Negli Stati Uniti sta sollevando un’ondata di polemiche la fresca decisione della potente ‘Food and Drug Amministration’ di dare l’ok alla somministrazione dei vaccini ai bimbi, compresi nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni.
Robert Kennedy junior, uno dei più noti avvocati per l’ambiente negli States, figlio di Robert e nipote di John Fitzgerald, fondatore e animatore dell’organizzazione ‘Children’s Health Defence’, nata proprio per tutelare la salute delle creature più deboli e indifese, ha appena deciso discendere in campo e di denunciare la FDA.
Quella FDA che lo scorso 23 agosto ha avuto il coraggio di dare un altro ok da brividi, firmando l’autorizzazione definitiva (non più quindi in via ‘emergenziale’) per i vaccini di Pfizer e Moderna, bypassando norme, leggi e regole, le quali invece prevedevano un preciso termine per le sperimentazioni di rito: fine dicembre 2023, motivo per cui mancheranno all’appello quasi due anni e mezzo di test. L’ovvia conseguenza è che le cavie, a questo punto, sono tutti coloro che si sottopongono al vaccino o vi vengono costretti, come da noi succede via ‘Green Pass’.
Quel disco verde concesso il 23 agosto è stato subito contestato con vigore, per fare solo due esempi, dallo stesso Robert Kennedy (che ha parlato senza mezzi termini di “corruzione”) e perfino dall’autorevole ‘British Medical Journal’, nonché dal suo direttore-editore, Peter Doshi, che ha scritto pagine di fuoco sui comportamenti tenuti dalla FDA. Di tutta evidenza costretto dalla Casa Bianca – l’ente regolatore a stelle e strisce sul fronte dei farmaci – ad adottare quei provvedimenti, con un Joe Biden disposto a soddisfare tutte le richieste di Big Pharma, da un lato per ottenere l’ok bruciando le tappe (e la legge), e dall’altro per spingere già sull’acceleratore dei richiami e della terza dose.
La prova del 9 di tali e tante pressioni? Dopo meno di una settimana, a fine agosto, hanno rassegnato le dimissioni dai vertici FDA due storici pezzi da novanta: ossia Marion Gruber, da 32 alla FDA, direttore dello strategico ‘Office of Vaccines Research & Review’e il suo vice, Phil Krauss. Dimissioni totalmente ‘oscurate’, of course, dai media di casa nostra.
Ma torniamo a bomba. Ossia alla delicatissima questione dei vaccini da somministrare ai bambini anche in Italia, al centro di non poche polemiche.
IL POST DEL VATE FEDEZ
E benzina sul fuoco, da noi, ha provveduto a gettarla il solito Fedez, ormai diventato un’icona per una ‘sinistra’ (meglio, i rimasugli rimasti sul campo) che più sgarrupata non si può. Ecco il suo post che ha dato il fuoco alle polveri: “Epidemia virus respiratorio, ospedali italiani pieni. Se avete bambini piccoli fate attenzione, mi raccomando. Questo virus non va preso alla leggera”.
Quale assist migliore, per i nostri Soloni in camice bianco, per tanti saltimbanchi tivvù, al fine di andare in gol con un vaccino da somministrare a tutti i bimbi, da 5 ai 11 anni appunto?
E a raccogliere l’assist ci sono subito i media, ormai zeppi di fake news e regolarmente genuflessi di fronte ai diktat di sua Eminenza Mario Draghi.
“Una malattia responsabile della morte del 5 per cento dei neonati nel mondo”, sparano molti in prima pagina.
Una delle rare mosche bianche scese in campo per evitare il panico e gettare acqua sul fuoco è Giulio Tarro, uno dei pochi virologi autentici in circolazione (e per questo subito oscurato, dopo una brevissima apparizione via ‘Porta a Porta’), e tra l’altro proprio colui che nel 1979 scoprì e stroncò quel ‘male oscuro’ che aveva ucciso a Napoli 80 bambini nel giro di pochi giorni.
Osserva Tarro, nel corso di un’intervista rilasciata ad ‘Affari italiani’, a proposito del virus respiratorio sinciziale: “I virus hRSV (‘human respiratory syncytial virus’) hanno un ciclo biologico di 4-5 anni, nel senso che a distanza di 3-4 anni si verifica il maggior numero di ammalati, com’è oggi. Le infezioni respiratorie provocate da virus di tipo influenzale, di cui fa parte anche il virus sinciziale, sono fenomeni di tipo stagionale che si ripresentano ogni anno, nei nostri climi in autunno, riempiendo i reparti di pediatria. Sono infezioni prevalentemente benigne che possono colpire anche il 50 per cento dei bambini e che nella maggioranza dei casi si limitato ad un’infiammazione delle prime vie respiratorie che dura 5-7 giorni. In una percentuale minima di casi, l’infezione può estendersi ai bronchi e ai polmoni e la malattia che allora si sviluppa può essere pericolosa. Nei paesi del Terzo Mondo questa fa stragi, non così in Italia e nei paesi industrializzati dove questa infezione viene affrontata efficacemente”.
E sottolinea: “Purtroppo in questi giorni stiamo sentendo tante sciocchezze. L’unico parallelo che mi sento di fare con il covid è che l’epidemia da virus sinciziale del 1978-1979 in Campania fu devastante per le cure sbagliate e per il panico creato dai media che determinò il riversarsi nell’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli di innumerevoli piccoli pazienti che sarebbe stato meglio se fossero stati curati a casa. Tra l’altro, temo che questa attuale psicosi, costellata dal rammarico che non ci sia ancora un vaccino contro i virus hRSV, sia finalizzata ad imporre ai bambini il vaccino anti-covid. Una follia, considerando che nulla si sa sugli effetti a media e lunga scadenza di questi vaccini e che i bambini non rischiano sostanzialmente nulla per il virus Sars-CoV-2”.
E conclude: “Nel 1979, mettendomi contro quelli che allora si chiamavano i ‘Baroni della Medicina’, riuscii a fermare una strage. Oggi, spero ancora di poter fare qualcosa per fermare questa micidiale gestione dell’emergenza covid”.
Parole che si commentano da sole.
IL COVID NON E’ UN FATTORE DI RISCHIO PER I BAMBINI
Sentiamo adesso un paio di pareri scientifici sull’uso dei vaccini per i bambini. Pareri, ovviamente, ‘dimenticati’ dai media di casa nostra, perché contestano, in modo rigoroso, quanto sostenuto dai soloni in camice bianco e dalle autorità (sic) politiche e sanitarie oggi al comando delle operazioni, per questa ‘micidiale gestione del covid’, come giustamente la etichetta Tarro.
Partiamo da Martin Kuldroff, docente di Medicina all’Università di Harvard. Ecco le sue ultime dichiarazioni, rilasciate nel corso di un’intervista al programma ‘American Through Leaders’ di EpochTv.
“Non credo che i bambini dovrebbero essere vaccinati per il covid. Sono un grande fan della vaccinazione dei bambini per il morbillo, la parotite, la poliomielite, il rotavirus e molte altre malattie, questo è fondamentale. Ma il covid non è un’enorme minaccia per i bambini”.
“I bambini possono essere infettati, come possono prendere il comune raffreddore, ma non sono una grande minaccia. Non muoiono per questo, tranne in circostanze molto rare. Quindi, se vogliamo parlare della protezione o della sicurezza dei bambini, penso che possiamo parlare di incidenti stradali, per esempio, per i quali corrono davvero un certo rischio. Ma il covid non è un grande fattore di rischio per i bambini”.
Secondo i dati e gli studi esaminati da Kulldorf, i bambini hanno maggiori probabilità di contrarre malattie gravi o morire a causa dell’influenza annuale, piuttosto che per il covid. Per i ‘Centers for Desease Control and Prevention’ (CDC), solo 195 bambini di età inferiore a 4 anni e 442 tra i 5 e i 18 anni sono morti per il covid negli Stati Uniti, a partire dal 20 ottobre. I bambini, poi, hanno 15 volte meno probabilità di essere ricoverati in ospedale rispetto agli individui di età superiore e 570 volte meno probabilità di morire, sempre secondo i CDC.
Continua Kulldorf. “Un esempio viene dalla Svezia, che ha deciso di tenere aperti gli asili nido e le scuole per tutti i bambini di età compresa tra 1 e 15 anni. E ci sono 1,8 milioni di bambini che hanno superato la prima ondata senza vaccini, ovviamente, senza mascherine, senza alcun tipo di distanziamento nelle scuole. Se un bambino era ammalato, gli veniva detto di restare a casa. Ed era tutto qui! E sapete quanti di quei quasi 2 milioni di bambini sono morti? Zero. Solo pochi ricoveri. Quindi questa non è una malattia rischiosa per i bambini”.
E ancora: “Quando si valuta se vaccinare i bambini, si deve tenere conto del rischio di effetti collaterali del vaccino. Il rischio principale per i giovani osservato finora è l’infiammazione del cuore, che si è verificata dopo la vaccinazione a tassi molto più alti del previsto. La Food and Drug Administration durante l’estate ha aggiunto un’etichetta di avvertimento ai vaccini Pfizer e Moderna sulla miocardite e la pericardite. Se sei un bambino, anche se non hai avuto il covid, il rischio di malattie gravi o di morte è minimo. Quindi non è affatto chiaro che i benefici superino i rischi per i bambini”.
TUTTE GLI ERRORI & GLI ORRORI DI FDA
Proseguiamo con Brian Dressen, Ph.D, chimico, con una vasta esperienza sul fronte della ricerca e valutazione del grado di efficacia delle nuove tecnologie in campo medico. Sua moglie, Brianne, è stata tra i volontari nella sperimentazione del vaccino AstraZeneca: ed ha dovuto sospendere i test perché ha sviluppato una grave lesione neurologica. Brian ha testimoniato sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini davanti ad una commissione della FDA. Ecco alcune tra le sue dichiarazioni.
“Il vaccino Pfizer ha fallito qualsiasi ragionevole calcolo rischio-beneficio in relazione ai bambini”.
“La decisione assunta dalla FDA è stata affrettata, sulla base di dati incompleti provenienti da studi sottodimensionati, insufficienti per prevedere i tassi di reazioni avverse gravi e di lunga durata. Esorto il comitato a respingere la modifica dell’EUA(Autorizzazione all’Uso di Emergenza, ndr) e a ordinare a Pfizer di eseguire studi che dimostreranno in modo decisivo che i benefici superano i rischi per i bambini”.
“Fino a quando non ci prendiamo cura in modo appropriato di coloro che sono stati già danneggiati (dai vaccini, ndr), non riconosciamo l’intera portata delle lesioni che stanno accadendo agli adulti, per favore non date questo ai bambini. Avete la responsabilità molto chiara di valutare adeguatamente i rischi e i benefici di questi vaccini. E’ ovvio che ciò non sta accadendo”.
“La sofferenza di migliaia di persone continua a cadere ripetutamente nel vuoto alla FDA. Ognuno di voi ha oggi una grande responsabilità e sa che senza dubbio, quando lo approvi per i bambini dai 5 agli 11 anni, ti stai occupando di bambini innocenti e genitori disinformati”.
La testimonianza, ovviamente, è stata resa prima che la FDA desse l’ok definitivo ai vaccini Pfizer e Moderna e poi disco verde all’uso per i bambini della fascia 5-11 anni.
Of course, la Food and Drug Administration se ne è fregata di quanto ha dichiarato Dressen e di quanto hanno dichiarato molti altri ricercatori.
Tanto per essere quanto più genuflessa possibile davanti al Moloch di Big Pharma e ai suoi ordini.
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