MERCK & C. / IL BUSINESS DA 1000 MILIARDI DI DOLLARI DEI NUOVI FARMACI ANTIVIRALI

Sapete quale sarà il maxi business delle grandi aziende farmaceutiche per i prossimi anni? I prodotti antivirali, che prenderanno il posto dei vaccini. Meno pericolosi per la salute, meno letali sul fronte degli effetti collaterali, ma carissimi: un trattamento, infatti, costerà non meno di 700 dollari, a fronte dell’odierna gratuità dei vaccini.

La prova del nove l’abbiamo sotto gli occhi in questi giorni.

Merck & Co. (conosciuta nel mondo anche come Merck, Sharpe & Dohme, MSD) ha infatti appena lanciato la notizia del suo nuovo prodotto miracoloso, la soluzione di tutti i problemi sul fronte del covid e di ogni     possibile variante: la paroletta magica è ‘Molnupiravir’.

Henry Gadsden

Poche ore dopo il clamoroso annuncio, il titolo Merck è schizzato a Wall Street, guadagnando l’8,4 per cento. E, contemporaneamente, le case produttrici dei vaccini ormai considerati ‘tradizionali’, ossia Pfizer, Moderna e Novavax hanno fatto segnare una battuta d’arresto: lieve per la prima, che perde appena lo 0,2 per cento del suo valore, un vero tonfo per le altre, con il – 11,37 per cento della seconda e il – 12,21 della terza.

A questo punto, le star dei vaccini stanno rapidamente correndo ai ripari, per diversificare la loro offerta e quindi brevettare al più presto salvifiche pillole finalizzate alle nuove terapie.

Anche se Merck, col suo primato, può godersela per anni, navigando in mari di dollari. Il governo degli Stati Uniti, infatti, sta già provvedendo a sganciare montagne di dollari nelle sue ospitali casse, avendo subito provveduto ad acquistare oltre 1 milione e 700 mila trattamenti, versando 1 miliardo e 200 milioni di dollari nei già strabordanti forzieri griffati MSD.

E a bordo della società di origini tedesche (è nata in Germania nel 1891) e poi naturalizzata americana, quartier generale a Readington, nel New Jersey, stanno già cullando un sogno, non poi tanto lontano dall’avverarsi. Ecco le magiche parole del Ceo di Merck, Henry Gadsden: “Il mio sogno è realizzare farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di venderli a chiunque”.

Benedetta la sincerità!

 

IL SEGRETO PER TROVARE L’ELDORADO

Ma cerchiamo di capire, a questo punto, qual è il vero segreto nascosto all’interno della salvifica pillola di ‘Molnupiravir’ e qual è l’arma segreta nelle mani della nuova super star di Big Pharma, la nuova regina del firmamento farmaceutico: Merck, of course.

Nei laboratori del New Jersey, infatti, è nato il vero, autentico farmaco che può fronteggiare, se assunto subito, ai primi sintomi, l’insorgenza del covid. Si tratta dell’Invermectina, la quale, però, ha subito subìto un trattamento speciale: osteggiata dal potere politico, scientifico e industriale perché poco cara e troppo solutiva del problema. A difenderla solo pochi ricercatori ‘scomodi’, medici controcorrente, associazioni, e –  una volta tanto – l’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre dal canto suo la ‘Food and Drug Administration’ adotta criteri molto rigidi per consentirne l’uso.

E’ la stessa sorte toccata all’idrossiclorochina, farmaco ritualmente usato contro le forme artritiche ma sperimentano con successo, per fare un solo esempio, dallo storico direttore dell’Ospedale di Marsiglia contro le Malattie infettive, Didier Raoult. E per sdoganare l’uso dell’idrossiclorochina in Italia – fino a quel momento osteggiata dal governo, dal ministero della Sanità, dall’Aifa – c’è voluta una ordinanza del Consiglio di Stato, emessa a dicembre 2020.

Coloro che vogliono far uso dell’invermectina, invece, devono ancora passare le pene dell’inferno: perché, come sostengono non pochi medici, “ottenerne la prescrizione è molto difficile e stressante, ed è possibile reperirla solo tramite alcuni siti web”.

 

PARLA HIRSCHHORN

Uno dei più fieri sostenitori circa l’uso anti covid di invermectina e idrossiclorochina è Joel Hirschhorn, docente di pediatria alla ‘Concordia University’ di Montreal, di genetica all’ospedale pediatrico di Boston e alla Harvard Medical School. Ha firmato un libro titolato ‘Pandemic Blunder’, nel quale sostiene, dati alla mano, che “l’uso di generici economici, sicuri ed efficaci come l’invermectina e l’idrossiclorochina avrebbe evitato l’80 per cento o più delle morti per Covid. In seguito, lo stimato medico Peter McCollough disse l’85 per cento. Per gli Stati Uniti, ciò significa che circa 600.000 vite avrebbero potuto essere salvate, e globalmente 4 milioni. Nel frattempo, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sono morte a causa dei vaccini covid, la soluzione fallimentare alla pandemia”.

In Italia le morti che si sarebbero potute evitare sono almeno 100.000, visto che il totale nel corso del primo, tragico anno è di oltre 120.000. Si tratta di “omicidi di Stato”, opera di assassini in guanti (e spesso camici) bianchi (non chi dubita circa i vaccini, assassini come li ha definiti il premier Mario Draghi): finite al Creatore, quelle innocenti vite, per via del  diktat governativo, a base di “tachipirina e vigile attesa” che ha mortalmente azzoppato le terapie domiciliari, intasato gli ospedali, spalancato le rianimazioni e attivato caterve di carri funebri (e spesso di camion dell’esercito).

Proseguiamo ancora con le parole di Hirschhorn: “Non c’è assolutamente alcun dubbio sul fatto che esistano moltissimi dati medico-scientifici che mostrano con assoluta affidabilità che l’invermectina è sicura ed efficace sia per il trattamento che per la prevenzione del Covid. Questo dovrebbe apparire come titolo a caratteri cubitali e in grassetto sui giornali, se avessimo dei grandi media onesti: INVERMECTINA ALTERNATIVA EFFICACE E SICURA AI VACCINI PER LA COVID. Al contrario, si assiste ad una costante carrellata di articoli e dichiarazioni di agenzie governative che affermano che l’invermectina non dovrebbe essere usata per combattere la Covid. Sostengono che non è sicura e non è efficace. Entrambe sono menzogne, volte unicamente a proteggere l’offensiva della vaccinazione di massa e i profitti delle grandi compagnie farmaceutiche. E ora a proteggere il nuovo mercato dei farmaci antivirali di Big Pharma”.

 

IL SEGRETO DI MERCK

Eccoci, dunque, tornati a bomba. Ai nuovi gioielli nello scrigno di Big Pharma, i miracolosi farmaci antivirali, come il novello ‘Molnupiravir’.

Ed alla scoperta del mistero. Sì, perché la poliedrica e prodigiosa Merck è l’azienda produttrice sia dell’invermectina che del Molnupiravir: il farmaco che costa pochissimo e quello che costa moltissimo. Ovvio, a questo punto, scordarsi del primo, abbandonarlo al suo destino – tanto che oggi l’invermectina non è più coperta dal consueto, preziosissimo brevetto – e invece tuffarsi nel business dorato del Molnupiravir. Elementare, Watson.

Documenta Hirschhorn: “Il fatto che il ‘Washington Post’ dica che ciò che Merck ha sviluppato è il ‘primo farmaco che combatte la Covid’, dimostra quanto siano stati pessimi i grandi media nell’ignorare i benefici dimostrati dai generici IVM (invermectina) e HCQ(idrossiclorochina). E nell’ignorare i molti fallimenti dei vaccini Covid. Nel servizio da prima pagina del 2 ottobre sul nuovo farmaco Merck, il quotidiano non ha nemmeno menzionato l’invermectina né ha presentato alcun dato che mostrasse come l’IVM si è rivelata più efficace del nuovo costoso farmaco, testato solo su qualche centinaio di persone per un breve periodo. Al contrario, l’IVM è stata usata con successo su centinaia di migliaia di persone per trattare e prevenire la Covid”.

Come è successo in India. Così dettaglia il docente alle università di Boston e di Montreal. “Considerate l’esperienza dell’India. Nella seconda ondata pandemica mortale dell’India, l’invermectina ha messo fine alla crisi. Nelle settimane successive all’adozione dell’IVM i casi erano scesi del 90 per cento. Negli stati con un uso più intensivo dell’IVM i casi sono diminuiti in modo ancora più drastico. I casi giornalieri a Goa, Uttarakhand, Uttar Pradesh e Delhi erano scesi rispettivamente del 95, 98, 99 e 99 per cento”.

Joel Hirschhorn

Da tener presenti anche le parole di Brian Remy, l’ex direttore della proprietà intellettuale di ‘Gilead’, un’altra casa farmaceutica statunitense: “L’invermectina usata in combinazione con altre terapie non è un problema e dovrebbe essere lo standard di cura per la Covid-19. Soprattutto salverebbe tante vite e metterebbe fine alla pandemia per sempre”.

Ed invece, meglio allevare la gallina dalle uova d’oro, e seguire il filone inaugurato dal già fantasmagorico Molnupiravir.

 

 

 

UN MERCATO DA 1000 MILIARDI DI DOLLARI

Così prevede Joel Hirschhorn: “Sono sicuro che, man mano che le cattive notizie sull’inefficacia e sui pericolosi effetti collaterali dei vaccini Covid diverranno sempre più di dominio pubblico, le grandi compagnie farmaceutiche passeranno progressivamente dai vaccini alla prescrizione di farmaci antivirali. E’ questa la pianificazione strategica di aziende intelligenti. Con Merck è già iniziata. E la ‘Food and Drug Administration’, i ‘Centers for Prevention and Infectuos Desease’, il ‘National Institute of Health’asseconderanno questo cambiamento strategico”.

E continua: “In questo modo si preserverà un mercato da 1000 miliardi di dollari per le aziende. Come il governo e l’establishment della sanità pubblica metteranno in pratica il passaggio dai vaccini Covid ai farmaci antivirali sarà un meraviglioso spettacolo di magia da vedere. Pensate che ammetteranno che milioni di persone in tutto il mondo hanno perso la salute e la vita a causa dell’uso dei vaccini? Certo che no. Le costose pillole antivirali saranno semplicemente vendute come la soluzione migliore”.

Dulcis in fundo.

Sapete qual è stato il primo commento, a botta calda, dopo il lancio del super farmaco Merck, del virologo più famoso al mondo, al secolo Anthony Fauci? “Risultati impressionanti”. Impressionato, stupefatto, in estasi per quel magico messaggio, “il molnupiravir è in grado di ridurre di circa il 50 per cento il rischio di ospedalizzazione e morte per Covid nei soggetti infettati con Sars Cov 2 trattati entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi”, come hanno sbandierato i vertici della star.

I quali possono ora ammirare il futuro sempre più radioso che si spalanca davanti a loro. E possono ben dire scordammoce ‘o passato’, buttiamoci alle spalle quella super multa di dieci anni fa esatti, pagata nel 2011, quasi 1 miliardo di dollari (per la precisione 950 milioni) “per aver nascosto – così venne scritto nella motivazione – importanti dati sulla sicurezza di un suo farmaco anti infiammatorio attuando pratiche di desease mongering”.

E, ancor più, la recente, clamorosa ammissione degli stessi ‘capi’: abbiamo inoculato in tanti innocenti, tramite i nostri vaccini, il virus del cancro. La sconvolgente tragedia è documentata nel recente documentario “In Lies We Trust: The CIA, Hollywood & Bioterrorism”, in cui, tra l’altro, lo scienziato Maurice Hilleman spiega come e perché la Merck ha diffuso l’AIDS, la leucemia e altre orribili piaghe nel mondo.

Ma questa è un’altra (terribile) storia. Ci torneremo presto.

 

 

 

P.S. La lettura è consigliata al nostro Vate dei Vaccini, Roberto Burioni, secondo cui – lo ha affermato nel corso dell’ultima puntata chez Fabio Fazio – in tutto il mondo si è registrato un solo morto, 1 di numero, come

conseguenza del vaccino anti covid. Per la precisione – ha specificato il MagoMassone – in Nuova Zelanda. Capito?


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