Errare è umano, perseverare è diabolico.
Il Viminale, in sinergia con la Polizia di Stato, ha avviato dei corsi di addestramento e formazione delle forze dell’ordine egiziane. Il blogger antimilitarista Antonio Mazzeo ha sollevato il caso, visto che non è stato proprio il massimo prendere un’iniziativa del genere quando non sono sopite le polemiche per l’uccisione di Giulio Regeni.
Adesso Viminale e Polizia concedono il bis, fregandosene di quanto già successo.
Denuncia nuovamente Mazzeo: “Il Ministero dell’Interno e la Polizia di Stato continueranno a fornire le risorse umane e finanziarie all’Accademia di Polizia egiziana per formare e addestrare le forze dell’ordine dei regimi africani partner della crociata contro il ‘terrorismo’ e l’immigrazione ‘illegale’. Nonostante le prove schiaccianti sul coinvolgimento diretto nel sequestro e assassinio del giovane ricercatore Giulio Regeni e la lunghissima lista di crimini e violazioni dei diritti umani commessi dalle forze di polizia del dittatore Al-Sisi, le autorità italiane si apprestano a presentare alla Commissione europea una richiesta di contributo economico per prorogare almeno per un altro biennio il progetto ITEPA (International Training Center at the Egyptian Police Academy), la cui prima tappa si è conclusa a Roma il 26 novembre 2019 con una conferenza presso la Scuola Superiore di Polizia”.
Il 18 febbraio 2021, infatti, rispondendo a due interrogazioni degli europarlamentari del GUE/NGL, Miguel Urban Crespo e Ozlem Demirel, la responsabile per gli Affari Interni della Commissione europea, Ylva Johansson, ha confermato che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno sta lavorando in vista del prolungamento delle attività del Centro di addestramento dell’Accademia di polizia dell’Egitto, nell’ambito del nuovo piano finanziario pluriennale UE.
I due europarlamentari chiedono di saperne di più e così, in mondo molto sibillino, risponde Johansson: “La Commissione è pienamente consapevole del cambiamento della situazione dei diritti umani in Egitto e queste questioni sono regolarmente poste dall’Unione Europea nei contatti bilaterali con le autorità egiziane e nei forum internazionali. Pertanto, la protezione dei diritti umani è stato un elemento trasversale in ogni settore addestrativo in quanto ITEPA era finalizzato a fornire modelli operativi per gestire il fenomeno migratorio assicurando la piena protezione dei diritti dei migranti. La qualità dei formatori è stata assicurata con il coinvolgimento di persone provenienti dalle maggiori organizzazioni internazionali responsabili dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. I risultati e le lezioni sono stati presentati nel corso dell’evento conclusivo e saranno utilizzati per ITEPA 2”.
Avete capito il senso della risposta?
Secondo quanto riferisce il Viminale a fine febbraio 2021, le bozze finali dei progetti co-finanziabili dalla UE nell’ambito dell’Internal Security Fund Borders and Visa dovrebbero essere presentate a breve a Bruxelles e la loro approvazione è prevista non prima del mese di settembre.
Il progetto ITEPA ha preso formalmente il via nella capitale egiziana il 20 marzo 2018, alla presenza dell’allora capo della Polizia italiana, prefetto Franco Gabrielli, che in quella occasione enfatizzò il ruolo svolto dal ministero dell’Interno egiziano, un ministero che “utilizza moderne tecnologie di sicurezza per combattere e scoprire i crimini”. E aggiunse: “Il governo italiano ha scelto il Centro di formazione dell’Accademia di Polizia egiziana perché pone la massima fiducia in essa e perché crede nelle grandi potenzialità dell’Egitto nel campo della sicurezza”.
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