Dai videogame alle app: chi sono oggi i colossi del gioco online

Una trentina di anni fa c’erano Nintendo e SEGA. Super Mario e Sonic erano i personaggi più noti dei videogiochi. Se si pensava all’universo videoludico, le prime immagini che potevano venire alla mente erano quelle del simpatico idraulico baffuto e del riccio blu. Solo qualche tempo più tardi, con l’avvento della Playstation, hanno iniziato a prendere piede molte altre serie salite alla ribalta. Si pensi a “Crash Bandicoot”, “Rayman” e “Resident Evil”, per fare un esempio. Il fenomeno degli anime giapponesi ha portato inoltre a una sequela di titoli volti ad arricchire il merchandising degli stessi: oggi sono Dragon Ball e Naruto a dominare in tal senso. Discorso diverso per i Pokémon: i mostriciattoli tascabili, che continuano a sfornare nuove versioni per console portatili da almeno 25 anni, sono nati come videogioco per Game Boy e solo dopo ne è stato tratto il cartone animato.

Ancora oggi la Nintendo è tra le prime case produttrici ed editrici di videogiochi al mondo, seguita da Electronic Arts, madre di “FIFA”, “NBA Live” e “Need for Speed”. SEGA non ha più l’appeal di un tempo e i personaggi della saga di “Sonic the Hedgehog” si sono persino spostati sulle console Nintendo. In ogni caso, c’è ancora una certa differenza con Konami, che produce un altro gioco calcistico molto conosciuto: “PES”. A resistere da decenni è anche Capcom, produttrice di picchiaduro come “Street Fighter” o di platform come “Mega Man”, ma se vogliamo prendere in considerazione tutte le software house allora dobbiamo citare anche la Disney Interactive Studios, che come intuibile si occupa dei giochi aventi protagonisti i personaggi di Topolinia, Paperopoli e degli storici film cinematografici a cartoni.

Alcuni sviluppatori, invece, sono sorti solo di recente. Ne è un esempio InnerSloth, produttore di “Among Us”, il gioco più chiacchierato del 2020. In questo caso, però, la questione si estende anche alle app mobile. Molti dei succitati titoli dispongono infatti di una versione giocabile anche da dispositivo portatile. I titoli come “Among Us”, però, si distinguono per essere “cross-platform” e possono essere giocati anche da utenti che ne usufruiscono su console o su macchinari differenti.

Con l’esplosione della rete e delle connessioni via internet, oggi le software house sono molto più vicine alle esigenze dei giocatori, ma non mancano di sollecitarli a giocare il più possibile per sbloccare nuove fasi di gioco. Inoltre, da una decina di anni a questa parte è stata introdotta la filosofia dei DLC: non basta più acquistare un gioco per goderne completamente, in quanto prima o poi verranno rilasciati contenuti aggiuntivi da scaricare a pagamento.

L’escalation delle software house non si limita però ai soli videogiochi. Nemmeno le diverse tipologie di slot machine sfuggono a questa logica, in quanto oggi viene quasi tutto digitalizzato, laddove possibile. D’altro canto, attraverso uno store virtuale è possibile effettuare il download di decine e decine di applicazioni dagli impieghi più disparati: esistono i programmi per allenarsi come quelli per truccare le foto, passando attraverso i servizi essenziali. Insomma, quello delle app è diventato un vero e proprio mercato, che sembra non aver raggiunto ancora il proprio apice.


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