Dopo il gigantesco conflitto d’interessi che investe il presidente della Commissione UE Ursula Von del Leyen, tedesca, ecco il clamoroso giallo che coinvolge la Commissaria UE alla Salute, Stella Kiriakides, cipriota.
Due casi sui quali i media occidentali hanno preferito far calare una omertosa cortina di silenzio, tutti allineati e coperti per garantire la più totale dis-informazione su temi tanto attuali e tanto scottanti.
Giorni fa, infatti, abbiamo scritto dello strategico incarico ricoperto da Heiko Von der Leyen, Ceo di una società statunitense, Orogenesis, leader nel settore delle biotecnologie, specializzata in ‘terapie geniche’ ed in rapporti d’affari con la stella di Big Pharma, Pfeizer, la prima azienda al mondo nella corsa al miracoloso vaccino anti covid.
Tutto ciò mentre la moglie Ursula è in prima linea, sul fronte UE, in qualità di presidente della Commissione, per trattare con le case farmaceutiche gli acquisti dei vaccini e per stipulare i contratti fitti di clausole (spesso capestro per la UE e quindi gli Stati) e penali.
Un conflitto che più colossale non si può.
Ma la vicenda che adesso tira in ballo la Commissaria cipriota è, per molti versi, ancor più diretto e dirompente.
La notizia arriva dall’Ungheria, una nazione che ha il dente avvelenato con i vertici UE per le sanzioni minacciate ad ogni piè sospinto dall’Europa, a partire dalle polemiche sul fronte di usi e costumi sessuali. Ed anche per la cervellotica gestione UE dei vaccini che l’ha costretta a comprare lo Sputnik dalla Russia.
Un giornalista magiaro, Miklos Omolnar, direttore della catena di tabloid e riviste ‘Mediaworks’, ha infatti tirato fuori e pubblicato una storia di tangenti che investe in pieno la Kiriakides. Sarà la magistratura a verificare la fondatezza delle accuse e a trovare le prove concrete della corruzione: ma la vicenda puzza lontano un miglio.
Ecco cosa scrive Omolonar: “Uno dei più grandi scandali di corruzione nella storia dell’Unione europea ci sta avvenendo sotto il naso, ma poiché la storia è brutta, la maggior parte dei media europei non vede, non sente, non parla, come al solito”.
E, soprattutto, non scrive, non punta i riflettori, non denuncia.
E aggiunge: “Stella Kiriakides, il Commissario per la salute che ha firmato i contratti di vaccinazione tardiva dell’UE, è stata coinvolta in uno scandalo di corruzione inaccettabile. Molti sono già certi che sia stata corrotta dai produttori di vaccini”.
Ma cosa è successo? In pratica, contestualmente alla firma dei contratti, su un conto corrente intestato sia a lei che al marito, hanno fatto capolino 4 milioni di euro. Il conto corrente è acceso presso la ‘Banca cooperativa di Cipro’, un istituto di proprietà statale.
Una volta balzati alla luce i danari, i coniugi hanno cercato di piazzare una pezza a colori parlando di un prestito ricevuto dalla banca, una sorta di mutuo. Ma la giustificazione non sta in piedi, sia per l’entità della cifra, sia perché i coniugi non hanno prestato alcuna garanzia reale a fronte dell’ipotetico prestito, né a quanto pare hanno i mezzi per farlo.
Pesanti accuse alla Kiriakides, in queste settimane, sono arrivate sia dalla Corte dei Conticipriota, sia dal ministro dell’Economia di quel paese. Due clamorose censure.
Non è la prima volta che la solerte Commissaria per la Salute inciampa in modo rovinoso: ma senza subire, fino ad oggi, alcuna conseguenza.
Qualche anno fa, nelle vesti di ministro – guarda caso – sempre della Salute nell’esecutivo cipriota, firmò un provvedimento per la privatizzazione di tutti i trattamenti oncologici. Ciò provocò una autentica escalation nei costi, a carico dei cittadini, per affrontare le tremende cure chemio e radioterapiche. Quella decisione era finalizzata a favorire gli interessi della potente ‘lobby del cancro’ in camice bianco.
L’esplosione delle proteste popolari costrinse il governo a tornare sui suoi passi, ritirando quella legge killer. E allora tutti i parlamentari hanno votato compatti per nazionalizzare le cure contro il cancro.
Tutti tranne l’impareggiabile Stella!
Che adesso dovrà spiegare ai parlamentari UE come sono miracolosamente approdati 4 milioni di euro sul suo conto corrente, proprio durante i giorni caldi delle stipule con le aziende produttrici dei vaccini forniti – attraverso i contratti farlocchi che ormai tutti conosciamo – ai cittadini europei.
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