Bufera sul fresco esecutivo guidato da Mario Draghi per l’incarico di consulenza alla star internazionale del settore, McKinsey.
Normale routine, minimizzano nell’entourage del premier. Il timone del Recovery Plan resta saldamente nelle mani del MEF e dei suoi tecnici.
Quale ragione mai, allora, dietro il conferimento dell’incarico? Tanto più che la cifra da pagare per la consulenza è del tutto irrisoria, pari a 25 mila euro, un granello rispetto alle cifre monstre alle quali la società americana è di solito abituata.
E allora? C’è il sospetto di un cavallo di Troia che, comunque, entra tra le ovattate stanze ministeriali? Una ‘spia’ che può comunque tornare utile a qualcuno?
Vengono alla memoria le parole di fuoco pronunciate due anni fa dalla 5 Stelle Eva Reali e ricordate in un’interrogazione parlamentare, lo scorso novembre, dall’ex pentastellata Sara Cunial.
AVVERTIMENTI MAFIOSI
Ricostruiamo, a questo punto, di cosa si tratta. Anche per ricordare l’eroica figura della farmacologa, morta di tumore ad appena 48 anni, dei quali gli ultimi spesi in difesa della salute dei cittadini.
Era stata infatti eletta alle regionali della Toscana e faceva parte del gruppo 5 stelle impegnato sul fronte della Sanità. “Mi sono avvicinata ai grillini fin da subito, quando erano un movimento nella fase iniziale, sarà stato il 2006, mentre mio marito li frequentava già da un paio d’anni e aveva conosciuto Beppe Grillo”.
Le parole sono contenute in un intervento di 16 minuti, una sorta di lungo ‘testamento’ che in molti passaggi si trasforma in un fortissimo j’accuse, non solo nei confronti di alcuni big dei 5 Stelle, ma anche – guarda caso – proprio di McKinsey.
Cliccando sul link in basso, potrete ascoltare le sue parole che in alcuni momenti portano alla commozione, in altri all’indignazione. A realizzare il video è un amico e collega di Eva, Andrea Tosatto.
Un video dal singolar destino: dai media praticamente ignorato, oscurato; da non pochi 5 Stelle invece attaccato, nel tentativo di delegittimare la povera Eva. La quale, invece, ha dimostrato un coraggio da novanta anche di fronte a comportamenti e avvertimenti di stampo tipicamente mafioso.
Ecco, in sintesi, cosa racconta. Le viene combinato un incontro per affrontare temi, soprattutto di carattere organizzativo, in campo sanitario, sia a livello nazionale che, ovviamente, regionale. L’interlocutore – del quale non fa il nome – è un rappresentate di McKinsey, il quale esordisce subito con queste eloquenti parole: “Non ci siamo mai visti. Questo incontro non è mai avvenuto. E se tu ne parli è la mia parola contro la tua: e la mia conta molto di più”.
Ottima e abbondante, ma soprattutto istruttiva, questa introduzione. Poche parole sui contenuti della conversazione, che verte, in particolare, sui modelli sanitari. L’interlocutore fa espresso riferimento ad un “progetto globale”; e a livello internazionale indica come sicuramente migliore il sistema sanitario messo in campo da Israele. Nel corso della chiacchierata vengono fatti i nomi di alcuni 5 Stelle.
Eva Reali esce da quel colloquio non poco turbata. A questo punto decide di parlare con alcuni colleghi. In particolare con Giulia Grillo, la quale però minimizza la faccenda. E le consiglia di lasciar perdere (“la dovevo smettere”, dice Eva).
A questo punto Reali mette nero su bianco alcune note, e le invia ai vertici 5 Stelle. Ma niente. Nessuna risposta. Il silenzio più totale.
Ed è a questo punto che decide di accettare la proposta di Tosatto per girare un video e “lasciare una testimonianza”, una traccia concreta su cui forse la magistratura potrà lavorare.
Nonostante gli ‘avvertimenti’, nel frattempo, non fossero mancati. Come quelli di un ‘collega’ e ‘amico’ toscano, un altro grillino: “devi pensare alla tua salute, è meglio, non hai molto tempo, dedicalo ai tuoi”; “devi lasciar perdere queste cose”.
IL TOP MANAGER CACCIATO
Ora lasciamo ai lettori ogni giudizio e di formarsi un’opinione su quanto ha raccontato, nel 2018, Eva Reali.
Come detto, il video è comparso in rete a novembre 2020, in seguito al quale Sara Cunial ha presentato una interrogazione. Possibile che nulla o quasi si sia mosso fino ad oggi? Possibile che dalla magistratura non sia partito alcun segnale? Forse si muoverà qualcosa a partire da domani, visto che McKinseytorna in ballo con la storia della consulenza per il Recovery Plan? Staremo a vedere i prossimi sviluppi.
Intanto non mancano le news proprio da casa McKinsey.
Cominciamo dal benservito al Top Manager, Kevin Sneader. Il quale non è stato riconfermato nella sua strategica carica per il prossimo triennio, perché la suo nome è stato bocciato dalla super assemblea dei 600. Un caso rarissimo nella storia della società, visto che non succedeva dal 1976. Ora, a contendersi la sua poltrona saranno lo statunitense Bob Sternfels e l’olandese Sven Smit.
Del resto, come fa notare in un suo reportage il New York Times, “il triennio di Sneader è stato non poco tribolato”. Soprattutto per via di una serie di scandali che hanno intaccato la credibilità del colosso a stelle e strisce, in prevalenza storie di corruzione oppure di risarcimenti milionari per aver promosso farmaci risultati nocivi per la salute. Come è stato per il farmaco antidolorifico prodotto dall’azienda ‘Purdue Pharma’, che si è risolto solo con il pagamento di una sanzione da oltre mezzo milione di dollari, pagato da McKinsey, mentre i proprietari della casa farmaceutica – che hanno ammesso tutte le loro responsabilità – hanno beccato una sanzione ancora maggiore.
La Voce ha raccontato questa brutta storia solo un mese fa (il 6 febbraio 2021), e potete leggere l’articolo cliccando sul link in basso.
BEGHE CONTINUE
Altre rogne poi, sempre nell’ultimo triennio, in Sud Africa, dove è scoppiato un grosso scandalo, costato anche stavolta un pacco di milioni di dollari alle casse della società di consulenza. Una vicenda riportata dal New York Times: e potete leggere l’inchiesta del quotidiano statunitense cliccando sempre in basso. Ne troverete delle belle, altri scandali, altre sanzioni.
Ma vola fregandosene d’ogni traversia verso il centenario, la leggendaria McKinsey, sbocciata nel 1926, fondata a Chicago da James O. McKinsey. Il quale però rimase solo per pochi anni sul ponte di comando, sostituito nel 1937 da Marvin Bover.
Può contare – la star delle consulenze ma anche delle partecipazioni di lusso – su 130 consulenti disseminati in 130 sedi sparse in 65 paesi al mondo.
Nel 2003 entra a far parte del suo staff Chelsea Clinton, la figlia dell’ex presidente Bill e della mancata presidente Hillary.
Diverse story made in McKinsey portano in Inghilterra. Il premier britannico Tony Blair venne attaccato dal ‘Financial Times’ per aver affidato la ristrutturazione del suo Ufficio di Gabinetto proprio a McKinsey.
La quale, poi, si è ritrovata tra le mani una patata che più bollente non si può: l’affare delle ferrovie inglesi, raccontato in un memorabile film di Ken Loach. Dopo una ‘amorevole’ consulenza, ‘RailTrack’ – la compagnia nazionale delle ferrovie – si è ritrovata al collasso: aveva messo in pratica un nuovo piano aziendale che prevedeva drastici tagli al personale e ai servizi (soprattutto di sicurezza) per rimpolpare i dividendi degli azionisti. Ma furono tanti gli incidenti che la compagnia – è il caso di dirlo – andò sottosopra, deragliò.
Quali altri danni farà oggi, McKinsey, visto che dal governo guidato da Boris Johnson ha ricevuto l’incarico di supervisionare sul ‘National Health Service’, ossia il sistema sanitario nazionale britannico?
E che uso farà della ‘consulenzina’ decisa da Super Mario Draghi?
GUARDA IL VIDEO
L’
DEL NEW YORK TIMES
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6 Febbraio 2021 di PAOLO SPIGA
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