L’aggravante coronavirus

Insieme alla cabina della Stresa-Mottarone è venuta giù la prevedibile valanga mediatica di cronache, analisi, commenti per una tragedia che ha responsabili indifendibili, senza giustificazione alcuna. Solo qualche parola in più mentre la macchina della giustizia prosegue nel suo corso senza sconti. È una terribile verità il mancato stop alla funivia e anche persone senza competenza avrebbero impedito di mandarla su e giù dopo aver disattivato il freno di emergenza, guasto, per non rinunciare agli incassi. Via dalla mente. Non è una possibile attenuante degli omicidi plurimi, ma si può immaginare, che la macabra decisione dei colpevoli sia stata alimentata anche se marginalmente da una delle conseguenze più perniciose della pandemia: come tanti altri segmenti di operatività azzerate, anche il turismo invernale ha subito un colpo mortale con la chiusura degli impianti e appunto le funivie. L’ok che ha concesso di riprendere la normale attività ha contribuito maledettamente alla scellerata decisione che ha causato la tragedia. Ed è solo un tassello, non prioritario, che induce alla domanda: come si fa a respirare come se niente fosse sapendo di attentare alla vita di uomini, donne, bambini finalmente in vacanza?

Questa è la breve storia di Ciro Bello…l’imbroglioncello, che ha venduto a uno straricco quanto sprovveduto emiro arabo una copia (evidentemente imperfetta) di un famoso Modigliani. Scoperta la truffa, Ciro subisce il processo. Fallisce il maldestro tentativo di un assoldato azzeccagarbugli di rinviare la sentenza e la condanna per impedimento medico del cliente. Immediata la perizia ordinata dal tribunale, rinvio negato. Altra storia racconta il processo all’infinito, noto come Ruby ter. Imputato ‘extra lusso’ è Berlusconi. La striscia dei rinvii è chilometrica e arriva puntuale l’ottavo quasi certamente non il definitivo. Giustizia uguale per tutti? Balle. Se un operaio si dà ammalato, complicità un medico amico, per godersi un ‘ponte festivo’ al mare, sbugiardato dalla perizia di controllo rischia guai di non poco conto, giusta risposta all’illecito. Se Berlusconi è chiamato a rispondere dei reati arcinoti con il nome di Ruby, risponde picche e l’abilità strapaga dei suoi legali, agevolata da referti medici di rara furbizia, ottiene una sequenza di rinvii da Guinness dei primati. L’ottavo sposta a settembre l’udienza ‘sgradita’ a Berlusconi. Il marchingegno dei legulei si sostanzia con la stupefacente diagnosi del male che gli impedirebbe la presenza in aula. In passato al ‘povero paziente’ è stato riconosciuto lo stato di ‘stress psicofisico’, patologia molto facile da simulare. In seguito diagnosi emotivamente concepite per ospitarlo nei giorni previsti di udienza nell’accogliente ospedale San Raffaele, diretto dall’amico e medico personale Zangrillo. Ahinoi, il fondatore di Forza Italia, ridotto a partitino da cui fuggono in massa deputati e senatori (ora anche verso ‘Coraggio Italia’ di Toti’) evidentemente è peggiorato e la diagnosi relativa segnala che deve combattere contro la triplice patologia ‘psicologica, psichiatrica, neurologica’. Cioè, è da manicomio? Una domanda per il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che a settembre potrebbe richiedere una perizia se Berlusconi non si sarà ancora ristabilito: “Scusi, dottoressa, ma considerato il numero e i retroscena di tanti rinvii, perché non ordinare ora, subito la perizia?” Rispondiamo noi: perché accertare se Berlusconi ha davvero le rotelle svitate sarebbe verifica ardua perfino per Freud. Mica scemi i suoi avvocati!


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