opera, dicevamo, partita ben 45 anni fa, mentre rombavano, per il movimento terra, le ruspe del ‘ruspante’ clan dei Casalesi. Progetti inesistenti, una VIA… che si è persa per strada, le imprese mattonare di Tangentopoli impegnate nei lavori, i costi medi a chilometro più alti del mondo (il triplo del metrò romano, il doppio del tunnel sotto la Manica!), un pozzo senza fondo che ancora non conosce fine, disastri ambientali in tutto il ventre antico di Napoli e non solo, il crollo di un’intera ala di Palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia, i danni alla Galleria della Vittoria rimasta chiusa per quasi un anno e mezzo.
Insomma, un massacro senza fine. E senza alcun colpevole. Mai.
LINK
https://www.lavocedellevoci.it/2021/03/12/la-metrocricca/
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.