Dal Ponte sullo Stretto alla ferrovia supersonica in Texas.
E’ su questi fantastici binari che corrono le fortune miliardarie del nuovo colosso delle infrastrutture nato in Italia e destinato a dettar legge nel mondo.
Si tratta di ‘WEBUILD’, partorito dalla fusione di due star del mattone di casa nostra, ‘Salini Costruzioni’ e ‘Impregilo’, alle quali si è aggiunta la ciliegina di ‘Astaldi Costruzioni’, comprata in saldo visto che era in stato di pre-crac.
Ma vediamo le ultime, luccicanti news.
Per settimane si sono rincorse le voci su un prossimo via libera per il l’ormai mitico Ponte sullo Stretto: lo vuole Matteo Renzi, che l’ha posto tra le sue priorità sia nella passata agenda presenta a Giuseppe Conte, che in quella consegnata al premier Mario Draghi. Sta affrontando il tema una commissione ad hoc costituita presso il ministero delle Infrastrutture. Ne ha più volte parlato il super patròn di Webuild, Pietro Salini – conteso nei salotti tivvù di Lilli Gruber e Barbara Palombelli – il quale ha rassicurato tutti gli italiani: “siamo pronti da anni. Adesso più che mai!”.
In attesa di sfondare a casa, Webuild si è rimboccata le maniche all’estero, soprattutto sul fronte americano, dove opera una sua controllata, ‘Lane Construction’.
Ed è proprio di queste ore – in concomitanza con l’incontro tra il capo della Casa Bianca Joe Biden e il nostro premier Draghi in occasione del G7 in Cornovaglia – il grande annuncio per la storica firma dell’accordo con la ‘Texas Central’: al centro, la realizzazione della prima linea ferroviaria ad alta velocità negli Stati Uniti che, incredibile a dirsi, fino ad oggi ne erano sprovvisti, al contrario di tanti paesi al mondo, compreso il nostro.
Un ‘treno proiettile’ – prodotto dalla giapponese ‘Shinkansen’ – collegherà Dallas con Houston viaggiando ad una velocità di 320 chilometri orari e compiendo il percorso in appena 90 minuti. Molti di meno rispetto a quanto impiega un aereo, per via dei tempi di imbarco, decollo e atterraggio.
Una sola la fermata intermedia, quella di Brazos Valley, soprattutto per soddisfare la domanda dei tanti studenti che frequentano la A&M University, il più grande ateneo texano.
Si tratta di un mega contratto da 16 miliardi di dollari, che finiranno anche nelle casse di ‘Italferr’, la società incaricata di supervisionare su tutta la progettazione e che fa capo alle nostre Ferrovie dello Stato.
La super linea ferroviaria fa parte del maxi pacchetto infrastrutturale messo in campo da Biden, ed in particolare del ‘Build Back Better World’ finalizzato alla riduzione (almeno sulla carta) dell’impatto ambientale e, sotto il profilo strategico, al contrasto del predominio cinese.
Che in campo ferroviario, ad esempio, è molto marcato. Oggi, infatti, la Cina ha la rete ad alta velocità più estesa del mondo, con quasi 28 mila chilometri ed ha in programma addirittura di raddoppiarla nei prossimi dieci anni. Per avere un solo termine di raffronto, la linea ad alta velocità del Giappone si sviluppa lungo appena 2800 chilometri, anche se il Giappone è stato il primo paese al mondo ad intraprendere quel percorso, addirittura nel lontano 1964, quando lo ‘Skinkansen’ già sfrecciava tra Tokyo e Osaka.
Gonfia il petto il governatore del Texas, Pete Buttigieg: “Quando si tratta di ferrovia, perché il Texas dovrebbe essere inferiore alla Cina?”.
A casa nostra suona le trombe Pietro Salini: “La firma del contratto con Texas Centralrappresenta il coronamento di quattro anni di attività sul progetto e il raggiungimento di un sogno che viene da lontano, con la creazione nel 2014 di un campione nazionale che univa le competenze di Salini con quelle di Impregilo, a cui si sono aggiunte quelle di Lane negli Stati Uniti nel 2016 e oggi si stanno ulteriormente aggregando le competenze uniche di progettazione ed ingegneria di Astaldi, nell’ambito di ‘Progetto Italia’”.
Una questione, quella della incorporazione di Astaldi, ancora non poco controversa. Al tribunale di Roma, infatti, sono in corso alcuni procedimenti giudiziari tesi a chiarire l’opaco procedimento di acquisizione che, tra l’altro, ha pesantemente penalizzato i piccoli obbligazionisti di Astaldi, che oggi si ritrovano con un pugno di azioni Webuild in mano che rappresentano poco più del 5 per cento di quel valore. La Voce ne ha scritto alcuni mesi fa, potete leggere un paio di articoli linkando in basso.
Tornado alla linea texana, la costruzione della nuova ferrovia inizierà una volta raggiunto il ‘financial disclosure’, che è in corso con il supporto degli istituti giapponesi Jbic (Japan Bank for International Cooperation) e Join (Japan Overseas Infrastructure Investment Corporation for Transport & Urban Development), in veste di principali finanziatori.
Secondo le previsioni stilate dai promotori, il progetto genererà 36 miliardi di benefici economici a cascata nel prossimo quarto di secolo e permetterà la creazione di 17 mila posti di lavoro diretti nei primi sei anni e oltre 20 mila indiretti. Of course, tutto negli States.
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Un commento su “WEBUILD / AL VIA LA SUPER FERROVIA IN TEXAS”