ENI / CONTINUANO I SUMMIT D’AFFARI CON AL-SISI

Proseguono a ritmo continuo gli incontro d’affari (il terzo in meno di un anno) tra il dittatore egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e i vertici dell’ENI, in particolare l’amministratore delegato Claudio Descalzi, in attesa di conferma nel suo incarico con la nuova maxi infornata di nomine (o riconferme, appunto) ai vertici delle aziende pubbliche.

Al fresco meeting che si è svolto una settimana fa, il 15 aprile, hanno preso parte, oltre al generale-presidente e al Ceo del cane a sei zampe, anche il ministro del petrolio e delle risorse minerarie egiziano, Tarek El-Molla, nonché diversi dirigenti ENI.

Ecco cosa viene scritto in una nota presidenziale: “Il Presidente ha espresso il suo sostegno per l’intenzione di ENI di rafforzare le sue attività nel settore esplorativo del gas e del petrolio, in continuazione con la fruttuosa cooperazione tra il gruppo italiano e l’Egitto. Da parte sua, il dottor Descalzi ha spiegato che l’ENIguarda ad un ulteriore sviluppo delle proprie operazioni, specie alla luce della localizzazione strategica dell’Egitto e della qualità delle infrastrutture che gli consentono di giocare un ruolo centrale nella regione, supportato da fattori come la sicurezza, la stabilità e la saggia leadership del Presidente”.

Un Presidente davvero illuminato, quindi, secondo i vertici ENI ed i vertici del nostro governo. A partire dal premier Mario Draghi, che non considera certo Al-Sisi al pari del leader turco Recep Erdogan, ossia un dittatore.

Poi chissenefrega se Giulio Regeni è stato ammazzato dai servizi egiziani con l’ovvio placet del democratico e illuminato capo egiziano; e chissenefrega se Patrick Zaki continua a marcire nelle galere di quel paese.

A proposito della cittadinanza italiana a Zaki di cui si è discusso proprio a metà aprile in Parlamento, ha tenuto a precisare Draghi: “Si tratta di un’iniziativa parlamentare in cui il governo non è coinvolto al momento”.

Tornando al summit tra Al-Sisi e Descalzi, si è discusso, tra l’altro, circa la possibilità che l’ENI avvii la produzione di idrogeno in alcuni impianti egiziani e della riapertura, nella città portuale di Damietta, del polo per la produzione di gas naturale liquefatto.

 

 

Nella foto Abdel Fattah Al-Sisi


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