Parlamentari-Giudici che fuggono dalla sentenza

Da tempo la nostra democrazia soffre e subisce affronti che toccano la stessa Costituzione.

Tra le distorsioni inaccettabili  che hanno tristi ricadute nel nostro sistema costituzionale appare, per un comportamento non occasionale,   quello rappresentato dal  Parlamentare che, quale Componente – ‘autorevole’ – di Commissioni parlamentari di prestigio ,  deve amministrare la giustizia nel nostro Stato di diritto e invece  fugge dalla  responsabilità e non rispetta i diritti dei ricorrenti, facendo prevalere prassi estranee alla ragione della legge.

Colui che fugge dalla sentenza è colui che non si presenta nella Commissione nella quale deve svolgere il compito per cui è stato designato e fa mancare il numero legale. In tal modo la sentenza alla quale il ricorrente ha diritto non può essere pronunciata. Una specie di furbetto del cartellino.

Dopo  anni in cui da ogni sito , in ogni trasmissione radiofonica e televisiva è risuonata la parola ‘vergogna’, la parola  è diventata usuale e ha perso di significato.

Che vergogna non avere vergogna e quindi essere privi di  moralità vera , costitutiva della persona, patrimonio essenziale, particolarmente di chi dice di operare in politica!

Incredibile quanto accaduto nella notissima vicenda discussa in Commissione al Senato per Ottaviano  Del Turco. Invece di decidere nel merito alcuni parlamentari si sono resi uccel di bosco. In tal modo chi immagina di essere ‘minoranza’ impedisce il prosieguo dei lavori di  Organi istituzionali importanti come le Commissioni preposte a fare giustizia . Siamo allo stravolgimento del processo democratico, alla negazione della stessa motivazione che giustifica tali Commissioni, Organismi interni e di garanzia: Commissione contenziosa ( con tre senatori  ed altri esperti) e Commissione di garanzia (composta da 5 Senatori ) . I Senatori, nominati dal Presidente del Senato,  sono esperti e prescelti tra i Senatori in carica.

Riprenderanno a discutere del senatore  Del Turco, cessato dal mandato, mentre a Formigoni e non soltanto a lui  è stato restituito il vitalizio su decisione della Contenziosa, che annullò la delibera che riguardava gli ex Parlamentari, la cui esecuzione è sospesa dal Giugno 2020. Non capisco come si possa privare della pensione chi ha versato contributi.  Non mi sembra giusto che un condannato debba vedere volatilizzati i contributi pensionistici che sono un salario differito. Bisogna distinguere: una cosa è il reato, l’eventuale condanna e la pena, altra cosa è privare il  reo del sostentamento che lo stesso si è procurato col proprio lavoro. Fu introdotta una pena accessoria con delibera Boldrini-Grasso e furono individuati alcuni reati , che, se commessi, comportavano la perdita del vitalizio o pensione.

Fu un provvedimento che violava alcuni principi costituzionali.

Pare anche che chi si esercita nel frenare   il diritto al giudizio nei riguardi dei  ricorrenti abbia   manifestato compiacimento per tale gesto definito politico, ad imitazione di gesti simili che  altri hanno  operato in  occasioni  precedenti.

Ritengo che tali iniziative siano patrimonio della cattiva politica o di chi vuole stravolgere ogni regola in nome di un disturbo del pensiero, di un’alterazione del rapporto con la realtà e si ledono diritti costituzionali.

Ho accennato a Del Turco a proposito dei così detti vitalizi e mi piace riportare da un articolo di Salvatore Merlo pubblicato su “IL FOGLIO” del 15 Febbraio 2020 alcuni brani estremamente significativi: “  …odiando regole e procedure, cioè le competenze e le buone maniere democratiche, e avendo tutti loro un rapporto per così dire diffidente con lo studio e il sapere in generale, i ragazzi del Movimento avevano fatto con le pensioni degli ex parlamentari quello che nemmeno Elsa Fornero (che ha studiato) aveva fatto con le pensioni del resto degli Italiani. Avevano cioè violentato, impipandosene per cosmica inconsapevolezza, un principio basilare del diritto, una cosa che si impara al primo anno di Giurisprudenza, talvolta persino al liceo, cioè il principio di non retroattività  dei provvedimenti….Ma in questa specie di matrioska di patacche da loro impropriamente battezzata “taglio dei vitalizi”, la trovata migliore, l’invenzione che è  da ritenersi forse più vicina alla tradizione comica italiana, da Fracchia a Fantozzi, è quella delle famose “tabelle di riconversione”. I  vaffanculotti, capitanati da Roberto Fico, dovevano infatti ricalcolare trattamenti pensionistici anche di oltre trenta e quaranta anni fa, effettuati col sistema retributivo, per trasformarli tutti in trattamenti contributivi. L’allora presidente dell’INPS, Tito Boeri, aveva preparato all’occorrenza delle bozze di studio, delle tabelle esemplificative. Delle specie di fac-simili, ben spiegando però che non avevano nessuna attendibilità. Cosa credete che abbiano fatto i ragazzotti dei 5 stelle? Ma le hanno ricopiate e utilizzate a capocchia, ovviamente, come fossero delle vere tabelle di calcolo. Lo stesso Boeri, sconsolato, allargava le braccia: “ Ma io, caspita, gliel’avevo detto che quelle tabelle non hanno nessun valore scientifico!”….Tuttavia, in realtà, se i vitalizi degli ex Parlamentari saranno ripristinati (saggiamente Camera e Senato da due anni hanno accantonato i soldi dei tagli, ben conoscendo le capacità tecniche di chi quella regola  l’aveva scritta e ispirata) è solo colpa dei  grillini stessi. Insomma è colpa di Di Maio e di Toninelli, di Bonafede e di Taverna, quelli che ora stanno cercando disperatamente, e con ogni mezzo, di impedire che arrivi la prevedibile bocciatura legale”.

E quindi capiamo perché non di rado il fuggitivo si dimette o si autosospende per poi essere sostituito da chi continua il giochetto che somiglia alla staffetta in atletica leggera. E’ accaduto così lo scorso anno al Senato per ritardare il giusto giudizio. E la saga prosegue.

I sodali prendono in giro loro stessi scambiandosi il così detto testimone per restare fermi e non per procedere nel compiere il proprio dovere istituzionale.

Infatti questi sono i rappresentanti di chi chiede ad altri genericamente indicati di svolgere il proprio dovere ed hanno inventato slogan, parole d’ordine, invettive da lanciare per farsi  belli dinanzi a potenziali elettori.

Una di queste formule in uso da parte di raccoglitori di consenso a buon mercato, privi di preparazione culturale, improvvisati politici, mai statisti, premiati da privati imprenditori e poi coperti da immunità parlamentare male intesa, è stata la seguente, più volte ripetuta, e priva di fondamento: ladri e parassiti, rivolta a ‘quelli di prima’.

Quelli di prima sono coloro che da  ‘prima’ hanno permesso la continuità delle Istituzioni nella nostra democrazia e che hanno scritto le leggi che permettono l’assetto istituzionale condiviso dagli attuali membri in Parlamento.

Ed ecco che chi pretende da altri ciò che rifiuta per sé diventa fuggitivo da se stesso, dal suo status e vive una  contraddizione che dovrebbe sentire come  insopportabile.

In genere questi soggetti sono il frutto del moralismo senza morale, fustigatori appassionati del costume degli altri, ‘dicono e non fanno’, esseri viventi con doppia faccia, quella di chi chiede giustizia per apparire probo ai seguaci ingenui e quella di chi la nega a sua discrezione che si chiama arbitrio e così tradisce il mandato due volte almeno.

E tradisce il mandato parlamentare perché nella sua funzione, della quale va fiero, si fa condizionare dalla cattiva politica, dal ricatto silenzioso e gridato che i capi degli  schieramenti impongono , venendo meno al rispetto per loro stessi ed alla autonomia dell’eletto in Parlamento, che è sancita dalla Costituzione, profittando di una legge elettorale che permette candidatura ed elezioni secondo l’ordine di lista, cioè di liste bloccate, compilate secondo la illogica logica delle appartenenze, del familismo, delle simpatie, delle parentele (esistono alche parenti ed affini in Parlamento) ,della sudditanza, e poi di vendette realizzate con ipocrisia.

Per le condizioni create, per la legge elettorale esistente i Parlamentari, non potendo misurarsi sulle preferenze, sul vero consenso meritato nella società , di fatto, sono obbligati ad eseguire la volontà dei capi caporali mai leader veri per sperare di essere nuovamente candidati  nella successiva Legislatura.

Lo stesso parlamentare presente in Commissione in quanto ex giudice o avvocato, se fuggitivo, tradisce la deontologia professionale che nella precedente esperienza pre- parlamentare andava sbandierando come qualità ed esigeva   processi in tempi certi   comunque proclamando il  diritto di ogni cittadino essere giudicato al più presto ed avere giustizia.

Se fuggitivo, il  designato in Commissione, che dovrebbe dare giustizia secondo il Diritto e quindi come ‘giudice’ perché esercita tale funzione, tradisce e di conseguenza in qualche modo, viene meno al mandato di ‘giudice’ che  ha accettato di svolgere perché eletto e designato secondo le regole vigenti.

Inoltre colui che fugge dalla propria responsabilità, mettendo in atto una serie di furbizie, essendo Parlamentare , sminuisce il  ruolo proprio di parlamentare.

Gli articoli  67 e 68  vanno attentamente esaminati da parte degli eletti al Senato e alla Camera.

Ed ecco che, ad esempio,  per la questione dei così detti vitalizi, questione oggetto di dichiarazioni demagogiche da parte di chi non ne sa niente ,  si applica il sistema contributivo , tra tutti gli Italiani, soltanto ad ex Parlamentari , a cominciare da quando non esisteva il contributivo per nessuno, essendo in vigore per tutti solamente il retributivo prima del 1 Gennaio 1996.

Da respingere nel modo più assoluto e non voglio credere a  quanto diffuso da  Magaldi su Affaritaliani.it quotidiano digitale, del 2 Ottobre 2019, con intento denigratorio nei riguardi dell’attuale Ministro degli Esteri, già  capo politico dei 5 stelle a proposito dell’avvenuto taglio dei Parlamentari:

“Era scritta nero su bianco nel famigerato Piano di Rinascita Democratica redatto dalla Loggia P2 di Licio Gelli. Ed è strano che a caldeggiarlo, oggi, sia proprio il Movimento 5 Stelle, nato con l’intento dichiarato di ridare la parola ai cittadini”. Lo afferma Gioele Magaldi, che nel libro “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ha svelato la regia occulta di 36 superlogge nel retrobottega del potere mondiale. Spiega Magaldi: ….. “Curare l’eccesso di democrazia con dosi ancora maggiori di democrazia sarebbe come tentare di spegnere un incendio gettando benzina sul fuoco». ….«In questo, Di Maio si comporta come un neo-piduista», accusa Magaldi. Un sospetto: siamo di fronte a un caso palese di gatekeeping, dietro a tanto populismo inutilmente gridato?”

Penso che più semplicemente siamo a verificare intenzioni punitive che, a conti fatti, tendono a colpire sul piano economico i più anziani mentre ne ricevono vantaggi i Parlamentari eletti in più Legislature.

Il vero politico che sbaglia è capace di sapere dire di avere sbagliato.

Spero che venga spazzato via , insieme al covid, il virus che ha reso nemici gli avversari politici ed ha creato guasti profondi nella nostra giovane democrazia  la cui Costituzione merita di essere vissuta da ogni Cittadino.

 

FRANCESCO DE NOTARIS

già Senatore,  del Direttivo della Associazione Nazionale degli ex Parlamentari 

 


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