INVERMECTINA / OTTIMI RISULTATI IN ARGENTINA

Dall’Argentina vengono segnalate le ottime performance di un farmaco, l’invermectina, per fronteggiare il Covid.

La ‘cura’ viene studiata e illustrata in una fresca ricerca condotta su oltre 17 mila pazienti ed ha ricevuto l’ok dalla bellezza di 452 scienziati.

Nonostante ciò, l’EMA – ossia la potente agenzia europea del farmaco – dice no, è contro l’uso dell’invermectina. Proprio come è capitato con la sempre odiata idrossiclorochina, boicottata sia da EMA che dalla nostra AIFA, fino a quando una sentenza del Consiglio di Stato, a dicembre 2020, ha consentito l’uso su indicazione dei medici di famiglia.

Sottolinea il professor Hector Carvallo, docente di medicina interna alla Universidad Abierta di Buenos Aires: “L’invermetcina è riuscita a ridurre il tasso di mortalità da covid di 7 volte. Va usata comunque con molta attenzione: il medico di famiglia, cioè, deve saperne dosare la quantità, sia rispetto alle condizioni del paziente che, ad esempio, al suo peso corporeo. Ha un solo grande difetto, l’invermectina: non è coperta da alcun brevetto e costa poco”.

E per questo è detestata da Big Pharma, che fa di tutto per screditarla.

Sostengono i ricercatori dell’equipe diretta da Carvallo: “Con una tonnellata di invermectina, che costa 300 mila dollari, potremmo salvare il Perù e i suoi 36 milioni di abitanti”. Un esempio non da poco.

“Ma il farmaco viene bloccato per motivi politici”, aggiungono, con chiaro riferimento alle pressioni esercitate da Big Pharma sui governi sudamericani.

Nel 2016 l’invermectina venne utilizzata con successo in Africa, per contrastare un’epidemia di ortofilariasi, una pericolosa malattia virale.

Osservano ancora i ricercatori argentini: “A gennaio 2021 abbiamo evidenziato, con l’uso dell’invermectina, una inibizione della replicazione virale del 50 per cento nelle prime 24 ore e del 100 per cento dopo 48 ore”. Dati che parlano da soli e che EMA farebbe bene a vagliare, invece di porre solo ostacoli immotivati.

In uno dei più grandi ospedali argentini, il ‘Muniz’, sono in fase avanzata gli studi sull’accoppiata terapeutica invermectina-carragemina; mentre quest’ultima, da sola, è consigliata per le donne in stato di gravidanza.


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